Sentenza definitiva della Corte dei conti: Iannì e Manenti condannati a pagare 15.000.000 di euro

Sentenza definitiva della Corte dei conti: Iannì e Manenti condannati a pagare 15.000.000 di euro

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Diventa definitiva la stangata per i rimborsi gonfiati ottenuti dalla clinica Villa Santa Teresa di Bagheria. La sezione giurisdizionale d'Appello della Corte dei Conti ha condannato ad un maxi risarcimento per danno erariale Lorenzo Iannì e Giancarlo Manenti.

Iannì dovrà pagare 8 milioni e 350 mila euro, mentre Manenti dovrà sborsare 6 milioni e 471 mila euro.  Manenti era il direttore generale dell'Azienda sanitaria palermitana allorchè lo scandalo  travolse il centro clinico di Michele Aiello, condannato per mafia,, mentre Iannì era il coordinatore sanitario del distretto di Bagheria.

La somma, parzialmente ridotta rispetto a quanto era stato deciso dalla Corte in 1° grado,  andrà all'Agenzia dei beni confiscati che ha la titolarità oggi della Clinica Santa Teresa e dei beni confiscati a Michele Aiello.

Secondo la ricostruzione della Corte e dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione,  Manenti e Iannì hanno consentito, violando i loro doveri di controllo, il pagamento di tariffe gonfiate anche del 400 per cento alle cliniche di Aiello.

L'indagine della magistratura contabile prese le mosse da quella della magistratura ordinaria sulle talpe alla Dda. Con le sue cliniche Villa Teresa e Atm (Alte tecnologie medicali) Aiello aveva ottenuto dalla Regione, all'epoca del governo guidato da Totò Cuffaro, una convenzione con tariffe giudicate eccessive per prestazioni di radio terapia in regime di assistenza diretta negli anni 2002 e 2003. Erano gli anni in cui si era passati dall'assistenza indiretta al regime diretto ed era stato previsto il rimborso dal servizio sanitario nazionale solo per le prestazioni inserite in uno speciale tariffario, il cosiddetto 'nomenclatore'.

Nello stesso periodo, le strutture di Aiello erogavano prestazioni di altissima specializzazione che, non essendo ancora inserite nel nuovo tariffario, non potevano essere rimborsate.

Secondo l'accusa, l'ex direttore generale Manenti, d'accordo con Aiello, avrebbe firmato un provvedimento nel quale attribuiva a Iannì, dirigente del distretto sanitario di Bagheria, la delega a concordare con l'ingegnere le tariffe di rimborso per cinque tipi di prestazioni specialistiche, in attesa dell'eventuale futuro inserimento di quelle prestazioni nel nuovo tariffario.