I vertici del mandamento mafioso di Bagheria negli ultimi dieci anni (Terza parte)

I vertici del mandamento mafioso di Bagheria negli ultimi dieci anni (Terza parte)

cronaca
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Con questa terza parte si chiude la ricostruzione dei vertici del mandamento mafioso di Bagheria negli ultimi dieci anni.

Con la gestione di Di Salvo Giacinto il mandamento di Bagheria era così composto:
- Mandamento di Bagheria retto da Di Salvo Giacinto, poi affiancato in qualità di vice capo da Lauricella Salvatore;
- Famiglia di Bagheria retta da Di Salvo Giacinto;
- Famiglia di Villabate retta da Lauricella Salvatore;
- Famiglia di Ficarazzi retta inizialmente in duplicità di incarico da Lauricella Salvatore, poi sostituito da Leonforte Atanasio Ugo;
- Famiglia di Altavilla Milicia retta da Lombardo Francesco, poi sostituito da La Mantia Rosario ;
- Famiglia di Casteldaccia..

Nel periodo successivo alla latitanza di Antonino Messicati Vitale, così come documentato dall’indagine “Argo”, la reggenza della famiglia di Villabate è stata affidata ad un uomo a sua volta legato sia a Giovanni D’Agati sia ad Antonino Messicati Vitale: Salvatore Lauricella. Anche la reggenza in capo al Lauricella si è caratterizzata, così come quelle di Nicola Mandalà, di Giovanni D’Agati e di Antonino Messicati Vitale, dalla sua estrema vicinanza alla famiglia di Bagheria, capeggiata da Giacinto Di Salvo.

- 2014: l’operazione “Reset”.

Un anno dopo l’esecuzione dell’operazione “Argo”, il 5 giugno del 2014, veniva data esecuzione ad un’ulteriore operazione nel territorio di Bagheria e Villabate: l’operazione “Reset”. In tale contesto sono emersi i più recenti equilibri del mandamento di Bagheria, retto operativamente, sotto la supervisione strategica di Nicolò Greco, da Giuseppe Di Fiore.

Con la gestione di Di Fiore Giuseppe il mandamento di Bagheria era così composto:
- Mandamento di Bagheria retto da Di Fiore Giuseppe;
- Famiglia di Bagheria retta da Di Fiore Giuseppe;
- Famiglia di Villabate retta da Terranova Francesco;
- Famiglia di Ficarazzi retta inizialmente da Leonforte Atanasio Ugo, poi sostituito da Comparetto Giuseppe;
- Famiglia di Altavilla Milicia retta da Modica Michele detto “l’americano”;
- Famiglia di Casteldaccia.

Sin qui, per grandi linee, la ricostruzione dei più recenti equilibri mafiosi bagheresi effettuata grazie all’incrocio fra le dichiarazioni di recenti collaboratori di giustizia (tra cui Sergio Rosario Flamia, Antonino Zarcone, Salvatore Lo Piparo) ed i dati investigativi raccolti nel tempo attraverso le indagini sopra menzionate.
In sintesi, sino all’anno in corso, tutti quegli uomini storicamente legati a Bernardo Provenzano hanno gestito le dinamiche mafiose, più attuali e delicate, della famiglia mafiosa di Bagheria e dell’intero mandamento.

 Lo spostamento del Mandamento da Bagheria a Villabate dopo l’operazione “Reset”

Dopo gli arresti connessi all’operazione “Reset” e, ancora successivamente, dopo l’arresto di Messicati Vitale Antonino (avvenuto il 07.10.2014), si è assistito, questa volta senza spargimenti di sangue, ad un nuovo spostamento del baricentro del Mandamento da Bagheria a Villabate.
Pitarresi  Giampiero, infatti, approfittando da un lato del vuoto creatosi a Bagheria a seguito dell’operazione “Reset” e dall’altro del legame saldo e sedimentato con i vertici del mandamento palermitano di Porta Nuova, è riuscito a spostare, dopo anni di dominio bagherese, l’epicentro del mandamento da Bagheria a Villabate.

Tale acquisizione, di straordinaria rilevanza strategica, proviene dalle dichiarazioni logiche, circostanziate ed assolutamente riscontrate dalle indagini in corso, del neo collaboratore Sollima Salvatore.

Il complesso delle indagini consentiva di delineare le attuali dinamiche della famiglia mafiosa di Bagheria:
- il vertice della famiglia mafiosa di Bagheria è rappresentato da Testa Nicolò inteso Nicola ;
- a collaborare strettamente il Testa, vi è D’Amico Carmelo, con funzioni di capo decina, ed un anziano soggetto, carismatico e riservato, ....Omissis.... e, subordinato al predetto, con ruoli esecutivi, Di Salvo Pasquale, che si possono valere di una quindicina di fiancheggiatori ....Omissis....

Il vuoto di potere determinatosi in conseguenza delle recenti operazioni di polizia “Argo” e “Reset” contribuiva a determinare l’ascesa di Testa Nicolò inteso Nicola che, indubbiamente, rappresenta un elemento di continuità con Di Fiore Giuseppe e di equilibrio nella gestione degli affari di quel sodalizio.
Sostanzialmente, Testa Nicolò prendeva il posto fino ad allora occupato da Di Fiore Giuseppe (per la famiglia di Bagheria, ma non anche per il Mandamento) e diveniva la figura di maggior riferimento su Bagheria.

 

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