Inchiesta CIAPI: patteggiano tre collaboratori di Fausto Giacchetto

Inchiesta CIAPI: patteggiano tre collaboratori di Fausto Giacchetto

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A distanza di un anno dagli arresti che fecero esplodere il cosiddetto 'scandalo Ciapi', legato all'uso illecito delle risorse della comunicazione nell'ambito dei progetti della Formazione gestite dal manager Fausto Giacchetto,  indagine portata avanti dal Nucleo di polizia regionale tributaria della Guardia di Finanza coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci, altri quattro imputati chiudono le loro vertenze con la giustizia.

Ne dà notizia il Giornale di Sicilia di oggi in un articolo a firma di Riccardo Arena.

Una condanna a due anni e quattro mesi per Domenico Di Carlo, ex dirigente dell'Area di sviluppo industriale, che si era avvalso del rito abbreviato e tre patteggiamenti tra collaboratori di Giacchetto e imprenditori che con false fatturazioni avevano agevolato la distrazione di risorse.

In particolare il GIP Daniela Cardamone ha ritenuto congruo la pena 'patteggiata' tra i pm dell'inchiesta e i difensori degli imputati Sergio Colli della Media Center e Management, Pietro Messina, resosi disponibile per fatturazioni fittizie, e Angelo Vitale della Sicily Communication srl, condannati rispettivamente ad un anno due mesi e dodici giorni, un anno e undici mesi e due anni.

Secondo l'accusa le aziende di Colli e Vitale erano di fatto appartenenti o comunque nella disponibilità di essere manovrate da Giacchetto, e gli imputati all'inizio una ventina, tra i quali anche politici dai nomi altisonanti,  si erano resi responsabili, sia pure con diversi livelli di responsabilità, dei reati che andavano dalla associazione a delinquere alla truffa aggravata, dalla falsa fatturazione, alla corruzione, alla violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti.

Aveva già patteggiato la pena (sospesa) ad un anno e sei mesi anche un alto dirigente dell'Assessorato, Gian Maria Sparma.

Le pene comminate agli imputati che hanno 'patteggiato' sono al disotto del tetto che consentirà loro  di potere ususfruire della 'condizionale; non solo ma l'avere  patteggiato la pena restituisce a questi quattro imputati, le cui dichiarazioni sono state decisive per l'inchiesta,  la qualità di testimoni del processo, elemento decisivo per potere confermare in aula le accuse a Giacchetto.

Al rito ordinario andranno davanti alla V sezione del Tribunale Fausto Giacchetto, la moglie Concetta Argento, la segretaria Stefania Scaduto, l'ex presidente dell'Ente di formazione Francesco Riggio, l'ex assessore regionale al Lavoro Luigi Gentile, e l'ex direttore dell'Agenzia per l'impiego Rino Lo Nigro.

I politici in qualche modo tirati in ballo sono sostanzialmente usciti dall'inchiesta, e l'unico che ancora  subisce le misure restrittive è Fausto Giacchetto.

 

 

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