“Pazia-Nato”, a proposito del dipinto Arsura esposto al Museo Guttuso- di Ezio Pagano

“Pazia-Nato”, a proposito del dipinto Arsura esposto al Museo Guttuso- di Ezio Pagano

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“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”: Topazia e Renato si sono trasformati in “Pazia-Nato”, come affettuosamente li chiamava l’amico Nino Franchina.

Quando si dice qualcosa di importante primo o poi torna sulla bocca di tutti, con questo auspicio anticipo una ricerca, attenta, motivata e documentata su “Arsura”, il dipinto esposto al Museo Guttuso, che spero si rivelerà uno scoop di cui tutti potranno beneficiare. Certo, si tratta di una storia senza più le parti in causa per poter apporre il sigillo definitivo, in compenso però ci sono documenti che, al netto dei pregiudizi, basterebbero per dire che “Arsura”, dipinto del 1931 siglato da Topazia Alliata nel 2005, potrebbe essere stato dipinto da Renato Guttuso. Anche considerando alcune attenuanti, a partire dalla motivazione che spinse lo stesso Renato ad attribuirlo a Topazia. In subordine potrebbe essere attribuirlo a “Pazia-Nato”. A scanso di equivoci, dico subito che si tratta di un dipinto accademico e questo rende ancora più difficile l’attribuzione e, se non fosse per le testimonianze raccolte, si potrebbe attribuire a qualunque pittore di buona mano. Certamente a Renato Guttuso non mancavano le capacità, basta vedere un altro suo dipinto di pari data, ancora un nudo. Già in quegli anni Guttuso pensa, vede e agisce in modo diverso dai suoi coetanei: si innamora di una duchessa, “affresca” la Chiesa d’Aspra, scrive di critica d’arte, intrattiene rapporti con grandi personaggi, inventa miti ed è consapevole del suo futuro: fare il pittore (e che pittore!), visto che la sua vivace tavolozza e il vibrato delle superficie con le sue pennellate affascinano tutti, critici e collezioni, assicurandosi un brillante percorso artistico che non tradisce il Genius loci di Bagheria.
A proposito del Genius loci, chiudo con un aneddoto ricordatoci dall’amico Piero Violante: «In una paludata occasione accademica, Natale (Tedesco) rivolgendosi a Nino Buttitta e a Franco Lo Piparo esclamò: "Oggi si può ben dire - almeno così mi pare - che abbiamo bagherizzato Palermo". E' giusto ricordarlo nel giorno dell'anniversario di Nino Buttitta che spingeva, con successo stuolo di allievi, verso l'obiettivo della bagherizzazione ben oltre la capitale siciliana».
Spero di poter pubblicare presto le motivazioni dell’attribuzione a Guttuso del dipinto “Arsura”, che, anche s’è accademico, insieme alle pitture della chiesa di Aspra e quelle della cappella di Palazzo Butera, sono utili alla ricostruzione del periodo meno noto, quello giovanile, del grande maestro bagherese.

Ezio Pagano

Foto: Renato Guttuso, Topazia Alliata e Nino Franchina. A fianco “Arsura”, opera esposta al Museo Guttuso

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