Brindano U.D.C. e Di Pietro: si rafforza la coalizione di Sciortino

Brindano U.D.C. e Di Pietro: si rafforza la coalizione di Sciortino

Politica
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Tengono PDL e PD, brindano UDC e IDV, delude MPA, liste minori di sinistra e radicali al di sotto del 2%. Questi in estrema sintesi i risultati delle europee a Bagheria.
Sono diversi gli angoli di visuale e le chiavi di lettura attraverso cui può essere interpretato il risultato del voto europeo a Bagheria.
E diciamo Bagheria, sia perchè altri, e meglio di noi, potranno spiegare le ragioni di questo voto in Sicilia e in Italia, sia perché anche nella stessa Sicilia esistono difformità nelle varie province.

Per questo vogliamo limitarci a capire, e se ci riusciamo anche a far capire, perché i bagheresi hanno votato così.
Un dato è comune a tutto il territorio nazionale: la riduzione dei votanti, che nella circoscrizione delle isole Sicilia-Sardegna assume dimensioni più vistose, tant’è che la percentuale dei votanti non raggiunge il 50% (a Bagheria addirittura il 46,26).

Disinteresse, sfiducia, lontananza delle (e dalle) istituzioni e anche degli eletti dalla gente, scarsa comprensione di come l’Europa possa entrare nella nostra vita quotidiana (invece c’entra, eccome!). Queste possono essere in larghissima parte le motivazioni.

L’astensione ha penalizzato in Sicilia soprattutto il Popolo della Libertà, per cui non c’è stata quella marea di voti che nei desideri di Berlusconi avrebbe dovuto travolgere il PD: l’avevamo già accennato, ma pensiamo che Berlusconi sembra scontare presso l’elettorato più tradizionalista gli effetti di una caduta di immagine per la vicenda Noemi

Non solo: ma dietro il voto si avverte qualche sinistro scricchiolio per il PDL dovuto a cause concomitanti: il rafforzamento della Lega che è il partito più premiato dalla esperienza e dai provvedimenti del governo, la difficoltà di un elettorato “d’ordine” quale quello dell’ex partito di Alleanza Nazionale, di riconoscersi nelle disinvolte piroette di Berlusconi sui temi della moralità pubblica e privata.

Ma torniamo subito a Bagheria, laddove al di là dell’astensione più marcata che nel resto dell’isola, gli elementi caratterizzanti sono:

1) La permanenza di un dato, che ormai si trascina da quaranta anni, di due terzi dell’elettorato dislocati su posizioni di centrodestra moderato ed un terzo su posizioni riformiste; cambiano i nomi dei partiti, un tempo D.C., P.R.I., P.S.D.I., MSI, P.C.I., P.S.I., poi Forza Italia, A.N. , P.D.S., C.C.D. Margherita ecc.. , ed oggi P.D.L. U.D.C., P.D., I.D.V. ecc...
Le svolte sono avvenute quando una parte di questa componente moderata si è spostata su posizioni di centro riformista, come sta avvenendo per l'U.D.C. nella amminsitrazione locale a Bagheria.
Mentre nazionalmente, questo partito cerca di ricavarsi il ruolo di ago della bilancia

2) Un risultato non esaltante per il Popolo della Libertà, dovuto quasi certamente al fatto che a Bagheria non esiste neanche la traccia di un PDL come partito organizzato al di fuori del consiglio comunale:c’èappunto un gruppo consiliare che cresce o diminuisce a fisarmonica, a secondo delle stagioni politiche, non ci sono vere figure di leader, che riescono ad essere punto di riferimento, però, malgrado tutto, il risultato lo fanno sempre.

3) L’MPA di Raffaele Lombardo, coglie a Bagheria un risultato largamente inferiore alle aspettative ed a quello che riesce a ottenere nel resto dell’isola dove supera l’U.D.C. sia pure assieme ad altri, e nella stessa Palermo.
Anche qua il motivo è ascrivibile soprattutto al fatto che non si è ancora formato un vero gruppo dirigente, riconosciuto e compatto, ma che in realtà si muovono singole personalità e spezzoni di movimenti che non riescono a far emergere il valore della proposta autonomistica del governatore della Sicilia.

4) L’UDC ottiene a Bagheria un risultato il 23%, che è probabilmente uno dei migliori del partito in Sicilia, e questo assieme ad un 18% non negativo del P.D., considerando le infauste previsioni della vigilia, è una boccata di ossigeno per la coalizione di maggioranza, che ove si assommino i voti dei consiglieri indipendenti che sono andati trasversalmente in varie liste e quelli di M.P.A. (che raggiunge quasi il 6%) rappresentato in giunta, dà alle forze che sostengono il sindaco la maggioranza.

Un risultato di buon auspicio per Biagio Sciortino? non siamo in grado di prevederlo...

Lesperienza insegna che l’elettore ormai molto laicamente vota per la “circostanza” specifica, per quel candidato particolare o quella esigenza particolare.
Però, comunque sia, suona come un incoraggiamento soprattutto per l’U.D.C.: ma, paradossalmente, è proprio da questo partito che potrebbero venire i problemi per Biagio Sciortino.
Un partito che da solo rappresenta ormai quasi un quarto dell’elettorato bagherese potrebbe a buona ragione presumere di avere i titoli per una guida della città, come pure un sindaco che porta ad un rafforzamento dei partiti della coalizione ha tutto il diritto di ritenere che questo sia anche frutto del suo lavoro.

Si aprirà quindi nei prossimi due anni un contenzioso, che si giocherà in passaggi molto riservati e silenziosi, per decidere il “competitor” di un candidato di centrodestra che stavolta , pensiamo verrà scelto, con grande attenzione e discernimento.
Due anni sono pochi e sono tanti, e tante cose possono succedere in questo intervallo di tempo, anche perché rispetto alla concentrazione di voti che avviene in una elezione europea, un voto amministrativo e ne abbiamo esperienza porta alla proliferazione di liste civiche e quindi alla difficoltà di poter fare previsioni credibili.

La prima mano, a Bagheria, l’hanno vinta i partiti della coalizione che sostiene il sindaco, e su questo non ci piove.

P.S. Ci scusiamo con i lettori e con gli interessati perchè, nella primitiva formulazione dll'articolo avevamo erroneamente considerato l'Italia dei Valori come un partito che sostiene la maggioranza, solo che non è così, anche se IDV non ha rappresentanti in consiglio. Ma la sostanza politica del ragionamento rimane immutata.
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