La Sicilia che più ci piace

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Chi ha un'età dai quaranta-cinquanta in sù ricorderà senz'altro cosa rappresentava la 'vigilia dei morti' per i bambini di un tempo: si andava a letto presto il 1° novembre in una attesa che era trepidante ma anche  un pò preoccupata per via  di quei morti che arrivano di notte, mettono sotto il letto quei giocattolini di un tempo, un piccolo tamburo colorato, un fuciletto o una pistola, una bambolina per le bambine e poi i frutti di Martorana e i pupi di zucchero che consumavamo magari di nascosto in quantità industriali e senza pensare allora ahimè, che di là a qualche decennio dopo avremmo reso  felici e ricchi i dentisti.

La preoccupazione della vigilia nasceva dal fatto che sia pure involontariamente i morti potessero farci il solletico ai piedi e magari svegliarci e farci prendere paura, cosa che per fortuna non avvenne mai.

E tutte le domande puerili per cercare di capire a che ora venissero questi benedetti morti e da dove entrassero e uscissero cadevano inevitabilmente nel vuoto. Erano le domande dei bambini di un tempo, ingenue sì, ma di chi viveva pienamente la propria infanzia senza precoci disvelamenti della verità che oggi pure i bambini di cinque anni conoscono; tant'è che si è sentito il bisogno di reinventarla quella sorta di vaga inquietudine provocata dagli esseri dell'aldilà, così da mettere in pista oggi qualcosa di più raffinato come Halloween

Il 2 novembre nel quartieri popolari era una esplosione di scariche di fucili e pistole, epici scontri di cavalieri e corsari con le spade, prime prove di corsa con piccole biciclette, e poi  insopportabile per gli adulti, rullio di tamburi, squilli di trombette, e suoni di pifferi e chitarrine varie. E assieme ai giocattoli, come dicevamo, frutta di martorana e pupi di zucchero.

altLa frutta di Martorana è un tipico dolce siciliano la cui bravura nella preparazione consiste  nella perfetta imitazione o riproduzione di frutti . Internamente è simile al marzapane ma notevolmente più dolce e saporito. La base della sua ricetta è esclusivamente la farina di mandorle e lo zucchero. È un prodotto inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf), ed è riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale siciliano.

E già che eravamo su Wikipedia abbiamo appreso che deve il suo nome alla Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio o della Martorana, eretta nel 1143 da Giorgio d'Antiochia, ammiraglio del re Normanno Ruggero II, nei pressi del vicino monastero benedettino, fondato dalla nobildonna Eloisa Martorana nel 1194, da cui prese il nome, e di quello di Santa Caterina nel centro storico di Palermo dove le suore lo preparavano e lo vendevano fino alla metà del 1900.

Secondo la tradizione, la frutta di Martorana è nata perché le suore del convento della Martorana, per sostituire i frutti raccolti dal loro giardino ne crearono di nuovi con mandorla e zucchero, per abbellire il convento per la visita del papa dell'epoca.
 

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