Piazzetta Verdone e il busto di Pappalardo- di Giorgio Castelli

Piazzetta Verdone e il busto di Pappalardo- di Giorgio Castelli

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Egregio Direttore, ritengo doveroso fare alcune precisazioni in ordine alla proposta di intitolare una piazza o una via al Cardinale Salvatore Pappalardo, Arcivescovo Metropolita di Palermo dal 1970 al 1996, al quale con deliberazione consiliare n.78 del 29.1.1991 è stata conferita la cittadinanza onoraria di Bagheria.

 

Essendo venuto a conoscenza che la Civica Amministrazione intendeva provvedere in merito, ho proposto al Sindaco Biagio Sciortino di esaminare la possibilità di collocare nel sito prescelto il busto in bronzo dell'Emerito Arcivescovo, realizzato dallo scultore Nino Parlagreco, come da notizia riportata nel servizio di Giuseppe Fumia pubblicato sul Settimanale di Bagheria del 19 dicembre 2010.

A tal fine ho ritenuto di indicare anche come semplice ipotesi lo slargo iniziale di Via Verdone (impropriamente inteso come Piazzetta Verdone), senza dubbio idoneo per la sua centrale posizione urbanistica ad accogliere il monumento del coraggioso Prelato, primo alto Ministro della Chiesa che ha riconosciuto esplicitamente l'esistenza della mafia rivolgendo un duro atto di accusa contro lo Stato con la famosa frase di Tito Livio " Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur " (mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata), pronunciata nel 1982 durante la storica omelia al funerale di Carlo Alberto della Chiesa, (alludendo chiaramente a Palermo e alla Sicilia assaltata dalla mafia) .

Credo di non avere intrapreso alcuna operazione estemporanea e improvvida di cancellazione della memoria storica e dell'identità della comunità bagherese, stante che si è ipotizzato di dedicare al Card. Pappalardo solamente lo slargo iniziale di Via Verdone, mentre ovviamente la strada di prosecuzione a ridosso della piazzetta sino a via Sindaco Scordato sarebbe rimasta intitolata, come risulta in atto intitolata, a Giuseppe Verdone, antesignano delle industrie conserviere locali, al quale forse si riferisce un'altra strada della frazione di Aspra denominata proprio Verdone.

Forse chi si è occupato criticamente dell'argomento non ha considerato la estensione della via Verdone che termina proprio all'angolo con via Sindaco Scordato ( peraltro di fronte la casa dei miei figli ), né soprattutto la proposta in questione nei suoi dettagli con riferimento alla reale situazione dei luoghi.

Ma sono sicuro della buona fede del prof. Mimmo Aiello perché conosco fin troppo bene la sua onestà intellettuale e la sua profonda cultura.

Presumo però che nessuno possa dirsi contrario all'inserimento nella toponomastica locale del nome di un tanto illustre e benemerito Principe della Chiesa, ma se ciò deve essere fatto va scelto certamente un luogo frequentato del centro storico e consono ad accogliere anche il busto bronzeo con una lapide che ne illustri, pur sinteticamente, la figura in modo che la sua opera resti di esempio e monito alle future generazioni.

Comunque è chiaro che ogni decisione finale compete ai competenti organi del governo locale!

Un'altra notazione vorrei fare ad un certo Domenico Aiello ( che non ho il piacere di conoscere) che nell'ultimo numero del "Settimanale di Bagheria" si è occupato della questione toponomastica con osservazioni in parte condivisibili, per ricordargli che lo studio per la intitolazione delle nuove strade (sino ad allora contrassegnate con lettere e numeri) non fu eseguito da un geometra comunale, ma dalla commissione comunale per la toponomastica, appositamente costituita (supportata dal Settore Cultura del Comune) , di cui facevano parte uomini di cultura, esperti e consiglieri comunali ( tra cui l'on. Giuseppe Speciale che diede un contributo notevole in materia e forse, se non ricordo male, anche Peppuccio Tornatore ).

La proposta finale venne poi ritualmente approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale.

Grazie dell'ospitalità, Giorgio Castelli

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