Arrestati quattro forestali del Distaccamento di Bagheria e un imprenditore edile. Questi i nomi

Arrestati quattro forestali del Distaccamento di Bagheria e un imprenditore edile. Questi i nomi

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Avrebbero taglieggiato numerosi imprenditori compiacenti, adottando modalità estorsive tipiche dell'organizzazione mafiosa, pur indossando una divisa.

E' questa l'accusa contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare che la Squadra mobile di Palermo ha notifcato a cinque persone, un imprenditore edile e quattro appartenenti al Corpo Forestale della Regione Siciliana in servizio presso il distaccamento di Bagheria.

Cinque persone sono state arrestate dalla sezione criminalità organizzata della Squadra mobile di Palermo. Si tratta di quattro agenti del Corpo forestale della Regione siciliana, impiegati nel distaccamento di Bagheria: Pietro Rammacca, 50 anni, e Rosario Spataro, di 49, sono in cella; Domenico Bruno, 49 anni, e Giovanni Fontana, di 51, ai domiciliari.

Arresti in casa anche per un imprenditore edile di Ventimiglia di Sicilia, Rosario Azzarello.

Nel provvedimento, emesso dal Gip Angela Gerardi su richiesta  del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dei pubblici ministeri Alessandro Picchi e Caterina Malagoli.
 

Si ipotizzano i reati di corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, omessa denuncia ed abuso d'ufficio.

L'operazione scaturisce da una indagine più complessa svolta tra il 2011 ed il 2012 dalla Squadra Mobile di Palermo in collaborazione con quella di Agrigento relativa agli assetti mafiosi dell'area orientale della provincia.

In una vicenda che presentava le caratteristiche classiche dell'estorsione è emerso il coinvolgimento di un rappresentante del Corpo Forestale.

Le indagini hanno fatto emergere come un gruppo di appartenenti al distaccamento di Bagheria avrebbe acquisito benefici economici personali, attraverso pratiche di fatto estorsive.

Gli investigatori avrebbero accertato numerosi episodi di corruzione che tendevano a favorire imprenditori compiacenti.

Secondo gli inquirenti l'attività illecita sarebbe stata pianificata con modalità tipiche delle organizzazioni criminali, con notevoli pressioni di carattere psicologico.

Le indagini hanno infine registrato come gli imprenditori considerassero gli operatori della forestale " avidi" e “senza dignità”.

Non si accontentavano del regalo per le festività, ma avrebbero preteso tangenti più sostanziose.

Spesso, però, erano gli stessi imprenditori a rivolgersi agli agenti per evitare i controlli.

Ecco perché le indagini sembrano destinate a coinvolgere altre persone.

 

da gds.it