Cronaca

E’ accaduto nei giorni scorsi, quando i Carabinieri della Stazione di Marineo hanno arrestato tre persone accusate di estorsione e rapina, in danno di un pensionato di Bagheria (PA).

Le fasi della vicenda.

Nel pomeriggio del 27 maggio 2013, un pensionato 70enne di Bagheria, mentre attraversava i Comuni di Bolognetta direzione Marineo a bordo della sua utilitaria, notava per strada la presenza di una giovane ragazza, che chiedeva un passaggio. Fatta salire a bordo, la stessa riferiva che andava proprio in quella medesima direzione. L’autostoppista, dopo aver ringraziato della cortesia appena avuta, indicava al pensionato di dover raggiungere una località di Marineo, dove ad attenderla vi erano alcuni amici. Lo stesso automobilista, ignaro di ciò che lo attendeva, acconsentiva di buon grado ad accompagnare la giovane e compiacente passeggera.

Giunti sul luogo dell’appuntamento, e precisamente in contrada Boschetto, agro del comune di Marineo, l’anziano suo malgrado e con grave sorpresa, veniva aggredito, bloccato al sedile e denudato da un conoscente della giovane adescatrice, nel frattempo sopraggiunto, nonché derubato del portafoglio.

Il complice, dopo aver estratto il suo telefonino, fotografava la vittima e chiedeva 200 euro al pensionato, da consegnare il giorno dopo, nello stesso luogo e alla medesima ora, per evitare che le foto potessero diventare di dominio pubblico.

La vittima, una volta realizzato ciò che gli era appena accaduto, decideva di presentarsi ai Carabinieri della Stazione di Marineo per denunciare l’episodio.

I militari dell’Arma, dopo aver raccolto la denuncia, ponevano in essere la necessaria attività investigativa che consentiva di trarre in arresto per il reato di estorsione:

- ORLANDO Antonino, nato a Palermo classe 1970, residente Palermo, di fatto domiciliato in Marineo, manovale, con precedenti di polizia (poi identificato come l’individuo che il giorno precedente aveva aggredito il denunciate e chiesto alla vittima la somma di 200 €);

- RANDAZZO Antonella, nata Carini classe 1976, residente Palermo, di fatto domiciliata in Marineo, casalinga, convivente dell’ORLANDO Antonino, con precedenti di polizia;

- ROMANO Rosalia, nata a Carini classe 1992, residente Termini Imerese, figlia della RANDAZZO Antonella, casalinga, incensurata (identificata nella giovane e compiacente autostoppista).

Per i componenti della banda di estortori, l’ Autorità Giudiziaria che ha coordinato le indagini disponeva : per ORLANDO Antonino la custodia cautelare presso la casa circondariale “Cavallacci” di Termini Imerese; RANDAZZO Antonella veniva associata presso la casa circondariale “Pagliarelli”; ROMANO Rosalia veniva sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

Palermo, 31 maggio 2013

Giornali e periodici continuano a pubblicare ampi stralci  ripresi dall'ordinanza che ha portato l'8 di maggio al fermo di 29 indiziati di reato, firmata dai pubblici ministeri Francesca Mazzocco e Caterina Malagoli.

Noi vi proponiamo alcuni passaggi che segnalano il momento in cui  cominciano a manifestarsi contrasti all'interno della famiglia mafiosa di Bagheria, come riportata nell'ordinanza.

Il 04.08.2012 alle ore 11:30’:25”  a bordo dell’autovettura Smart in uso a BRUNO Salvatore Giuseppe, veniva intercettata una importante conversazione ambientale avvenuta tra lo stesso e FLAMIA Sergio Rosario.

La conversazione chiarisce che attualmente la reggenza della famiglia Mafiosa di Bagheria risulta essere nelle mani di DI SALVO Giacinto, ma BARTOLONE Carmelo, altro importante uomo d’onore della famiglia e recentemente scarcerato a seguito di una lunga detenzione per una condanna definitiva per 416 bis (op. GRANDE MANDAMENTO), vorrebbe fare intendere che la sua posizione sia attualmente predominante rispetto a quella del DI SALVO.

Il FLAMIA, infatti, commentando il comportamento tenuto dal BARTOLONE in occasione del suo interessamento per il recupero di un credito del fratello di FLAMIA, si esprimeva testualmente: “……che a lui non è che gli interessa il discorso... dei cinquecento euro al mese che gli devono dare a mio fratello... a lui interessa il discorso che... passa per "malandrino" nei confronti di quello di Ficarazzi, lo hai capito tutto il discorso quale è?... Quindi lui, GINO che cosa... lui... quelli si rivolgono a GINO e lui voleva che GINO gli doveva dire "no, sbrigatevela con MELUCCIO" così lui faceva la figura... "minchia, qua lui c'è"... lo ha capito? Perchè a lui dei cinquecento euro al mese per mio fratello, cose... non gliene fotte un cazzo... a lui gli interessa che "...(incomprensibile)... che qua si fa quello che dico io... non quello che dice GINO!"...”.

Tali affermazioni del FLAMIA Sergio Rosario fanno inequivocabilmente ritenere che il BARTOLONE Carmelo, conscio della sua posizione di rilievo in seno alla famiglia bagherese, voglia minare la leadership del DI SALVO Giacinto.
 

Ma non solo: ecco come un fatto di cronaca, e cioè la rapina in casa del titolare del distributore di carburanti Mineo, viene letta all'interno dei sospetti affiliati a cosa nostra.

Ecco come recita l'ordinanza:

Il 04.09.2012 alle ore 11.23’:58” , a bordo dell’autovettura Smart in uso a BRUNO Salvatore Giuseppe, veniva intercettata un’ulteriore conversazione fra FLAMIA Sergio Rosario e BRUNO Giuseppe nel corso della quale FLAMIA asseriva che DI SALVO Giacinto era adirato per la rapina commessa in danno di tale MINEO, senza la sua autorizzazione.

Il DI SALVO ipotizzava il coinvolgimento del BONACCORSO Gioacchino e del BARTOLONE Carmelo i quali, come più volte emerso durante le indagini, erano stati notati a discutere insieme riservatamente nei pressi della stazione ferroviaria.

Nello specifico, da quanto appreso nel corso della conversazione, pienamente riscontrata anche dalle notizie stampa acquisite, quattro soggetti rimasti ignoti travestiti da Carabinieri, la notte fra il 2 ed il 3 settembre 2012, si erano introdotti all’interno dell’abitazione di un commerciante bagherese, titolare di un distributore di carburanti, e sotto la minaccia delle armi si facevano consegnare 60 mila euro in contanti.
Il titolare del distributore, tale MINEO, si era evidentemente rivolto a DI SALVO Giacinto, riconosciuto da questi quale soggetto “di rispetto” in grado di risolvere il problema, ma DI SALVO aveva dovuto rispondere al MINEO di non sapere nulla in merito ai fatti.

A quel punto il DI SALVO, adirato, si era rivolto al FLAMIA per saperne di più ed aveva, nel contempo, espresso dubbi sulle recenti frequentazioni di BARTOLONE Carmelo con BONACCORSO Gioacchino, ritenuto in grado di organizzare, con l’avallo del BARTOLONE, simili reati.

Il FLAMIA, ritenuto che i fatti erano gravi, se non altro perché non autorizzati dal DI SALVO, si esprimeva testualmente: … secondo me c'è la mano di lui, sicuro! c'è la mano di lui con di quello con BONACCORSO del bar, ma questa volta secondo me si è comprato la morte, queste cose senza dire niente non si fanno queste cose...

Questa è l'intercettazione testuale.

…omissis….
ORE 11:23’:58” 
FLAMIA: ...a casa, a quello della pompa di benzina "MINEO", nel giornale questa mattina,.(pausa)...
BRUNO: e quando è stato questa notte?
FLAMIA: sabato notte...(pausa)...il medico studia ed il malato se ne va! (proverbio siciliano n.d.r.) ...per me in questo girello...ANDREA ci deve essere... ti rendi conto ci sono andati con i giubbottini Carabinieri, gli hanno suonato, dice: "Carabinieri, cerchiamo il MAGGIORE" hanno iniziato a fare la perquisizione, appena hanno trovato i soldi ...li hanno presi...li hanno chiusi e se ne sono andati...(pausa)...
BRUNO: minchia ...qualcuno dei ...(incomprensibile)... dal padre o dal figlio?
FLAMIA: per come mi raccontava questa mattina quello dice che dal padre, perchè ..dice che poi...il padre si è lasciato andare, perchè dice hanno spinto a sua moglie... dice che al figlio gli facevano dice: "dov’è la droga che assumi dov'è, dove l'hai? dove la nascondi la droga che assumi dove la nascondi?" non li conoscevano, ma ci sono andati a viso scoperto però 
BRUNO: a viso scoperto?!
FLAMIA: a viso scoperto... questa mattina GINO me lo raccontava, me lo ha domandato, mi ha chiamato per dirmi questo discorso che lui il MINEO glielo ha detto a GINO: "...minchia... così e così"...(sbadiglia n.d.r.)...ora ...vado per sentire... e dice che è nel giornale, c'è l'articolo nel giornale, io non l'ho visto ma dice che c'è l'articolo sul giornale, ma che minchia inizi a guardare mentre camminiamo, andiamo! no, senza occhiali non vedo niente, per me c'è la mano di lui sicuro...(pausa)... e vanno facendo ospedale che è senza soldi che è senza niente e senza come, minchia se ha sbagliato questa! ma però quello GINO ha il quadro chiaro! ieri sera quando mi ha fermato ha detto: "ma che ha che si vede sempre con il BONACCORSO" dice: "la dietro la stazione?"
BRUNO: a, ieri me lo hai detto....
FLAMIA: poi ie, poi ieri sera è venuto fuori questo discorso, infatti ieri sera mi cercava per mari e per terra e mi ha mandato a chiamare pure questa mattina alle sette e un quarto GINO
...omissis... 
 

I Carabinieri della Compagnia di Bagheria in contrada Aci Capraia ad Altavilla Milicia, hanno tratto in arresto le sottonotate persone per produzione e coltivazione di sostanze stupefacenti:

PIRROTTA Maurizio, nato a Palermo, classe 1985, ivi residente;

MAZZARA Pietro, nato a Palermo, classe 1988, ivi residente;

SAMPINO Casimiro Marco, nato a Palermo, classe 1985, ivi residente.

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da sx verso dx: Pirrotta Maurizio, Sampino Casimiro, Mazzara Pietro

I predetti sono stati sorpresi dai Carabinieri in un villino preso in locazione, intenti nella coltivazione di una piantagione di marijuana, composta da 200 piante circa, realizzata all’interno della stessa abitazione, mediante un complesso sistema di illuminazione-irrigazione-aereazione di tipo artificiale, alimentato altresì per mezzo di un allaccio abusivo alla rete Enel.

La sostanza stupefacente è stata sottoposta a sequestro.

Gli arrestati sono stati tradotto presso la Casa Circondariale “Pagliarelli” di Palermo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Questa sera intorno alle 20,30 un treno, appena ripartito dalla stazione di S. Flavia e diretto a Palermo si é scontrato con una Fiat Panda che – forse per una manovra avventata– invadeva l’area del passaggio a livello restando pericolosamente intrappolata all'interno delle sbarre

Il macchinista del treno  pur essendo riuscito a frenare non è riuscito ad evitare l’urto; l'auto é carambolata rompendo una barra del passaggio a livello. Non ci sono stati feriti. I passeggeri del treno, che ha dovuto fermarsi per i rilievi di rito, sono stati prelevati e portati a destinazione da due autobus sostitutivi.

Stando ad alcune sommarie informazioni da noi assunte sul luogo, gli occupanti dell'auto presi dal panico, anche perchè pare che tra i passeggeri ci fossero dei bambini, hanno immediatamente abbandonato il mezzo mettendosi al riparo e lasciando l'auto in mezzo ai binari.

Per i conseguenti rilievi sono intervenuti i Carabinieri: i treni comunque, dopo l'inevitabile blocco del traffico ferroviario per oltre un'ora, hanno già ripreso a circolare

 

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