Cronaca

Grande tensione in aula nell'udienza del processo CIAPI  che vede sul banco degli imputati Fausto Giacchetto, Francesco Riggio, Luigi Gentile, Rino Lo Nigro e Stefania Scaduto: arrivano le deposizioni dei due principali testimoni Sergio Colli e Angelo Vitale, che hanno già patteggiato la pena e sono usciti dal processo.

Conferma tutto Angelo Vitale, a partire dal fatto che sia lui che Colli, solo formalmente erano i titolari delle imprese di pubbicità e marketing travolte dall'inchiesta: la Media Consulting, la Sicily Communication, FMR Group  in buona sostanza erano nella disponibilità di Fausto Giacchetto, che utilizzava sia le aziende che i loro manager per distribuire soldi e regalìe.

"Dieci milioni ''movimentati' verso Giacchetto - conferma Vitale - di cui tre in denaro contante ed il resto, tutto documentato, in orologi, auto, ristrutturazioni di immobili, viaggi, ecc.. e precisa, Francesco Cascio negli USA,  in Tunisia, Pippo Scalia, Gentile Gian Maria Sparma, a Capri Francesco Scoma."

E poi il contante: prelevavo, conferma Vitale 25.000 euro al giorno che passavo settimanalmente a Giacchetto. I nomi delle persone coinvolte ? quelli già fatti in fase istruttoria e prima che esplodesse il caso sui media.

Un pizzico di prouderie per 3.000 euro destinati a Sara Tommasi: un book fotografico o una prestazione sessuale ? chiede il  p.m. Picchi.

Vitale pur non potendo fare affermazioni assertive precisa: "Giacchetto mi fece capire che i servizi non erano quelli scritti nel contratto".

La Polizia di stato di Bagheria,  proseguendo nell'attività di prevenzione avviata da diversi mesi ha predisposto una attività di controllo del territorio di Bagheria, di concerto con la Questura di Palermo.

Nella serata di venerdì dì 27 Marzo, pattuglie del locale Commissariato, diretto dal dr. Francesco Fucarini, rinforzate per l'occasione da unità del Reparto anticrimine della Questura di Palermo, in tutto sei unità per poco meno di 20 operatori, hanno setacciato la zona di via Angiò e quella della Puntaguglia.

Sono state identificate  48 persone, controllati 24 veicoli e sono state elevate 10 sanzioni per inosservanza di norme del codice della strada, in particolare mancato uso del casco e assenza della copertura assicurativa del mezzo, mentre due auto sono state poste sotto sequestro.

Nel contempo sono stati controllati 15 soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà personale.

L'obiettivo dei controlli è di avere una 'mappa' sempre aggiornata delle eventuali criticità dei vari quartieri di Bagheria.

 

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato in città due appartamenti e un magazzino del valore di circa 300.000 euro e confiscato un’azienda edile, cinque immobili, ubicati tra Palermo e Carini, quote societarie, disponibilità finanziarie e un autocarro, per un valore complessivo di oltre 1.000.000 euro, in esecuzione di due distinti provvedimenti emessi dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione.

Interessato dal sequestro è un quarantottenne originario di Avola (SR), condannato nel 2010 a 12 anni di reclusione per associazione mafiosa e per numerosi episodi di estorsione aggravata, condotti per conto della famiglia mafiosa palermitana di Santa Maria di Gesù. Il sequestro eseguito trae origine dalle indagini svolte dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Palermo, che hanno rilevato come i redditi dichiarati non fossero sufficienti per giustificare gli acquisti e gli investimenti effettuati dall’interessato negli anni. Questa sproporzione ha fatto quindi supporre che i beni ora sequestrati siano stati acquisiti con i profitti dell’attività illecita della famiglia di origine. 

Il provvedimento di confisca riguarda invece un cinquantasettenne palermitano, imprenditore edile arrestato nel 2007 per intestazione fittizia di beni, con l’aggravante di aver favorito la famiglia mafiosa di Palermo “Cruillas”. Anche se egli è stato assolto nel 2009, nell’anno successivo è iniziato l’autonomo procedimento per l’applicazione di una misura di prevenzione personale e patrimoniale, che ha portato, essendo stata comunque riconosciuta la pericolosità sociale dell’interessato, dapprima al sequestro dei beni riconducibili a lui ed al suo nucleo familiare, in quanto ritenuti sproporzionati rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati e ora alla confisca.

La pericolosità sociale del soggetto, presupposto per l’applicazione della misura di prevenzione, è stata provata da alcune intercettazioni telefoniche intercorse tra esponenti della famiglia mafiosa della Noce, nonché da dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Gli elementi così raccolti hanno permesso di dimostrare i rapporti di stretta vicinanza tra l’imprenditore ed esponenti di vertice del sodalizio mafioso.

SCHEDA  DEI  BENI

1. VERNENGO Cosimo, nato ad Avola (SR) il 12.12.1966 (figlio di Vernengo Antonino (cl. ’37, detto “u dutturi”, deceduto nel 2006) e nipote di Vernengo Pietro (cl. ’43), entrambi condannati per mafia.
Decreto di SEQUESTRO nr. 194/2014 R.M.P., emesso dal Tribunale di Palermo - Sezione Misure di Prevenzione.
• n. 2 appartamenti;
• n. 1 magazzino;

VALORE DEI BENI IN SEQUESTRO: 300.000 Euro.


2. VERNENGO Antonino, nato a Palermo il 15.07.1958
Decreto di CONFISCA nr. 221/2014 R.M.P., emesso dal Tribunale di Palermo - Sezione Misure di Prevenzione.
• n. 1 società operante nel settore della demolizione di edifici;
• quote societarie di una società operante nel settore del trasporto di merci su strada;
• n. 1 abitazione;
• n. 2 magazzini;
• n. 2 terreni;
• n. 1 autocarro;
• disponibilità finanziarie (rapporti bancari, deposito titoli, deposito nominativo, buoni fruttiferi).

VALORE DEI BENI CONFISCATI: 1.093.000 Euro.
 

 

I Carabinieri della Stazione di Bagheria sono stati impegnati in un’operazione di servizio, mirata a reprimere il fenomeno dei furti di energia elettrica. I controlli sono stati estesi anche in alcune abitazioni di campagna e nelle zone più periferiche.

Nel corso dell’attività sono stati tratti in arresto:

- DI MICELI Pietro, palermitano classe 1962;

- MANGIONE Giuseppa palermitana classe 1964;

- DI MICELI Santino, palermitano classe 1985;

- OCCHIPINTI Salvatore palermitano classe 1976.

I quattro, a seguito dell’arresto e in attesa del rito direttissimo, sono stati sottoposti al regime degli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni.

Per tutti l’accusa è furto di energia elettrica aggravato; inoltre il DI MICELI Santino, dovrà rispondere del reato di abusivismo edilizio per aver realizzato un manufatto edile senza la prevista concessione/autorizzazione.

Nel corso delle ispezioni eseguite con l’ausilio del personale tecnico dell’ENEL di Palermo, i Carabinieri hanno appurato che:

- presso l’abitazione dei coniugi DI MICELI Pietro e MANGIONE Giuseppa era stato manomesso il contatore ENEL, previa rottura dei sigilli e tramite un’alterazione del circuito amperometrico era stato creato un abbattimento dei consumi pari a circa il 50% rispetto a quello reale;

- presso l’abitazione di DI MICELI Santino era stato realizzato un allaccio diretto sotto traccia, collegando i cavi direttamente alla rete dell’E.N.E.L.;

- presso l’abitazione di OCCHIPINTI Salvatore è stato constatato un allaccio diretto alla rete E.N.E.L.

Dopo la convalida dell’arresto DI MICELI Pietro e MANGIONE Giuseppa, sono stati rimessi in libertà e sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di Bagheria, con la permanenza domiciliare notturna in attesa del processo, che si svolgerà in data 04.05.2015.

OCCHIPINTI Salvatore è stato condannato con patteggiamento, alla pena di mesi 4 di reclusione e 150 € di multa, con pena sospesa.

Infine DI MICELI Santino, è stato rimesso in libertà dal P.M di turno in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.

 

 

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