Corso Umberto I: così non ha più senso - di Filippo Tripoli

Corso Umberto I: così non ha più senso - di Filippo Tripoli

Politica
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Ormai da giorni i commercianti del Corso Umberto I, fanno risentire il loro grido di dolore nei confronti dell’ Amministrazione Comunale, per l’annosa questione del Corso aperto, Corso chiuso.

E’ ovvio che il Corso è patrimonio di tutti i bagheresi, ma è chiaro che coloro i quali vivono ed hanno attività commerciali proprio li sentono in modo particolare sulla propria pelle la questione del Corso.

Molti bagheresi sono d’accordo nel tenere il Corso chiuso, adducendo varie motivazioni: che tutte le città d’Italia hanno il centro storico chiuso, che non vi sono altri spazi chiusi al traffico a Bagheria che diano la possibilità alle famiglie di potere trascorrere un paio di ore al riparo da smog ed autoveicoli, almeno queste le motivazioni più frequenti, sicuramente condivisibili, ma non vi è dubbio che Bagheria sta attraversando la più grande crisi economica dal dopoguerra.

Ormai il 70 % delle famiglie bagheresi campa grazie alle pensioni di nonni e genitori ed il terziario motore trainante, negli ultimi decenni, della nostra economia locale ha visto ridurre il numero dei propri addetti.

In particolare proprio nel Corso Umberto I negli ultimi mesi hanno chiuso 38 attività commerciali e purtroppo se ne apprestano a chiudere almeno altre cinque, attività commerciali legate anche a grossi marchi siciliani.

E’ chiaro che la chiusura di queste attività non è dovuta esclusivamente alla chiusura del Corso, ma è altrettanto chiaro che in qualche percentuale avrà influito anche questa decisione.

Inoltre ormai il Corso Umberto I dalle 20 in poi diventa terra di nessuno: vetrine infrante, saracinesche scassinate, macellerie trafugate, tabacchini imbrattati e gli abitanti del Corso e delle strade vicine non hanno più la voglia né il coraggio di aprire le imposte.

Non credo che la videosorveglianza possa risolvere il problema, poiché la questione vera della sicurezza a Bagheria è legata alla scarsità di risorse che il ministero assegna alle forze dell’ordine che hanno il dovere di controllare una vasta zona che comprende Bagheria, Casteldaccia, Santa Flavia, Ficarazzi etc…

Data questa situazione ritengo che l’ Amministrazione Comunale debba ascoltare le istanze dei commercianti e dei residenti senza nascondersi dietro probabili referendum (che hanno ovviamente un grande valore, ma resta da capire quali siano i quesiti) o voti del Consiglio Comunale.

Credo che le proposte dei commercianti e residenti siano di buon senso e cioè provare in via sperimentale un’ apertura che sia così ordinata: dal Lunedì al Venerdì dalle 08.00 alle14.00 aperto, dalle 14.00 alle 20.00 chiuso, dalle 20.00 alle 08.00 aperto, Sabato e Domenica chiuso..

Mi pare una buona proposta che si attua anche in centri storici di altre città, e che contemperi le esigenze di tutti.

Inoltre nel frattempo, l’Amministrazione Comunale avrà il tempo necessario per prevedere il parcheggio in Piazza Indipendenza e magari prevedere anche dei servizi aggiuntivi.
Per quanto riguarda i luoghi chiusi al traffico e carichi di verde, un’ opportunità è Villa San Cataldo.

Noi della UIL,ADOC, insieme a tutti coloro che lo vorranno, faremo pressione nei confronti della Provincia che in passato, ha sbarrato la strada al dialogo, affinchè si restituisca alla città la villa con i suoi giardini per renderla fruibile ai cittadini.
   

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