Adesso la magistratura vuole vederci chiaro nei rapporti tra Sergio Flamia e i servizi segreti

Adesso la magistratura vuole vederci chiaro nei rapporti tra Sergio Flamia e i servizi segreti

cronaca
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Sergio Rosario Flamia, primo pentito bagherese di un certo peso, è diventato, al di là del suo stesso spessore criminale che pure non è dappoco, una sorta di pietra dello scandalo attorno a  cui si sta giocando una partita complicata tra  pezzi dello Stato.

La magistratura vuole, prendendo il caso Flamia come occasione, mettere in riga i servizi (ammesso che sia possibile), per tentare di disciplinarli e di costringerli che sia pure con la garanzia della riservatezza, anche loro sono tenuti a rispettare leggi e comportamenti.

Per questo la Procura di Palermo ha avviato una indagine sul cosiddetto 'protocollo Farfalla' siglato tra Servizi e amministrazione penitenziaria, e sulle visite che al di fuori di ogni norma e controllo agenti segreti presentatisi come avvocati hanno avuto con Flamia durante il periodo della sua carcerazione dal quando nel luglio- agosto dle 2008 cominciò la sua collaborazione.

I magistrati che conducono il processo trattativa stato-mafia, Di Matteo, Del Bene, Scarpinato, vogliono capire se le sue dichiarazioni che tendono a scagionare i generali Mori e Obinu dall'accusa di avere di fatto evitato la cattura di Bernardo Provenzano nel 1993 a Mezzoiuso, non siano state abilmente pilotate.

Ma c'è qualcosa di più grave che deve essere chiarito: come dice Flamia, e come i fatti confermano, questi seppe in anticipo che sarebbe stato arrestato nell'ambito dell'operazione Perseo che scattò il 16 dicembre del 2008, e sa anche, cosa effettivamente riscontrata che volutamente era stato fatto un errore nella data di nascita riportata sul mandato di fermo ( da 21.02.61 trasformata in 04.02.58), per rinviare di qualche giorno il suo arresto ( sarà infatti arrestato il 19 di dicembre).

Ma non basta: c'è un fatto se possibile ancora più grave, e cioè che a Flamia l'imputazione sarebbe stata derubricata da associazione mafiosa ad assistenza agli associati, e la domanda è: chi si è prestato e perchè a queste operazioni che si collocano fuori dalla legge e che nessun diritto alla riservatezza può legittimare? 

Perchè  sin quando si tratta di aiutare il mafioso a finire in un carcere più comodo magari passi, ma riuscire ad indurre in errore il magistrato, o peggio coinvolgerlo in un falso voluto e addirittura riuscire a far derubricare un reato, questo no; neanche l'opinione pubblica italiana che non è di palato fine sul terrreno delle tutela delle guarentigie della magistratura riesce a digerirlo.

E poi perchè era così importante il confidente Sergio Rosario Flamia per l'AISI (il servizio segreto civile) da costruire attorno a lui questo sistema di protezione? 

Flamia naviga, come si diceva un tempo tra Scilla e Cariddi: sa bene che alcune delle cose che dice inguaieranno qualcuno molto in alto nei servizi segreti, ma non ha scelta: per legittimare il suo status e la sua credibilità di pentito, sa che a questo punto non può più tacere nulla, perchè rischia di mettere in forse la sua 'carriera' di pentito, anche perchè già in uno dei primi verbali che contengono le sue dichiarazioni da pentito i magistrati lo avevano messo in guardia da farsi prendere per spirito di amicizia da qualche amnesia, omissione o sottovalutazione del ruolo avuto nell'organizzazione mafiosa di alcuni dei suoi sodali.

Da un canto i p.m. davanti ai quali ha iniziato il suo racconto-pentimento,  hanno giusto motivo di ritenere che tante delle cose dette da Flamia trovano puntuale riscontro, anche se, come dicevamo, all'inizio il Flamia aveva esordito cercando di sminuire il ruolo e le responsabilità di molti degli associati arrestati con lui nell'operazione 'Argo';  i p.m.hanno intuito e sventato subito questa manovra e gli hanno parlato chiaro, ed in questo senso nei verbali c'è un passaggio illuminante  che sommariamente riportiamo:

P.M:  Flamia, una cosa, tutti quelli, tutti i collaboratori, le persone che sentono vicine, sentono amiche poi istintivamente cercano di tenerle un pochino...

Flamia: No..

P.M. Ascolti, mi faccia dire una cosa e io le dico una cosa, una cosa che lo capisco, non viene fatta nemmeno per male, perchè è una cosa un qualcuno è istintiva...vorrei dire una cosa però, il difetto di queste cose, alla lunga poi vengono fuori...e poi finiscono per contraddire tutto una, tutta un'immagine..

Flamia : Dottore guardi nella maniera assoluta che io sto cercando  di coprire la posizione di Girgenti o la posizione di qualcun altro..

P.M.: ...è un problema di fatti, di capire i fatti, questo le voglio dire che poi un atteggiamento che magari non è per, che non vale per tutti lo stesso criterio, ma finisce che alla lunga scredita la figura perchè si scopre che ste cose vengono fuori, quindi..ed io le voglio dire questo, non è che lei deve usare il metro suo, cioè di dire: per essere un soggetto inserito in un contesto mafioso o vicino ad una famiglia mafiosa bisogna aver fatto omicidi, partecipato a fatti gravi come omicidi, perchè ..a noi i fatti interessano.

Pentito avvisato...

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