Indennità e rimborsi ai consiglieri: scoppia il bubbone

Indennità e rimborsi ai consiglieri: scoppia il bubbone

Politica
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In questi giorni sia il quotidiano "La Repubblica" nell'edizione di Palermo che il Giornale di Sicilia stanno conducendo una campagna che disvela ai cittadini l'alto costo e la proporzionale inefficienza dei politici locali

Sedute di commissione e di consiglio, la cui utilità, necessità  e urgenza è tutta da dimostrare perchè sono gli stessi consiglieri a doverla riconoscere, anche nella settimana del Ferragosto, per non perdere quel benedetto gettone, a Palermo di 156 euro e a Bagheria di 59 euro, per un massimo di 21 sedute, praticamente per tutti i giorni lavorativi.
Commissione che durano il tempo di "mprapucchiare" qualcosa sui verbali, e consigli che talvolta durano una mezz'oretta giusto il tempo di salutarsi, poi numero legale che viene meno, seduta sospesa, ma il gettone è stato già messo in saccoccia.

I giornali pubblicano i dati di Palermo, definendoli "monstre", ma i nostri amministratori si difendono alla grande: così se circa 8 milioni di euro è la spesa che i cittadini di Palermo sostengono per indennizzare gli eletti per la loro attività istituzionale, Bagheria non scherza, anzi: sono poco meno di 950.000 gli euro che destina complessivamente il bilancio del comune a questa voce.
E salta subito agli occhi una sproporzione: se ogni cittadino palermitano paga per il costo degli amministratori comunali, sindaco, dodici assessori della giunta, otto presidenti e centoventi consiglieri di circoscrizione politici una somma media pro-capite di 10 euro, ad ogni cittadino di Bagheria "indennizare" gli amministratori costa 17 euro.
E' vero che la proporzione di abitanti tra Palermo e Bagheria che è di 1 a 14 non è riproducibile né nel numero di consiglieri ( 50 a Palermo e 30 a Bagheria, anche se Palermo ha anche 120 consiglieri di circoscrizione con gli otto presidenti) , né nel volume delle indennità, pur tuttavia questa forbice esiste.

 

I VARI CAPITOLI  DI SPESA  NEL BILANCIO  DEL  COMUNE  DI BAGHERIA

A Bagheria la spesa è così suddivisa: poco più di 50.000 euro il capitolo che riguarda l'appannaggio del sindaco, che è di circa 4.400 euro lorde mensili ; 37.000 l'impegno per il Presidente del consiglio, che sempre mensilmente è di circa 2900 euro (parliamo sempre di cifre lorde); ci sono poi gli otto assessori, ognuno con una indennità pari a quella del presidente del consiglio, e che pesa sul bilancio per un totale di 270.000 euro.
Ci sono poi i consiglieri: 350.000 euro l'anno per le indennità, e poi 240.000 euro, la cifra tendenziale di quest'anno, per i cosiddetti "rimborsi" alle imprese.
C'è infine un capitolo di circa 19.000 euro l'anno che riguarda i rimborsi di spese di carburante per i non residenti che a Bagheria vengono incassati di fatto da un solo consigliere.

Ma è la quota rimborsata alle aziende, e sulla quale c'è stato sempre il silenzio tombale e trasversale di tutti i partiti, nessuno escluso, che sta suscitando lo scandalo.
Una vergogna di fatto che adesso sta provocando qualche tardiva e pudica presa di posizione del Partito democratico e di Italia dei Valori.

Cosa sono questi rimborsi alle aziende?

LA  LEGGE  SUGLI  AMMINISTRATORI

La legge N° 46 del 1996 e la  N° 13 del 2002 che regolano la materia,  prevedono che il consigliere comunale abbia diritto da parte dell'azienda per la quale lavora, al permesso retribuito di una intera giornata di lavoro per potere partecipare alle sedute del consiglio, e di un permesso per il tempo di durata della seduta della commissione di appartenenza, e, ripetiamo, della relativa retribuzione.

A parte il fatto che spesso alcune commissioni vengono convocate di mattina: si apre la seduta  ma se il numero di presenti non è sufficiente( come spesso non è sufficiente) e non si raggiunge il numero legale viene rinviata per il pomeriggio.

Questo aspetto non è di poco conto, perché sia il permesso che il rimborso all'azienda "peserà" per l'intera giornata.

Il consigliere comunale percepisce quindi sia l'indennità, il famigerato gettone di presenza sia lo stipendio che l' azienda è tenuta comunque a pagargli, quando si assenta per motivi legati alla sua carica.
Sempre la stessa legge prevede infine che le aziende, solo quelle private però, hanno il diritto di avere rimborsate dal Comune le somme che pagano ai loro dipendenti che godono dei permessi istituzionali.

I  POSSIBILI   ABUSI

Ed è qui che avviene la saldatura del cerchio che si potrebbe prestare ad usi ai limiti della legalità se non addirittura truffaldini.

Perchè è una sorta di partita di giro: il comune paga alle aziende le giornate non lavorate dai dipendenti che hanno incarichi istituzionali, e le aziende pagano a loro volta "regolarmente" lo stipendio pieno al dipendente di fatto assente.

A Palermo, ma Bagheria è in perfetta sintonia con la città, in media si volgono tre- quattro sedute per settimana di consiglio e di commissione, che consentono ai rappresentanti del popolo di raggiungere il massimo previsto, che a Bagheria si aggira intorno ai 1.200 euro,
Succede pertanto che il consigliere percepisca sia le indennità sia lo stipendio, praticamente senza lavorare nell'azienda che lo paga anche profumatamente, considerato che ha una media al mese di assenze di 15 giornate sulle 20-22 lavorative.
A Bagheria gira voce, che siano una decina i consiglieri senza distinzione di casacca e di colore, dalla destra passando per il centro sino alla sinistra che si giovino di questo sistema , previsto sì dalla legge, ma che lascia spazio a possibili abusi.
Anche perché spesso è accaduto che le assunzioni da parte di queste "aziende" sono avvenute dopo l'elezione a consigliere, e con livelli di retribuzione e di inquadramento particolarmente e inspiegabilmente elevati.
Ora la domanda che ci si pone è: "Ma quale azienda va ad assumere e a strapagare un dipendente che per il 60-70 % delle giornate non andrà a lavorare"?

"A pensare male si fa peccato, ma in genere ci s'azzecca" amava dire Andreotti.

Potrebe nascere il legittimo sospetto che in realtà l'azienda faccia da tramite di comodo per trasferire risorse dalla pubblica amministrazione verso alcuni consiglieri, che ci sia insomma  questo perverso "circolo vizioso", in cui il consigliere comunale straguadagna, l'azienda che lo assume non ci perde e non ci mette nulla, e gli unici a pagare il conto siamo noi cittadini.

Pare che ci siano consiglieri che riescano a portare a casa "all incluse" anche 4.000 euro, e tutti di fatto pagati dalla pubblica amministrazione.

E tutto questo in un comune come Bagheria ( ma Palermo non sta meglio), con i mezzi dei VV.UU. a secco di carburante , con le strade a "gruviera", con le somme per le manutenzioni delle scuole ridotte a qualche migliaio di euro, con lo straordinario per i dipendenti tagliato, con sacche di disagio sociale gravissimo che viene ignorato dai servizi sociali e dagli amministratori.

E ti rispondono sempre che soldi non c'è ne sono, perchè lo Stato riduce i trasferimenti ai comuni e tutte le solite balle.
Ma com'è che negli ultimi anni il capitolo delle indennità ai consiglieri e dei rimborsi alle aziende ha subito incrementi dal 2006 ad oggi, durante cioè la giunta Sciortino, che arrivano anche al 50%?

I PARTITI  ABBIANO IL CORAGGIO  DI PARLARE

Stiamo attenti: è tutto formalmente lecito, ma politicamente ed eticamente è uno schifo, ed è una storia che puzza di bruciato, anche perché questi rimborsi ogni anno crescono a vista d'occhio, perché anche liberi professionisti da qualche tempo hanno scoperto che è più conveniente "diventare" lavoratori dipendenti e beccare oltre ai gettoni più che cospicui rimborsi.

Nessun amministratore di qualsiasi colore, statene certi, né a Palermo né a Bagheria ha mai sollevato né solleverà mai il problema tra le migliaia di inutili interrogazioni e interpellanze che presentano.
Ma sarebbe ora che i partiti innanzitutto,almeno quelli che si dicono vicini al popolo,  e anche la Corte dei Conti per la sua parte, verificasse la liceità e la effettiva sussistenza di certi rapporti di lavoro, e si dessero dei codici di auto comportamento.

Qualcosa sembra muoversi, giusto il tempo di far passare la buriana, poi come prima e, se possibile, peggio di prima.

 

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