Cosa dobbiamo aspettarci dal Tour de France di Vincenzo Nibali?

Cosa dobbiamo aspettarci dal Tour de France di Vincenzo Nibali?

sport
Typography

Ecco come arriva il nostro ciclista alla sfida più emozionante della stagione. Con uno sguardo anche alle quote.

 Vincenzo Nibali ha una strategia precisa per questo Tour de France appena partito. “Voglio vivere alla giornata”. Mette un profilo basso il ciclista italiano, indossa i panni del gregario, non del favorito, dello spettatore interessato. “Parola alla strada, ai campionati italiani non sono andato come speravo, non so dirvi se ho recuperato bene dalle fatiche del Giro: lo scopriremo assieme”, ha dichiarato Nibali durante intervista prima del Tour. Mentre parla si passa una mano nei capelli, tagliati cortissimi, quasi in stile marine. Una delle mosse per combattere il caldo di questi giorni, che sarà ancora più intenso durante le gare.
Sarà una guerra quindi, questo Tour De France, molto probabilmente sì, ma senza i grandi eroi e i veterani del passato. Mancheranno Froome e Dumoulin, considerati i grandi favoriti fino a quando incidenti e cadute diverse non li hanno costretti ad essere lontani dalla gara. Ma non sarà un Tour di secondo piano: “Non voglio che passi questo messaggio. Qui anche senza i due campioni c’è un livello altissimo”. Tra i favoriti del Tour de France per i bookmakers c’è Geraint Thomas, il campione in carica, britannico piazzato 3.25 fresco di approdo alla Ineos. Dopo di lui il colombiano Egan Bernal, quotato invece 3.50 mentre Nairo Quintana è messo in lavagna a 19.00.
E il nostro Nibali? La sua quota da vincitore del Tour de France è 26.00. Un piazzamento che di sicuro gli farà piacere: niente pressione, non è un favorito, parola alla strada. Come ha ripetuto più volte. I punti interrogativi, però, sono tanti. Sulla condizione fisica, innanzitutto. Sulla tenuta delle gambe, sulla lucidità mentale.
Intanto, però, almeno la fortuna sembra essere dalla sua parte. Nel convulso finale della prima tappa del Tour, infatti, Nibali è scampato per un pelo ad una grave caduta: “Non so dove volesse passare Groenewegen perché non c’era molto spazio. Si è toccato con quello davanti, io ero sulla destra e ho visto che andava giù. In volata queste cose possono capitare, io cerco di guardarmi la pelle” ha detto a fine corsa ai microfoni della Gazzetta dello Sport.
Guardandoci intorno, invece, si dovrà fare attenzione a Jakob Fuglsang, alla migliore stagione della carriera a 34 anni passati, fresco di vittoria nella Liegi Bastogne Liegi e nel Giro del Delfinato e a Richie Porte, stella del Team Trek-Segafredo, che negli ultimi due anni ha dovuto ritirarsi dal Tour de France in seguito a due brutte cadute. La fortuna non è quindi dalla sua parte, serva invece dalla parte di Nibali. Vedremo fino a che punto.

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.