Lo sfincione prodotto DE.C.O. ? Si può fare- di Vincenzo Accurso

Lo sfincione prodotto DE.C.O. ? Si può fare- di Vincenzo Accurso

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Gentile Direttore di Bagherianews, ho letto con vivo interesse l'articolo dal titolo "Lo sfincione prodotto DE.CO ,? perche' no?" a firma Laboratorio B.

Sono convinto che la questione debba essere approfondita e posta all'attenzione di quei soggetti che a vario titolo operano nel settore produttivo artigianale ed enogastronomico.

Va dato merito agli estensori dell'articolo di aver posto all'attenzione dell'opinione pubblica un argomento di grande interesse .In italia oltre 400 comuni hanno adottato il disciplinare DE.CO. a tutela di numerosi prodotti che si legano indissolubilmente con la storia e le tradizioni di quelle realtà..

Il marchio DE.CO (denominazione comunale di origine) nasce dall'intuizione di un grande giornalista, Luigi Veronelli che nel 1959 auspicava l'istituzione di una denominazione di origine per i vini, gestita direttamente dai Comuni, in quanto soggetti direttamente preposti a con- trollare che il vino fosse realmente prodotto nel territorio indicato in etichetta.

All'epoca però tale iniziativa non ebbe seguito poiché era già in itinere la prima legislazione sulle denominazioni di origine, quella che quattro anni dopo regolamenterà in Italia la Denominazione di Origine Controllata (DOC).

In tempi piu' recenti l'idea e' stata pero' ripresa partendo dalla considerazione che la globalizzazione «fa consumare le stesse cose in ogni angolo del mondo, inventa prodotti alimentari con manipolazioni genetiche, insabbia i processi che gli sono mossi contro con la potenza del suo denaro», ed inoltre , «qualunque persona che rinunci ad una scelta ragionata, giorno via giorno, luogo via luogo, dei propri cibi e delle proprie bevande, condizionato da ciò che viene imposto dai mezzi di comunicazione di massa, rinuncia alla propria libertà».

In definitiva in qualche modo attuando una strategia di difesa delle proprie tradizioni si riafferma la propia originalita' e la proria liberta'.

La disciplina DE.CO. pero' risponde anche e soprattutto ad esigenze di tipo economico ed imprenditoriale; in tutta Italia e soprattutto al Sud ci troviamo di fronte alla possibilità di individuare prodotti locali privilegiati che, una volta conosciuti, porteranno alla creazione e alla conferma di medie e piccole imprese locali, con la necessaria assunzione di manodopera specializzata e non, attualmente disoccupata o impiegata nelle industrie del Nord.

Per restare nel nostro ambito territoriale è facile pensare oltre al gia' citato sfincione di Bagheria, ai buccellati di Casteldaccia,ai prodotti legati alla pesca di Santa Flavia ,ma anche a certi vitigni che rischiano di scomparire come l'Inzolia di Casteldaccia alle diverse specie di olive che orginano pregiatissmi oli e a tante altre numerose realtà.

I vantaggi della Denominazione Comunale di Origine sono numerosi e riguardano i consumatori a cui si offre un ritrovato senso civico e sociale di appartenenza,assieme ad uno strumento per riappropriarsi delle proprie tradizioni e costumi, i produttori che con adeguata promozione dei loro prodotti possono puntare ad un aumento della capacità produtiva con allargamento del mercato potenziale, ma possibili ed importanti sono i vantaggi per il territorio per le opportunità legate ad uno sviluppo eco-sostenibile,ed alla promozione del territorio.

Immagino un sistema in cui la promozione del prodotto tipico e del suo territorio potranno sostenersi a vicenda.

Le opportunita' offerte dalla DE.CO sono gia' state intuite nel nostro paese infatti da tempo esiste l'Associazione nazionale dei comuni DE.CO che promuove con precise strategie di marketing i prodotti tipici dei comuni che aderiscono alla associazione.

Viene pubblicata infatti periodicamente una apposita guida e numerose sono le iniziative a tutela di questi prodotti come siti internet trassmissioni televisive,rassegne stampa ,fiere, sagre ecc.

E' l'Italia dei mille campanili che converte in ricchezza culturale ed economica la propia diversita'.

Il mio comune ,su proposta dell'assessorato alle attivita' produttive ha gia' iniziato l'Iter per l'istituzione della DE.C.O.

Nei prossimi giorni la proposta di delibera ed il regolamento attuativo sara' a disposizione della I° commissione, per la successiva approvazione (si spera) in consiglio

comunale.

Tale regolamento è stato a suo tempo elaborato nelle sue linee generali dall'ANCI e prevede tra l'altro l'istituzione di un Osservatorio Comunale che ogni anno fara' il punto

sull'attuazione dei programmi che si svilupperanno attorno al disciplinare DE.CO.

La mia speranza e' che altri comuni della provincia seguano il nostro esempio e soprattutto quello dei comuni siciliani come Modica con la sua cioccolata DE.C.O. come Marsala che tutela le sue pregiate fragole ed ancora ricordiamo, la rianata lybetana, l'oliva giarraffa di Giuliana, la cassatella di Agira.

Tutti insieme potremmo portare avanti la battaglia per la difesa delle nostre tradizioni, per la tutela delle nostre produzioni, ed in fondo chissà che questo non possa significare anche rilancio di una economia artigianale troppo spesso sacrificata dal provincialismo e dalla approssimazione.

Naturalmente l'approvazione del disciplinare DE.CO e' soltanto il primo passo di un processo piu' complesso dove amministratori,imprenditori mass media deovono trovare

percorsi comuni per una difficile ma necesaria difesa della economia delle nostre comunita'.

Vincenzo Accurso
Assessore alle Attivita' produttive Casteldaccia

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