Ai ferri corti sindaco e commissario sul caso Lo Iacono - ex poste

Ai ferri corti sindaco e commissario sul caso Lo Iacono - ex poste

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E’ durissimo lo scontro che sta opponendo in questi giorni, da una parte Tommaso Noto il commissario straordinario inviato dall’Assessorato regionale, per dirimere la vicenda ex poste, che vede protagonisti i proprietari, i cugini e omonimi Carmelo Lo Iacono e Dorotea Zarcone e l’amministrazione comunale dall'altra.
I fatti trascorsi sono noti, e li richiamiamo solo brevemente.

Nel febbraio dello scorso anno il consiglio comunale, complici l’assenza di sei consiglieri della maggioranza di allora e l’astensione dell’U.D.C., fece cadere di fatto una proposta della dott.ssa Marino, di denegare la richiesta presentata dai Lo Iacono di trasformare l’edificio ex poste in un centro commerciale, e di restituire lo spazio alla mano pubblica.

Successe un putiferio...

La Dr.ssa Marino rilasciò al giornalista Nino Amadore corrispondente del “Sole 24 ore" una intervista durissima, dall’eloquente titolo, “Io dico no: ma i politici cedono”, in cui accusava senza mezzi termini il consiglio comunale di boicottare la sua proposta, e in buona sostanza di cedere alle pressioni dei proprietari.

La magistratura aprì prontamente una indagine: il sindaco, Gino Di Stefano che allora era intervenuto per l’U.D.C. in consiglio comunale ed altri consiglieri furono interrogati presso il locale Commissariato di P.S. dalla dr.ssa M.Russo che aveva ricevuto una delega di indagine dal p.m. Prestipino.

Ma la cosa sembrò finire lì.

Successivamente l’amministrazione attiva manifestò la volontà di tornare sull’argomento per ribadire la volontà di restituire alla pubblica fruizione quell’area che negli anni cinquanta era stata concessa a titolo gratuito alle Poste per costruire la sede dell’edificio delle allora Poste centrali.

I proprietari (i cugini e omonimi Carmelo lo Iacono e Zarcone Dorotea), qualche giorno dopo il pronunciamento del consiglio e l’intervista della Marino, passarono al contrattacco ed inviarono una durissima nota legale, redatta dall’avv. Guido Corso, in cui richiamavano le sentenze del TAR che riconosceva le loro buone ragioni e diffidavano il sindaco Sciortino, l’allora assessore all’urbanistica P. Pagano, il responsabile della Sezione Urbanistica M.Marino, il responsabile del procedimento C. Tripoli, ed il presidente del consiglio del tempo B. Di Salvo, ad astenersi dl porre in essere, ognuno per la parte di propria competenza, provvedimenti che potessero ostacolare l’esercizio di un diritto riconosciuto anche con sentenze del TAR.

La prima legalità, osservarono polemicamente nella loro memoria, è quella di rispettare le sentenze della magistratura.
Nei mesi successivi, di fronte al silenzio dell’amministrazione, l’Assessorato Regionale al territorio inviò un commissario straordinario, Tommaso Noto, scaduto e rinnovato, per decidere in via sostitutiva sulla questione.

Andiamo quindi alla sequenza di avvenimenti delle ultime settimane e degli ultimi giorni.


Il 31 Marzo del 2009 l’arch. Giammanco, incaricato dallo stesso Commissario straordinario di istruire il procedimento, trasmette alla Commissione Edilizia una proposta motivata di parere negativo alla richiesta dei Lo Iacono, che si badi bene, è di autorizzazione edilizia e non di concessione.
A sua volta la Commissione edilizia già in data 25 Febbraio del 2008 aveva espresso parere contrario alla richiesta dei Lo Iacono.

Malgrado questi pareri reiteratamente negativi e convergenti della Commissione Edilizia, del tecnico responsabile dell’istruttoria, e del responsabile della Sezione Urbanistica, il Commissario straordinario, Tommaso Noto, di fronte ad una richiesta dei Lo Iacono di autorizzazione edilizia rilascia il 6/7/2009 addirittura una concessione edilizia.

Passano pochissimi giorni, ed i carabinieri piombano in comune ed acquisiscono copia del provvedimento.

A questo punto il sindaco prende carta e penna e scrive al Prefetto, e alle autorità di polizia.

Senza tanti giri di parole afferma che la concessione n. 24/06 rilasciata appunto ai Lo Iacono il 6 Luglio del 2009, che autorizza i richiedenti a risistemare l’edificio ex-poste ad area commerciale, è illegittima e sia pure per sommi capi ne enumera i motivi, che vengono considerati ostativi in sede tecnica al rilascio dell'autorizzazione.

- a partire da quello di avere autorizzato lavori di ristrutturazione edilizia nel centro storico in assenza di piano particolareggiato, al fatto di cui dicevamo prima di avere dato una concessione edilizia laddove era stata fatta richiesta di una autorizzazione, sino al cambio di destinazione urbanistica (da zona F a zona A2), senza il parere, in questi casi obbligatorio, del consiglio comunale, per arrivare al mancato rispetto del protocollo di legalità adottato dalla giunta comunale e che prevede che gli atti autorizzativi in materia urbanistica debbono essere corredati da dichiarazione antimafia, ed infine che siano stati completamente disattesi tutti i pareri negativi degli organi competenti, e che l'atto del commissario non motivi il perchè della decisione contrastante ai pareri.

E adesso?

La prossima mossa spetterà all’Assessorato e al Prefetto, e se il caso alla Magistratura: per quanto riguarda Biagio Sciortino nei prossimi giorni la sua lettera verrà portata all’attenzione del consiglio, che probabilmente su di essa si esprimerà con un voto di solidarietà al sindaco e agli uffici.
Sarebbe il minimo.

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