Strategie, arte della guerra e rifiuti: Lo Meo risponde a Di Salvo

Strategie, arte della guerra e rifiuti: Lo Meo risponde a Di Salvo

Politica
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Riceviamo e pubblichiamo: Secondo il mio amico Bartolo Di Salvo, colui che ha perso il ballottaggio del 12 e 13 giugno scorso, dovrei occuparmi delle questioni strategiche

che attengono all'avvenire della città, mentre, invece sono costretto ad inseguire l'ordinario.

Ricordo di avere letto, è nella mia biblioteca, "I 36 stratagemmi - l'arte segreta della strategia cinese". Una sorte di Bibbia filosofica dell'arte del combattimento. Roba forte insomma, stile stratagemmi delle battaglie vincenti: attraversare il mare per ingannare il cielo.

Vale a dire "Ciò che è familiare non desta attenzione".

Dico proprio questo perché sin dal giorno del mio insediamento, risolvere il problema rifiuti, che significa COINRES, TEMPORARY, Bellolampo, Siculiana; mi è sembrato strategico. Risolvere il problema finanziario delle casse della nostra città; mi pare strategico.

Far chiarezza sui debiti fuori bilancio, portarli tutti alla luce, trovare una soluzione; mi pare strategico.

Oppure, ciò che è familiare non desta attenzione. A questo punto mi sorge il dubbio: ci siamo abituati a questi scenari?

Che cosa vuol dire strategia se resta avulsa dalla realtà?

Potrebbe essere strategico giocare il superenalotto per tentare la fortuna, ma il pane lo devo sempre comprare.

Quale piano strategico è possibile se non si riesce a dare una soluzione alla raccolta dei rifiuti?

Come giustificare il costo di tale raccolta, la TARSU, il suo raddoppio (per motivi strutturali causati da un recente passato) se non con una strategia che porti ad un minor costo, ad un avvio serio della differenziata e ad un abbassamento della TARSU in un tempo umano?

Mi sembrano tutti ragionamenti validi, quelli del mio amico Bartolo Di Salvo, ma solo in campagna elettorale e non in una fase in cui la soluzione delle emergenze diventa prioritaria.

Diventa, come si dice, STRATEGICA.

Ovviamente, a carte ferme, si possono fare tutte le scelte che si vogliono, ragionare sul mare e sul cielo, ma una città va governata e governare significa, soprattutto, dettare priorità.

Sulla capacità di trovare soluzioni prioritarie che si gioca il futuro di Bagheria: rifiuti, finanza pubblica, precariato sono, strategicamente, prioritari, l'importante è che siano all'interno di un quadro generale in cui sia ben definita la cornice, il contenuto lo si deve ancora fare.

Ricordo, pare che qualcuno lo abbia dimenticato, che questo contenuto io mi sono impegnato a realizzarlo in cinque anni non in sei mesi.

Alla fine verrò giudicato.

Nel frattempo si studia una rivisitazione del piano strategico, si monitorano tutti gli strumenti finanziari nazionali ed europei, si avviano piani di ottimizzazione delle risorse patrimoniali ed a tempo debito, si comunicano i risultati.

Perché, adesso, chi governa deve comunicare il già fatto e non più il da farsi. Non siamo più in campagna elettorale.

 

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