Ancora un pentito di peso nel territorio del mandamento di mafia bagherese: si tratta del pescatore Cosimo D'Amato (nella foto) che, già condannato con il rito abbreviato a 30 anni per la strage di Capaci, sta collaborando con la giustizia.
La notizia è venuta fuori nel nuovo processo, in corso davanti alla Corte d'Assise di Caltanissetta. in cui persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della polizia di Stato, Il pm della Dda Stefano Luciani ne ha chiesto l'audizione.
Sotto processo, con l'accusa di strage, ci sono i mafiosi Salvo Madonia e Vittorio Tutino, assieme a Giorgio Pizzo, Cosimo Lo Nigro e Lorenzo Tinnirello.
D'Amato, secondo l'accusa, è l'uomo che aiutò i componenti della cosca mafiosa di Brancaccio a reperire l'esplosivo in una zona nel golfo di Palermo, detto dai pescatori 'u fussuni' dove pare alla fie del 2° conflitto mondiale ne fosse stato affondato una grande quantità, e dove solitamente si rifornivano i pescatori di frodo per preparare i loro ordigni.
In una abitazione del centro negli anni '80 a Porticello furono tra l'altro rinvenute centinaia di chili di materiale esplodente; era stato un pentito a dichiarare che era andato proprio a Porticello da D'Amato a prelevare i bidoni di esplosivo.
Il processo d'Appello in abbreviato, che vede imputati anche Giuseppe Barranca e Cristofaro Cannella, condannati all'ergastolo in primo grado, comincerà a Caltanissetta il prossimo 14 ottobre.