Emergono altri dettagli sul ruolo del pescatore porticellese Cosimo D'Amato negli attentati di mafia

Emergono altri dettagli sul ruolo del pescatore porticellese Cosimo D'Amato negli attentati di mafia

cronaca
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Potrebbe aver procurato l'esplosivo anche per l'attentato a Giovanni Falcone alla moglie ed alla  scorta, Cosimo D'Amato il pescatore di Porticello arrestato in seguito alle indagini della Procura di Firenze sugli attentati di mafia dal 1993 al 1995.

Continuano ad emergere altri particolari sulle motivazioni che hanno portato al suo arresto.

Secondo quanto scrive repubblica.it, determinanti per la sua individuazione sarebbero state le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza. “Circa un mese e mezzo prima della strage di Capaci – ha messo a verbale l'ex sicario del clan Brancaccio - vengo contattato da Fifetto Cannella, mi dice di procurare una macchina più grande che dobbiamo prelevare delle cose. A piazza Sant’Erasmo, ad aspettarci, c’erano Cosimo Lo Nigro e Giuseppe Barranca. Noi aspettavamo anche Renzino Tinnirello. Quindi siamo andati a Porticello, ci siamo avvicinati alla banchina e c’erano tre pescherecci ormeggiati: siamo saliti sopra uno di questi e nei fianchi erano legate delle funi, quindi abbiamo tirato la prima fune e c’erano praticamente semisommersi dei fusti, all’incirca mezzo metro per un metro. Quindi, abbiamo tirato sulla barca il primo fusto, poi il secondo e li abbiamo trasferiti in macchina”.

Su queste dichiarazioni hanno lavorato i pm di Firenze, ma anche i colleghi della Procura di Caltanissetta, che si occupano dei misteri del '92: su una di quella barche ci sarebbe stato Cosimo D'Amato, il regista di quella delicata consegna.

Le indagini di Caltanissetta sul pescatore palermitano sono ancora in corso, anche per verificare eventuali complicità.

Non è semplice recuperare esposivo da siluri o bombe inesplose, bisogna essere artificieri particolarmente esperti e questo rimanda ad eventuali complicità in alto loco di cui si è sempre parlato negli attentati mafiosi del '92 e degli anni successivi.

Ma su questo aspetto le dichiarazioni del collaboratore Spatuzza sono ancora coperte dal segreto istruttorio. E a Caltanissetta, D'Amato è tecnicamente ancora un indagato a piede libero.

Le indagini di Firenze, invece, si sono concluse nelle scorse settimane: D'Amato è adesso accusato di aver procurato l'esplosivo per gli attentati di via Fauro a Roma (14 maggio 1993), via dei Georgofili a Firenze (27 maggio 1993), San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro a Roma (28 luglio 1993), via Palestro a Milano (27 luglio 1993). L'uomo avrebbe fornito il tritolo anche per il fallito attentato allo Stadio Olimpico di Roma del 23 gennaio 1994.


 

 

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