Aveva adottato per nascondere la droga uno stratagemma che però non ha funzionato. Giacinto Tutino, 57 anni, piccolo allevatore e commerciante bagherese, che nello scorso mese di novembre era stato fermato a bordo del proprio furgone utilizzato per il trasporto di cavalli.
Aveva nascosto la droga, un quantitativo notevole, 250 Kg. di hashish, in alcune intercapedini del furgone dove aveva poi caricato del letame per simulare una attività normale per un allevatore e confondere eventualmente il fiuto dei cani.
Ma l'alzata d'astuzia non ha funzionato anche perchè il grosso carico pare provenisse dalla Campania, e negli ultimi due anni una 'gola profonda' ha consentito a Polizia e Carabinieri di intercettare sempre in autostrada e sempre in vicinanza di Palermo grossi carichi di droga provenienti dalla zona di Napoli.
Ora il G.U.P. Lorenzo Matassa ha condannato ad otto anni Giacinto Tutino, difeso dall'avv. Rosalia Zarcone, durante il processo svoltosi con il rito abbreviato.
La pubblica accusa aveva chiesto dieci anni, ma l'avvocato difensore ha controbattuto che la quantità di principio attivo nella droga era molto basso; non è stata inoltre trovata alcuna connessione con interessi di tipo mafioso.
Tutino infatti, qualche precedente per piccoli reati, non è mai stato coinvolto in accuse che lo vedessero colluso con la mafia.
Nel 1989 durante la terza guerra di mafia che ebbe come epicentro Bagheria, ed in cui furono commessi, da marzo ad agosto una decina di omicidi, alcuni dei quali "eccellenti", un suo familiare Onofrio Tutino, era caduto sotto il piombo mafioso davanti al bar Aurora, mentre consumava un gelato assieme a Bartolomeo Scaduto, anche lui morto nell'agguato.