Commozione vera alla cerimonia per la perdita di Patrizia Salerno

Commozione vera alla cerimonia per la perdita di Patrizia Salerno

cronaca
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Le colleghe di stanza e di ufficio che non riuscivanmo a trattenere le lacrime, la forte commozione del sindaco Vincenzo Lo Meo e dell'ex sindaco Biagio Sciortino, nei brevi interventi che pronunciano alla conclusione della cerimonia, le parole di conforto religioso del celebrante, così profonde e pertinenti, che pure non aveva conosciuto Patrizia.

Patrizia è in Germania, a Ulm, dove soleva recarsi dopo le cure che stava facendo a Milano per il male che l'aveva colpita, e dove la vita l'ha lasciata, a soli 48 anni.

Nelle stesse ore in cui nelle cittadina tedesca i familiari più stretti di Patrizia davano l'addio alle sue spoglie mortali, a Bagheria in una analoga cerimonia, pur senza la presenza del feretro, l'addio a Patrizia è stato altrettanto coinvolgente.

In Chiesa ci sono soprattutto i colleghi, assieme ai familiari di Patrizia rimasti a Bagheria; ci sono Lo Meo e Sciortino, in prima fila anche la presidente del consiglio, Caterina Vigilia; c'era anche il vicepresidente Antonio Scaduto, la segretaria generale Mimma Ficano,  tanti gli asessori e i consiglieri, ma c'erano soprattutto loro, i colleghi di lavoro, che nei venti anni di attività presso il Comune avevano imparato a voler bene e ad apprezzare, questa ragazza, dolce e discreta, grande lavoratrice, preparata e gentile con tutti.

Non si poteva non voler bene a Patrizia, ci dice qualcuno, perchè era innanzitutto una bella persona. Amava la musica, ci ricorda l'architetto Rosario Scaduto che assieme ad un gruppo di amici della ragazza, ce ne ricorda le doti e le passioni.

L'amore per la musica l'aveva presa dal padre Vincenzo, che per decenni sin dai primi anni '70, fu un punto fisso di riferimento, per quelle occasioni in si voleva regalare un disco.

Non si riescono a dare pace soprattutto le colleghe di stanza e di ufficio di Patrizia, quelle che la incontravano ogni giorno, e che ogni giorno, vedevano la sua lena nel lavoro, la sua serenità, la sua capacità di risolvere dietro le porte del potere anche situazioni difficili che si venivano a creare.

Tutti i sindaci a partire da Giovanni Valentino nel 1996 l'avevano trovato e confermata in quell'ufficio estremaente delicato che è la segreteria di un sindaco: dove contano sì la professionalità e la discrezione, ma dove le armi vincenti, come Patrizia aveva saputo dimostrare, erano state la dolcezza e l'affabilità.

 

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