Cronaca

Nell’ambito dei controlli svolti sul territorio per la ricerca e la repressione delle violazioni in materia di lavoro nero e dei connessi fenomeni di evasione fiscale, i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Bagheria, in provincia di Palermo, hanno scoperto, all’interno di un cantiere edile ubicato nel centro cittadino, ben 12 lavoratori su 13 in totale, assunti completamente in nero; si tratta di soggetti di nazionalità italiana, molti dei quali di provenienza locale.

All’atto dell’intervento, i militari hanno bloccato le diverse entrate che consentono l’accesso all’area del cantiere sul quale, ormai da diversi mesi, è in stato di costruzione un imponente fabbricato ad uso residenziale.

Alcuni lavoratori, intenti sulle impalcature a montare i supporti degli infissi ed i basamenti delle ringhiere, alla vista dei Finanzieri hanno cercato di dileguarsi, ma sono stati raggiunti e subito identificati.

Il responsabile del cantiere, un bagherese sessantenne, alla richiesta di esibire tutta la documentazione ed i rispettivi contratti di lavoro dei dipendenti, ha dovuto ammettere che soltanto 1 lavoratore era stato assunto regolarmente, mentre per gli altri 12 non è stato in grado di certificare la legittimità della posizione lavorativa.

Il consulente del lavoro, sopraggiunto successivamente, non ha potuto far altro che confermare questo stato dei fatti.

Pesanti le conseguenze della condotta illecita scoperta dalla Guardia di Finanza.

La normativa in vigore (Legge 4.11.2010 nr. 183), infatti, prevede una sanzione pecuniaria fissa pari a 1500 euro (definita “maxisanzione”), per ciascun lavoratore irregolare.

A questo importo, sono da aggiungere circa 38 euro pro capite e per ogni giornata lavorativa “in nero” accertata in fase di controllo, nonché un’ulteriore quota di 250 euro per ciascun “mancato” contratto di lavoro e, quindi, per ogni lavoratore irregolare.

Ma la cifra sarebbe facilmente raddoppiata se la violazione non fosse stata sanata entro 15 giorni successivi alla formale constatazione. In tal caso, infatti, le disposizioni in vigore prevedono un raddoppio netto delle sanzioni pecuniarie descritte.

Per evitare questo aggravamento, il responsabile del cantiere, come previsto dalla normativa, ha proceduto all’immediato versamento della sanzione all’Erario, per oltre 23.000 euro ed ha adempiuto, contestualmente, alla tempestiva regolarizzazione dei rapporti di lavoro dei 12 dipendenti, che quindi sono stati tutti legalmente assunti.

In questo modo, egli ha scongiurato sia l’esborso di somme maggiori, ma ha anche evitato l’applicazione di un’ulteriore pena accessoria consistente nel materiale blocco delle attività lavorative, prevista dalla legge nel caso in cui venga accertato che più del 20% della forza lavorativa sia di fatto sprovvisto di regolare contratto di assunzione.

Se, quindi, non vi fosse stata una tempestiva regolarizzazione dei dipendenti ed un contestuale versamento della sanzione pecuniaria inflitta, le Fiamme Gialle avrebbero dovuto segnalare il soggetto al locale Ispettorato del lavoro, per l’emissione di specifico provvedimento di sospensione delle attività presso il cantiere.

L’intervento della Guardia di Finanza, oltre a porre fine ad un’attività illegale, ha permesso a 12 operai, grazie agli strumenti stabiliti dalla normativa, di ottenere un regolare posto di lavoro, con tutte le garanzie e le tutele previste dalla legge.

Fonte  Ufficio Stampa della Guardia di Finanza
 

La tensione tra i dipendenti del Coinres ha avuto nella nottata tra sabato e domenica una manifestazione che si è materializzata con una aggressione di alcuni operai nei confronti di un loro collega, G.Z. di 47 anni, che dopo essere stato minacciato verbalmente al momento di iniziare il proprio turno lavorativo, era stato successivamente raggiunto in via Libertà da quattro - cinque colleghi che erano passati dagli insulti  e dalle provocazioni alle vie di fatto.

Ad un certo punto G.Z. vistosi alle strette avrebbe impugnato un coltello, ferendo con questo, per fortuna soltanto di striscio uno degli aggressori, S.L.M. di 38 anni allontanandosi subito dopo.Il feritore comunque nel corso della stessa notte si sarebbe spontaneamente presentato dai Carabinieri per chiarire la propria posizione.

I motivi del contendere sembra fossero legati al comportamento da assumere in questa fase delicata della vertenza che coinvolge i lavoratori Coinres già Temporary: qualcuno in particolare sosteneva di assumere un atteggiamento di maggiore impegno e collaborazione nell'espletamento dei propri compiti in questa particolare circostanza, gli altri invece erano per una linea che sinteticamente si potrebbe definire "sfascista", del tanto peggio tanto meglio, o comunque per fare emergere una paralisi dell'attività lavorativa conseguente al clima di incertezza sul loro futuro

Un'altra versione sostiene che i motivi della discussione, poi degenerata, sarebbero stati invece banali.

Sembra essere questa la prima ricostruzione fatta a caldo dai Carabinieri di Bagheria intervenuti assieme all'ambulanza del 118 che ha soccorso il ferito

Il ferito è stato già dimesso dall'Ospedale dove era stato in un primo momento ricoverato: pare infatti che fortunatamente  solo uno dei fendenti  abbia provocato una ferita profonda.

 

 

Un singolare modo di truffare gli internauti lo ha messo a punto una misteriosa organizzazione straniera che si materializza con la prima videata che appare un giorno qualunque sullo schermo del vostro computer e vi impedisce di proseguire.

A segnalarcelo è stato il sindacato cittadino della Cisl di Bagheria che ha ricevuto diverse segnalazioni dai propri iscritti, ed oggi è sui giornali cittadini l’allarme della Polizia postale.

E’ un virus, un  "malware”  più esattamente, ma è speciale.

Il frontespizio della pagina incute subito soggezione: “ Polizia postale e delle comunicazione Centro anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche”, ma è ancora niente rispetto a quello che viene dopo che fa correre i brividi sulla schiena.

Il sistema operativo- continua la scritta- è bloccato per la violazione delle leggi della Repubblica italiana perché da questo ip sono stati visualizzati filmati pornografici, e pornografia riguardante bambini ..." e prosegue elencando tutto quanto l’umana abiezione può arrivare a immaginare.

Chi ha ricevuto questo avviso pensa: "sì va bè, magari avrò visto qualcosa, chi non ha peccato scagli la prima pietra , ma da questo ad arrivare a reati abietti ce ne corre".

Pensate magari di essere rimasti vittima di un errore, e riflettete “oddio mamma mia e se mia moglie o i miei figli si trovassero di fronte alla lettura di questo avviso crederebbero alla mia innocenza".?

Però, niente paura vi dice il testo della videata, il problema si può risolvere.

Come?

 È semplice: pagando 100 euro secondo le procedure che vengono analiticamente descritte .tramite Ukash o Paysafe card inserendo le cifre del codice acquistato nell’apposito spazio ecc…

E se non pagate?  occhio che il “computer può essere confiscato e addirittura il caso criminale sarà presentato un Tribunale”. Addirittura!

Ora una persona attenta che sappia appena appena leggere non può cascarci: per l’italiano molto approssimativo, per l’evidente incongruità del fatto che reati di  simile gravità si possano cancellare con 100 euro di multa.

Pare però che siano già un migliaio quelli che a Palermo e provincia ci sono cascati, per dabbenaggine o vergogna, e abbiano mollato il centone. Naturalmente il computer non si sblocca perché deve essere rimosso il “malware”.

In questi giorni la Polizia postale oltre ad indagare sulla banda di hacker, sta facendo una campagna di informazione per consigliare le eventuali vittime  naturalmente di non pagare e di segnalare  casi del genere  alla stessa Polizia postale.
 

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