La dura battaglia di Metropoli Est - di Angelo Gargano

La dura battaglia di Metropoli Est - di Angelo Gargano

Politica
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Come in una guerra vera ci sono gli scontri di trincea, gli agguati, le incursioni nel campo nemico, mentre lo scontro frontale arriverà il trenta settembre quando i quindici sindaci dei comuni facenti parte del consorzio Metropoli est, saranno chiamati ad leggere il nuovo presidente, essendo scaduto il terzo mandato di Totò Camilleri.

Ed è una guerra che si fa con le armi buone e talvolta anche con quelle cattive della politica, e cioè la capacità di persuadere e convincere, naturalmente di promettere ma, se è necessario, anche di alzare la voce.

E' il primo episodio di una guerra che vedrà via via nei mesi a venire schieramenti avversi e contrapposti cercare di conquistare le posizioni migliori in vista della battaglia di primavera, quando si andrà ad eleggere il nuovo sindaco di Bagheria. Sullo sfondo interessi non indifferenti legati agli investimenti nell'edilizia, nel settore dell'agriturismo, delle strutture ricettive ecc...

In realtà l'Assemblea dei sindaci si riunirà per eleggere i tre componenti del consiglio di amministrazione, perchè il Presidente viene eletto con voto indiretto; chi conquisterà quindi due consiglieri su tre potrà decidere su chi dovrà essere il presidente e il vicepresidente.

E la posta in gioco non è di poco conto.

Metropoli est è un consorzio di quindici comuni che ha nella propria "mission", il compito di promuovere lo sviluppo economico del territorio, con la realizzazione di progetti, con il drenaggio di risorse finalizzate allo sviluppo delle imprese agricole, artigianali, commerciali e turistico ricettive.
Insomma sinora occorre dire che, in buona sostanza, ha adempiuto al compito per cui è stata creata: è una struttura snella, con uffici di progettazione fatti da persone serie e competenti, con un presidente Totò Camilleri, che pur essendosi  a volte trovato al centro di polemiche, negli ultimi nove anni ha portato all'approvazione dell'assemblea dei sindaci dei bilanci sani, ed è riuscito bene o male a fare muro alle inevitabili pressioni della politica.

Metropoli est, che vive delle risorse dei comuni e delle progettazioni che riesce a far finanziare, non è diventato il solito carrozzone mangiasoldi, ed è onesto riconoscerlo
La carica triennale del presidente va appunto a scadere proprio in questi giorni. I tre consiglieri di amministrazione in carica sono Totò Camilleri e Gianluca Rizzo di Bagheria e Maurizio Nocilla di Misilmeri.
Ma una decisione che sembrava scontata, che procedeva cioè verso la rielezione di Camilleri, oggi è invece messa in discussione dalla nuova amministrazione di Misilmeri, del sindaco Piero D'Aì, di marca U.D.C., che è subentrata al sindaco PD Salvatore Badami.

Misilmeri, dopo Bagheria nel consorzio è il comune più grosso, e l'U.D.C., che dell'amministrazione ne è il perno, pertanto sta scendendo in campo in forze per conquistare una delle roccaforti del potere locale.

Il candidato dell'U.D.C. alla presidenza è Paolo Rizzolo, quarantenne ingegnere impiantista con studio a Misilmeri e Palermo, già segretario cittadino del P.D. di Misilmeri, oggi passato all'U.D.C., grande amico oltre che collega di Pino Fricano, di cui fu uno dei primi consulenti nel 2002 non appena eletto alla carica di sindaco; e Fricano in questi giorni  sta anche spendendo una buona parola in favore di Rizzolo presso qualche sindaco amico.

Ma i veri "big sponsor" che stanno tirando la volata a Rizzolo sono in primis il "tridente" Piero D'Aì-Biagio Sciortino-Nino D'Amico, cognato di Biagio Sciortino, UDC "ante marcia" della corrente di Nino Dina, e che proprio a D'Aì, per una manciata di voti nelle elezioni provinciali del 2003, dovette cedere il passo.

Ma si sa, in politica come in amore, mai dire mai.

La manovra dell'U.D.C., in cui pare si stiano impegnando anche il presidente della Provincia Giovanni Avanti e addirittura il segretario regionale Saverio Romano, è però estremamente complessa e nella testa di parecchi sarebbe la prima mossa per arrivare, stando ai si dice, a "giubilare" Sciortino, che qualche cauto sondaggio darebbe perdente in un eventuale scontro con il più che probabile candidato del PDL, Vincenzo Lo Meo), garantendogli una "buonuscita" consistente in un incarico di prestigio,(c'è addirittura chi parla di un assessorato provinciale), e dando così la possibilità all'U.D.C. bagherese di candidare il cavallo di razza Bartolo Di Salvo, che scalpita nelle scuderie.

Ad esprimere il voto sono i quindici sindaci che compongono l'Assemblea, che in totale detengono duecento quote: la partita è ancora tutta aperta e non è affatto scontato che Misilmeri e l'U.D.C. possano farcela, (anche se dal punto di vista della popolazione Bagheria e Misilmeri sono i centri più popolati) perché il sistema delle quote compensa i comuni con minor numero di abitanti.

Bagheria detiene infatti 35 quote, 25 Misilmeri , 15 Villabate, passando per le 12 quote per i comuni di media grandezza come Casteldaccia, Ficarazzi, Santa Flavia, sino ad arrivare alle 8 quote dei comuni più piccoli che pare si stiano coalizzando assieme ai sindaci dei comuni di media dimensione, contro i "grandi" nel tentativo di arrivare, obiettivo non impossibile, alla riconferma di Totò Camilleri, la cui gestione da essi considerata estremamente positiva, non ha mortificato, bensì valorizzato i centri medi e piccoli.

Il PD di fatto è il grande assente in questo confronto-scontro: troppo preso e distratto dalle questioni interne sta rischiando di fare la fine del vaso di coccio tra i vasi di ferro.
Tanti mugugni e l'accusa neanche tanto velata a Sciortino ma anche all'U.D.C., di stare svendendo la "primogenitura" di Bagheria, in un ruolo così importante, per un piatto di lenticchie; accusa che al momento del voto di primavera sicuramente peserà.

Il senatore Lumia un tempo onnipresente, e a Bagheria quasi onnipotente, per ora ha altre cose di cui occuparsi, altri puzzle da risolvere ed ben altre caselle da riempire.
Bagheria è, potremmo aggiungere per fortuna, lontana dai suoi pensieri e dalle sue preoccupazioni.

nella foto Palazzo Butera in via di ristrutturazione

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