Si infiamma la campagna elettorale a Casteldaccia - di Angelo Gargano

Si infiamma la campagna elettorale a Casteldaccia - di Angelo Gargano

Politica
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Si era già capito che non sarebbe stata una campagna elettorale facile per nessuno, neanche per il cronista che ha il dovere di raccontarla in modo distaccato e imparziale. La successione a Giovanni Di Giacinto che dopo dieci anni lascerà la carica di sindaco di Casteldaccia sta rivelando uno scontro durissimo tra gli schieramenti in campo.

Si ha l'impressione che dopo la prima parte di campagna elettorale, deposto il fioretto, i contendenti abbiano impugnato il bastone. In una realtà piccola le 'voci' e più spesso i 'pettegolezi' si diffondono più velocemente delle posizioni politiche ragionate, boatos  che poi si alimentano e si amplificano con il  tifo dei supporters.

Ne abbiamo riprova nella manifestazione di presentazione delle liste a sostegno di Spatafora  sindaco, avvenuta ieri nel baglio della Torre del Duca Corvo di Salaparuta, il topos per eccellenza della identità casteldaccese, che anche in questa campagna elettorale più che da collante sta funzionando come elemento di divisione.

Sede istituzionale della giunta e del comune di Casteldaccia, come propone il candidato sindaco Spatafora, o  centro museale e culturale come ribatte il raggruppamento di Montesanto ?

Entrambe posizioni legittime, sulle quali si potrebbe ragionar serenamente e proficuamente  fuori da un contesto elettorale; la destinazione di quest'opera, il cui restauro deve essere ancora comunque completato,  è invece da un anno a questa parte diventata un casus belli tra maggioranza e opposizione

Va in scena domenica pomeriggio uno degli snodi decisivi a livello di immagine di questo confronto-scontro che sta coinvolgendo l'intera cittadina: 120 canddati in sette liste vedono anche divisioni fratricide all'interno di una stessa famiglia.

Tanta gente, trecento persone almeno che si contrappongono alla manifestazione di apertura della candidatura di Giuseppe Montesanto che all'Hotel Solunto mare fece il pienone.

E poi la guerra pscicologica, di chi dichiara, da entrambi gli schieramenti, cercando di 'gasare' i propri simpatizzanti e attivisti, di avere già vinto, e che il 9 e 10 giugno sarà solo una pura formalità.

All'avvio della manifestazione c'è Carmelo Calò che chiama sul palco in un primo momento il candidato sindaco Fabio Spatafora, gli assessori designati,  Vincenzo Accurso e Giuseppe Canale, quest'ultimo però assente per questioni familiari, ed il sindaco uscente Giovanni Di Giacinto.

Accurso ripercorre serenamente le cose fatte e le cose che restano da fare dall'amministrazione della quale è stato parte; ma la vera novità sottolinea Accurso è la riforma elettorale introdotta dal governo  Crocetta con il voto di genere che favorirà senz'altro un ingresso significativo di donne all'interno delle istituzioni.

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Ma è Giovanni Di Giacinto, che con il suo intervento di saluto, dà fuoco alle polveri: una coalizione divisa al proprio interno, definisce il raggruppamento che sostiene Montesanto, in cui liste e candidati vanno per i fatti propri inseguendo il loro particolare interesse, senza avere un riferimento forte nella figura del sindaco.

Tant'è che ognuna delle liste sta facendo una propria presentazione senza un momento unitario di sintesi.

Quella di stasera, precisa, è invece una 'vera festa di popolo a sostegno della candidatura a sindaco di Fabio Spatafora'.

Ironizza, il sindaco uscente, sul nuovo che sarebbe presente nelle liste concorrenti e sulle pratiche clientelari che starebbero portando avanti i sostenitori del candidato sindaco Montesanto.

Poi l'accusa neanche tanto velata a Montesanto, che fu per poco più di un anno assessore ai lavori pubblici della sua giunta, di non avere realizzato granchè nel periodo in cui fu parte della sua maggioranza.

Si toglie più di un sassolino dalla scarpa, il presidente del gruppo del Megafono a Sala d'Ercole, di fronte alle pesanti accuse che ha ricevuto in questi mesi su una serie di scelte amministrative e gestionali dal project financing per l'affidamento della gestione degli impianti di pubblica illuminazione alle spese 'facili e folli', così le hanno definito i suoi antagonisti,  dall'auto blu, alle notti bianche, alle consulenze. 

E promette un finale col botto: 'Ho prenotato due ore di comizio per la serata di chiusura' , conclude; e non si capisce se è una promessa o una minaccia.

Poi Fabio Spatafora, candidato sindaco, che si vede che deve entrare ancora nella parte: 'la mia professionalità, la mia storia personale e politica a disposizione della mia comunità in un momento particolarmente difficile per Castedaccia' è il messaggio che vuole mandare ai propri concittadini.

Voglio 'unire  e non dividere'  dice Fabio Spatafora, vuole chiudere il tempo delle sterili contrapposizioni e delle polemiche, 'mettendosi tutti attorno ad un tavolo per il bene di Casteldaccia'

Finisce con i quaranta candidati delle due liste di sostegno Il bene in comune e Per Casteldaccia che il candidato sindaco presenta, chiamandoli  uno per uno sul palco, e accompagnandoli con espressioni di incoraggiamento.

L'appuntamento è rinviato alla sera del 10 giugno, quando vincitori e vinti, come aveva già detto Di Giacinto, si potranno vedere solo a urne aperte e schede scrutinate.

 

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