Un commissario del prefetto, e indagine della magistratura

Un commissario del prefetto, e indagine della magistratura

Politica
Typography


Siamo costretti a ripeterci; ma è difficile trovare le parole giuste per esprimere la rabbia, l’indignazione, lo sconcerto e lo schifo per quello che stiamo vedendo in questi giorni nelle nostre strade.
E’ pure vero però che i “baarioti” abbiamo la memoria corta, anzi cortissima, soprattutto quando ci conviene; fra qualche giorno, lo sappiamo già, palla avanti e pedalare alla ricerca del nostro "particulare",
e ci saremo già scordati di schifo e monnezza.
E’ ovvio pensare alle facce di bronzo di quanti sindaco e assessori, tra qualche giorno, rimossi i cumuli, torneranno a parlare di città che cambia solo, perché si inaugura un posteggio o una piazza, o si restaura ( in parte) la Certosa o perché un nostro concittadino porta il nome di Bagheria sugli schermi di tutto il mondo.
.

Ma una riflessione non contingente deve però essere fatta.

“C’è del marcio in Danimarca”, faceva dire nel suo “Amleto” Shakespeare a Marcello.
C’è del marcio, a Bagheria, e nei 22 comuni dell’ATO Palermo 4, come c’è del marcio nell’AMIA.
Ma noi vogliamo continuare ad occuparci di Bagheria
A partire dall’ipocrita scaricabarile delle responsabilità sulla Regione o sugli Ato rifiuti che non hanno funzionato come sentiamo dire in coro, da maggioranza e opposizione.
Due bugie in un colpo solo: non è vero che tutti gli ATO rifiuti non funzionano, perché anche in Sicilia ci sono isole felici, in cui i Consorzi vengono gestiti in maniera oculata e attenta da veri manager, e dove le città sono pulite. A due passi da noi c’è Termini Imerese, l'ATO Madonie, più in là Siracusa.
Ma poi, chi mai saranno i dirigenti di questi ATO rifiuti responsabili di tutte queste nequizie?
Chi saranno stati presidenti e vicepresidenti, responsabili, e titolari delle decisioni dell’ATO PA4 ?


Semplice: sono gli stessi sindaci, che solo negli ultimi due anni, hanno consentito un paio di centinaia di assunzioni clientelari, che hanno fatto lievitare i dipendenti sino a 540 ( di questi 180 solo a Bagheria) , che hanno tollerato che molti dei neo assunti andassero a riempire inutilmente gli uffici, che hanno fatto diventare colonnelli e generali amici e amici degli amici, in una sfrenata corsa verso il borbonico ”todos caballeros”, e che in questa vergognosa gestione hanno fatto lievitare i costi a dismisura ( il canone di servizio a Bagheria da circa 6 è passato a 12 milioni di euro, più del triplo di quanto costa il servizio a Reggio Emilia), che hanno tollerato che il contratto di servizio non venisse rispettato ( dove sono il lavaggio settimanale dei cassonetti, la spazzatura delle strade, la raccolta differenziata, la nuova discarica di Bolognetta che da anni attende il collaudo?), che hanno arricchito le ditte private con la scusa delle emergenze, e che hanno trasformato non tutti gli ATO, ma l’ATO PA4 in un verminaio che riempie le pagine della cronaca nera?
Chi ha prodotto questo disastro se non i sindaci di ieri e di oggi dei ventidue comuni aderenti al consorzio, e con i sindaci di Bagheria, Fricano e ancora più Sciortino, che assommano le maggiori responsabilità?
Sono loro con nome e cognome quelli che dovrebbero essere chiamati non solo di fronte al Tribunale della responsabilità e del senso civico, ma anche e soprattutto di fronte ai Tribunali penali a rispondere per quello che hanno fatto , perché sono loro e solo loro assieme a dirigente e burocrati che stanno infangando, e non solo in senso metaforico, le nostre comunità.
E spiace che tutto questo in tanti comuni del consorzio sia avvenuto e stia avvenendo, con la foglia di fico dell’antimafia e delle garanzie e fideiussioni che qualche deputato, ora senatore, continua a prestare.


Vero senatore Lumia?
E l’UDC?



Stendiamo un velo pietoso: fummo tra quelli che apprezzammo proposte di moralizzazione della politica a proposito di incarichi e Coinres ( ricordiamo ancora un manifesto dal titolo emblematico “Vergogna!).
Che fine hanno fatto, cari consiglieri Tripoli, Di Salvo e Di Stefano, le vostre battaglie contro gli incarichi e le consulenze agli amici e per la moralizzazione e la riforma degli ATO ed in particolare del nostro?
O forse erano battaglie che servivano solo ad entrare dentro la stanza dei bottoni?
Il vostro silenzio la dice lunga.

Le soluzioni? Semplici: un commissario nominato dal prefetto a dirigere l'ATO PA4, a casa i politici e i manager fai da te, ed una seria indagine della magistratura per fare chiarezza sulle responsabilità contabili e penali per quanto è accaduto e sta accadendo.
Tutto il resto sono chiacchiere inutili.
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.