Cronaca

Una pasqua tragica per la famiglia di Porticello che ha incontrato ieri sera la morte sulla strada statale 113, nel  breve rettilineo a trecento meri di distanza dall'incrocio del passaggio a livello, ed in vicinanza del cimitero di Santa Flavia.

Un pescatore di 40 anni, Antonino D'Acquisto, che era al volante della Lupo è morto ieri notte dopo il grave l'incidente, e poco prima di essere avviato in sala operatoria. All'inizio erano sembrate più gravi le condizioni della figlia della coppia, una bambina di dieci anni,  che è stata sbalzata fuori dall'auto sbattendo la testa e che pare abbia subito un trauma alla milza. Ma secondo le ultime notizie  la bambina starebbe meglio, come pure la mamma, che avrebbe subito solo un forte stato di choc.

altLa scena dell'incidente e le condizioni in cui erano ridotte  le auto, ma soprattutto la Lupo, lasciavano intuire la violenza dell'impatto avvenuto intorno alle 21.30, proprio dopo la curva a sinistra che la Panda pare abbia affrontato ad alta velocità sbandando e andando a impattare frontalmente contro la Lupo che proveniva in senso opposto.

Almeno questa era la primissima, sommaria ricostruzione dell'incidente i cui rilievi, eseguiti dai Carabinieri di  Bagheria e Santa Flavia, hanno richiesto ore: la strada statale è rimasta durante tutto questo tempo chiusa al traffico dei veicoli, che venivano dirottati su percorsi alternativi.

Appena dieci giorni fa a qualche centinaio di metri dal luogo dove è accaduto l'incidente di ieri sera, un altro gravissimo incidente stradale dove aveva trovato la morte una trentenne di Aspra, Tamara Rotolo, ed era rimasta ferita una amica di 22 anni che viaggiava con lei a bordo di una moto Kawasaki 750.

Sulla Panda cinque bagheresi, quasi tutti giovanissimi, che hanno riportato, a parte uno degli occupanti uscito illeso dallo scontro,  traumi, lesioni e fratture di varia entità: tra i feriti più gravi il conducente e l'occupante del sedile anteriore lato passeggero.

In particolare stando alle ultime notizie, il conducente della Panda che è anche il proprietario della vettura, ha riportato lesioni alle gambe con frattura di tibia e perone.

Il passeggero del sedile anteriore, quello in condizioni più gravi per le ferite riportate alla regione toracica, si trova ricoverato all'Ismett, dove è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico.

Degli altri tre passeggeri della Panda, uno, come dicevamo, è rimasto quasi del tutto illeso, uno ha avuto fratture alle gambe e ai polsi, l'altro alla tibia.

 

Gravissimo incidente stradale intorno alle 22.00 sulla Strada statale 113 a poca distanza  dall'incrocio della nazionale con il  passaggio a livello di Santa Flavia: proprio dopo la  curva a sinistra che immette nel breve rettilineo che conduce al cimitero di Santa Flavia, c'è stato uno scontro frontale tra una Wolkswagen Lupo color grigio metallizzato e una Panda nera

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Le indagini dei Carabinieri inerenti l’omicidio di URSO Vincenzo, attinto da colpi di arma da fuoco, esplosi da ignoti nel centro abitato di Altavilla Milicia, nella notte del 24 sul 25 ottobre 2009, continuano senza sosta.

Gli elementi di novità sono rappresentati dall’individuazione di nuovi testimoni, emersi solo in questa fase delle indagini, le cui precise indicazioni in ordine alla ricostruzione della dinamica dei fatti e alla identificazione degli esecutori materiali del delitto, sono ritenute dagli investigatori di primaria importanza.

Le testimonianze raccolte appaiono straordinarie in riferimento ai numerosi reperti raccolti nel corso dell’approfondito sopralluogo scientifico, condotto nell’immediatezza, la stessa notte dell’omicidio, sulla scena del crimine, dai Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Palermo.

I reperti sono poi stati inviati presso il R.I.S. Carabinieri di Messina per gli accertamenti di competenza.

Inoltre appaiono determinanti le ultime ore di vita dell’URSO, sulle quali è massima l’attenzione degli investigatori, impegnati in una certosina opera di ricostruzione attraverso le molteplici testimonianze raccolte, incrociate con i numerosi video acquisiti presso i sistemi di video-sorveglianza, relativi ad esercizi commerciali, presenti nella zona.

Infatti è stato acquisito un video che mostra l’arrivo della giovane vittima a casa, luogo ove avrà luogo l’agguato, a bordo della propria autovettura, un SUV di grossa cilindrata. Pochi secondi dopo, di ritorno sulla stessa strada, vengono ritratti i killer, che si allontanano dal luogo del delitto, a bordo di una utilitaria, oggetto di furto qualche giorno prima nella vicina Santa Flavia e ritrovata poche ore dopo l’omicidio, abbandonata, nei pressi del campo sportivo di Altavilla.

 Proprio questo video, inedito sino a qualche giorno fa, e da poche settimane giunto nella disponibilità dei Carabinieri, può rappresentare un elemento di svolta nelle indagini. Attualmente sono al lavoro i militari della Sezione Grafica e Fonica del R.I.S. di Messina, che stanno trattando il video con speciali filtri e programmi di grafica digitale, al fine di esaltare i lineamenti della persona alla guida del veicolo.

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Inoltre, sono al vaglio altre immagini relative a sistemi di video-sorveglianza collocati nei pressi del luogo ove è stata rinvenuta la macchina utilizzata dagli assassini e poi abbandonata: non si esclude che possa essere stato ripreso il veicolo con il quale i killer si sono allontanati.

Proprio la macchina, provento di furto, utilizzata dal commando omicida, rappresenta un ulteriore, significativa pista, che gli investigatori dell’Arma stanno seguendo in questi giorni con determinazione; infatti all’interno della veicolo, il personale del R.I.S. ha rinvenuto reperti strettamente collegati con il delitto, quali i guanti in lattice utilizzati dagli assassini, un mozzicone di sigaretta, nonché un’impronta digitale non riconducibile ai proprietari del mezzo, prova certa che i killer hanno commesso degli errori.

Altro argomento di interesse è rappresentato dall’arma del delitto, una pistola verosimilmente semiautomatica, a tutt’oggi mai individuata. Il sequestro di alcuni bossoli, trovati a terra, sulla scena del delitto, appare comunque determinante per ricondurre l’arma, in caso di eventuale rinvenimento, all’omicidio.

Per quanto riguarda le prime ipotesi investigative formulate all’indomani del delitto, per le quali è stato sospettato LOMBARDO Francesco, ex-suocero della vittima, attualmente ristretto in carcere poiché tratto in arresto il 30 ottobre del 2012, dalla Squadra Mobile della Questura di Palermo per il reato di estorsione ai danni di un noto ristorante di Altavilla Milicia , il “VILLA NOSA”, sito nel quadrivio della località Sperone, gli investigatori stanno procedendo ad una nuova e più approfondita analisi degli alibi forniti dallo stesso LOMBARDO e dai suoi familiari.

Infine, sempre in ordine al movente, sebbene le indagini proseguano a 360°, viene data una particolare attenzione al contesto mafioso locale, soprattutto in riferimento all’occupazione della vittima, un imprenditore edile, in società con il fratello, Pietro INCANDELA, e con uno zio, l’omonimo Vincenzo URSO, attivo nel settore delle compravendite immobiliari, in ascesa nel comprensorio bagherese, dunque attivo in un settore economico da sempre al centro degli interessi delle famiglie mafiose.

Ovviamente, laddove un’ipotesi di questo tipo trovasse conferma, appare evidente che un delitto di questa portata non può essere stato portato a compimento senza l’autorizzazione del mandamento mafioso di Bagheria, dal quale dipende il territorio di Altavilla Milicia.

Palermo, 29 marzo 2013

 

Fonmte  Ufficio Provinciale Stampa dei Carabinieri

Dalla  mole di intercettazioni che vanno pubblicando i giornali viene fuori quanto in buona sostanza si pensava e/o si sospettava: al Coinres esisteva un consolidato sistema di "autocontrollo" che consentiva nei fatti ad ognuno di fare quello che gli passava per la testa.

I controlli sulle presenze, sugli straordinari, sui consumi di carburante, sulle ore di impiego dei mezzi noleggiati per le emergenze, erano demandati all'interno e funzionavano come un colabrodo.

Ne fanno fede le numerose intercettazioni riportate sul Giornale di Sicilia di oggi in cui Antonino Di Bella, per tutti Nino, arrestato l'altro ieri assieme  a Diego Lo Paro, impartiva disposizioni al titolare del distributore di carburante Erg di via Consolare, su chi e di quanto poteva approvvigionarsi, pur senza essere autista  dei mezzi autorizzati, secondo le indagini.

Ascoltami dice Di Bella al titolare "sta venendo u Pirainu dagli 20 litri di nafta" oppure "se viene Maria Pia mettici la benzina" o ancora "sta vinennu u muzzicatu dagli 20 euro".

Talvolta era il titolare della pompa a chiamarlo per farsi autorizzare " Quà c'è uno che vuole 5 euro di nafta glieli posso dare? "e ad un altro: "Se non me lo dice Nino non te ne metto benzina".

Bisognerà ora vedere in quali mezzi venisse erogato questo carburante, se nei mezzi del Coinres o in vetture private, come sostiene l'accusa.

Ma anche sulle ore di lavoro dei mezzi Bi Bella interveniva per suggerire: "Il bobcat l'hai scritto ogni giorno? tutto il mese gli devi far fare compresi i festivi" oppure "Scrivi a palicedda, che la palicedda deve lavorare come ha lavorato sempre".

Le presenze sul luogo di lavoro al Coinres, solo ora vengono certificate con un foglio di presenza che viene quotidianamente inviato ai Carabinieri, ma sino a qualche tempo fa i controlli erano inesistenti, perchè svolto da personale interno che era costretto a chiudere un occhio, e più spesso li chiudeva tutti e due.

Di Bella al telefono: "Sono in giro , non passo dall'autoparco firmami la giornata a me  e a mio figlio". O un interlocutore che rivolto a Di Bella  dice:" Io non salgo NIno, Onofrio te l'ha detto di firmare?".

O l'altro che commenta "io è da ieri sera che sono all'Ospedale"; ma secondo i riscontri dei Carabinieri risultava al lavoro.

nella foto l'auto della moglie del sindaco Biagio Sciortino bruciata nell'estate del 2009, periodo caldo delle agitazioni nel Coinres.

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