Cronaca

Due furgoni, adibiti al trasporto del pesce, intorno alle tre della notte scorsa sono andati a fuoco a Porticello in via Salvatore  Quasimodo: le fiamme hanno investito un auto, una Golf, posteggiata poco distante rispetto ai furgoni .

Un terzo furgone frigorifero, posteggiato in vicinanza dei primi due,  sarebbe stato messo in salvo dai proprietari, riportando danni minimi.

Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per spegnere l'incendio. I mezzi sono di proprietà di una famiglia di commercianti A. e. A. L.C. che riforniscono di pesce pescherie e ristoranti, e sono considerati in paese dei grandi ed onesti lavoratori.

Le risultanze dell'incendio lasciano pochi dubbi sulla matrice dolosa del gesto. Nell'ultimo anno e mezzo ad essere presi di mira a Porticello sono stati commercianti e rigattieri, che sono stati oggetto di numerose rapine nelle ore antelucane, allorchè si accingevano, avendo indosso parecchio denaro contante, a comprare il pesce al mercato.

Nei mesi scorsi sono stati incendiati almeno una decina di mezzi tra furgoni frigoriferi ed auto appartenenti ad esercenti l'attività di commercio del pescato.  

E' da tempo che la Polizia indaga per riuscire ad individuare i responsabili di questi episodi.  

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La Direzione distrettuale antimafia di Palermo, dopo una serie di indiscrezioni circolate da tempo sulle amicizie pericolose del bomber rosanero, interrogherà Fabrizio Miccoli come indagato.

Gli investigatoried il p.m. hanno preso una clamorosa decisione:  hanno notificato al giocatore un avviso di garanzia, che ipotizza due reati pesanti: estorsione e accesso abusivo a un sistema informatico.

La prima contestazione è una clamorosa novità: il capitano rosanero avrebbe commissionato al suo amico Mauro Lauricella, il figlio del boss della Kalsa, il recupero di alcune somme dai soci di una discoteca di Isola delle Femmine.

E i modi di Lauricella junior sarebbero stati piuttosto bruschi. La seconda accusa, per cui Miccoli era già stato iscritto nel registro degli indagati due mesi fa (come anticipato da Repubblica il 14 maggio) si riferisce invece a quattro schede telefoniche. Il capitano rosanero avrebbe convinto il gestore di un centro Tim a fornirgli alcune sim intestate a suoi clienti. Una di queste schede fu poi prestata a Lauricella junior nel periodo in cui il padre era latitante.


Le accuse nascono proprio dalle indagini finalizzate alla ricerca di Antonino Lauricella, il re della Kalsa poi arrestato dalla polizia nel settembre 2011.

Per molti mesi la Dia tenne sotto controllo Mauro Lauricella, anche intercettando le quattro misteriose schede telefoniche di cui adesso deve rispondere Miccoli.

Fra quei dialoghi non emersero conversazioni utili per la ricerca del capomafia della Kalsa, ma sono saltate fuori le amicizie pericolose del giocatore del Palermo.

Al telefono, Miccoli e Lauricella insultavano persino il giudice Giovanni Falcone: "Quel fango di Falcone", canticchiavano i due amici su un Suv mentre sfrecciavano per le vie di Palermo.

E al telefono davano appuntamento a un altro amico in modo davvero rivoltante: "Vediamoci davanti all’albero di quel fango di Falcone".

 

Sei intere pagine sul Giornale di Sicilia, ben quattro sulle pagine palermitane di Repubblica, sono una buona unità di misura per capire la portata dell'ennesimo scandalo che sta portando alla luce quel  coacervo di legami ambigui e di interessi illeciti tra politici, alti dirigenti regionali ed il mondo delle imprese legate alla formazione e alla comunicazione.

Da questo intreccio escono fuori un campionario di reati che vanno dalla associazione a delinquere alla corruzione, dalla turbativa d'asta alle false fatturazioni, dall'abuso di ufficio alla violazione della legge sul finanziamento pubblico di partiti, sino all'immancabile ormai, quando c'entra la politica, sfruttamento della prostituzione.

Con il rispetto che è dovuto alla magistratura, alle posizioni dei singoli indagati e alle singole responsabilità, non possiamo non manifestare un senso di indignazione e di ripulsa nei confronti di certi personaggi che, in una situazione drammatica per la gran parte delle famiglie, continuano a rubare, a malversare, a corrompere, a divertirsi e a fare la bella vita con i soldi dei cittadini

La giustizia che è lenta, ma arriva sempre, chiarirà i contorni di questo sistema, che due collaboratori, ieri di Giacchetto e oggi della Procura, hanno consentito di disvelare, il bagherese Angelo Vitale e il palermitano Sergio Colli

L'ELENCO   DEGLI   ARRESTATI   E   DEGLI  INDAGATI

Sono due le inchieste: la prima denominata 'Mala gestio' relativa ai fondi dirottati verso il CIAPI, l'ente di formazione.

La seconda è legata ai 'Grandi eventi'

INCHIESTA  ' MALA  GESTIO'.

Arresti in carcere: Fausto Giacchetto, 49 anni, originario di Canicattì, residente a Santa Flavia; Francesco Riggio, 51 anni, di Palermo; Concetta Argento, 50 anni di Bagheria, residente a Santa Flavia; Stefania Scaduto, 37 anni, nata a Palermo e residente a Bagheria; Pietro Messina, 51 anni, di Palermo; Gaspare Lo Nigro, 57 anni , di Altofonte; Luigi Gentile, 53 anni, di Raffadali; Domenico Di Carlo, 61 anni, di Bompensiere (CL) ; GianMaria Sparma, 37 anni, di Palermo;

Ai domiciliari: Sandro Compagno 62 anni, di Palermo; Carmelo Bellissimo, 63 anni, di Scillato; Massimiliano Sala, 42 anni, di Palermo.

Indagati: Calogero Bongiorno, 60 anni, di Aragona; Armando Caggegi, 61 anni, di Roma; Carmelo Incardona,49 anni, di Ragusa; Gerlando Inzerillo, 44 anni, di Palermo; Santi Formica, 60 anni di San Pier Niceto (Me); Francesco Cascio, 49 anni, di Palermo; Salvatore Sanfilippo, 51 anni, di Santa Flavia; Nicola Leanza,56 anni, di ;Maletto (CT); Gaspare Vitrano, 51 anni, di Palermo; Salvatore Caputo, 55 anni, di Monreale; Rinaldo Sagramola, 59 anni, di Roma; Antonina Di Salvo, 85 anni, di Bagheria; Sergio Colli, 43 anni di Palermo; Francesco Marrone,64 anni di Palermo; Maurizio Pipitone, 51 anni di Palermo; Ornella Graziano, 46 anni di Palermo; Alfredo Flaccomio, 44 anni, di Palermo; Vincenzo Li Mandri, 50 anni, di Palermo; Giancarlo Ferrara, 34 anni di Piazza Armerina; Antonino Dina, 56 anni di Vicari; Salvatore Alotta, 34 anni di Palermo; Pietro Esposto,37 anni, di Caccamo.

 

INCHIESTA  'GRANDI  EVENTI'

In carcere Fausto Giacchetto; Rossella Bussetti, 49 anni di Roma; Antonino Belcuore, 49 anni di Motta S. Anastasia; Luciano Muratore, 43 anni di Palermo.

Ai domicilairi: Bruno De Vita, 48 anni di Taormina; Elio Carreca, 57 anni di Palermo.

Indagati: Alfonso Maffeo, Federica Zeppillo, Angelo Vitale, Sergio Colli. Gaspare Alessi, Dario Mirri, Sandro Tatano e Giampiero Sommariva.

 

 

Diciassette arresti sono stati effettuati stamattina per finanziamento illecito ai partiti e a vario titolo di associazione a delinquere e corruzione nell'ambito di un'inchiesta sul Ciapi, uno dei più grandi enti di formazione siciliani, condotta dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i sostituti Alessandro Picchi e Sergio Demontis. 

La Guardia di finanza ha scoperto un comitato d'affari che per anni, anche attraverso la corruzione di politici e dirigenti pubblici e l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, ha pilotato gli appalti dei grandi eventi in Sicilia: 17 le persone coinvolte. Dodici sono finite in carcere e cinque agli arresti domiciliari.

Secondo i pm Fausto Giacchetto avrebbe elargito regali e mazzette a politici e funzionari, per canalizzare quanti più finanziamenti su un ente di formazione, il Ciapi, e per accaparrarsi i più grossi bandi sulla comunicazione della Regione.

Soldi finiti in mano di manager e politici, attraverso viaggi, cene, regali e persino escort.

Giacchetto è stato arrestato dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Con lui, altre 16 persone (fra cui la moglie Concetta Argento e la segretaria Stefania Scaduto), accusate a vario titolo di associazione a delinquere e corruzione. 

 28 milioni di euro è il valore dei beni sequestrati a tutti gli arrestati

Coinvolti anche diversi uomini politici siciliani.

Nella «black list» ci sono cinque ex assessori regionali al Lavoro e alla Formazione, tutti del centrodestra: Carmelo Incardona, che ha ricoperto l'incarico tra il maggio 2008 e il maggio 2009; Santi Formica (2006-2007), Francesco Scoma (2004-2006) e Nicola Leanza, che a capo degli uffici del Lavoro e della Formazione è stato per pochi mesi nel 2010 e oggi è capogruppo dell'Udc.

La Guardia di finanza avrebbe denunciato anche l’ex presidente dell'Ars Francesco Cascio (Pdl), che deve rispondere di finanziamento illecito ai partiti; Gaspare Vitrano, ex deputato regionale del Pd, sotto processo per concussione, per aver intascato mazzette riguardanti appalti del settore fotovoltaico.

Compaiono anche Salvino Caputo, deputato del Pdl all'Ars e Gerlando Inzerillo, ex congliere comunale di Grande Sud.

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Ecco l'elenco degli arrestati nell'inchiesta sul Ciapi: Faustino Giacchetto, Stefania Scaduto (dipendente del Ciapi, ma indicata come segretaria di Giacchetto), Francesco Riggio (noto avvocato penalista e presidente del Ciapi), Pietro Messina (legale rappresentante della Effemmerre Group 007 srl e della Effemmerre Team srl, nonché titolare della Strategie di Comunicazione di Messina Pietro), Concetta Argento (moglie di Giacchetto), Gaspare Lo Nigro (ex dirigente generale dell'Agenzia regionale per l’Impiego e la Formazione professionale), Luigi Gentile (ex assessore regionale e rappresentante della Regione siciliana nel Comitato tecnico scientifico del progetto Co.Or.Ap), Domenico Di Carlo (responsabile, per conto del Consorzio Asi di Palermo, del progetto In.La Sicilia), Gianmaria Sparma (ex assessore e dirigente generale del dipartimento degli Interventi per la Pesca della Regione siciliana).

Gli arresti domiciliari sono stati concessi a Sandro Compagno (capo area amministrativa del Ciapi), Carmelo Bellissimo (responsabile acquisti Ciapi) e Massimiliano Sala (titolare della ditta Filmax di Sala Massimiliano).

Nell'inchiesta sui Grandi Eventi sono finiti in manette, oltre a Giacchetto, anche l'imprenditore Luciano Muratore, Antonino Belcuore (responsabile del “Servizio 20-Servizio turistico di Taormina” dell'assessorato regionale al Turismo) e Rossella Bussetti (legale rappresentante della Jumbo Grandi Eventi).

Gli arresti domiciliari sono stati concessi ad Elio Carreca (dirigente del Servizio 6 - Manifestazioni ed Eventi dell'assessorato regionale al Turismo) e Bruno De Vita (vicario del capo di Gabinetto dell'assessore regionale del Turismo della Regione siciliana).
 

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