L'auto bruciata a un bagherese legata alla denuncia Parentopoli alle Poste e ad inchiesta Lost Pay ?

L'auto bruciata a un bagherese legata alla denuncia Parentopoli alle Poste e ad inchiesta Lost Pay ?

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Il quotidiano 'La Repubblica' nella pagine palermitane dell'edizione di oggi si occupa di una vicenda che lo stesso giornale aveva attenzionato una decina di giorni fa, e cioè la cosiddetta parentopoli nell'azienda Poste Italiane: niente di più di quanto non si sospettasse, e cioè che alle Poste, ma non solo naturalmente, (la stessa musica al 118 come in altre aziende pubbliche o semipubbliche),  si viene assunti per raccomandazione con una corsia preferenzale riservata ai familiari e amici dei politici e dei sindacalisti che operano nelle stesse aziende interessate.

Un affare di famiglia insomma, sistema che godeva un tempo di maggiore tolleranza quando ognuno coltivava la sua speranziella, ma diventato odioso e insopportabile oggi chè c'è una terribile fame di lavoro.

In più il giornale però aggiungeva nomi e cognomi di politici, sindacalisti e personaggi influenti che avevano 'piazzato'  alle Poste i loro protetti, scatenando l'indignazione dei lettori.

A dare una maggiore rilevanza mediatica alla denuncia de 'La Repubblica', arriva adesso la circostanza che un auto bruciata tra la notte di giovedì e venerdì a Bagheria è di proprietà di Alessandro Carollo, bagherese, già ispettore delle Poste, che avrebbe dato un contributo significativo con le sue dichiarazione alla Polizia per denunciare le illegalità delle assunzioni.

Secondo quanto scrive il quotidiano nell'articolo firmato da Emanuele Lauria, Carollo il venerdì successivo all'incendio della sua vettura avrebbe fatto mettere a verbale dai Carabinieri che gli chiedevano se nutrisse sospetti su chi avesse potuto fare un intimidazione così forte nei suoi confronti, che le probabili cause per l'incendio della sua auto potevano essere fatte risalire alle dichiarazioni da lui rese sulla questioni della parentopoli nelle Poste.

Ma non solo: Alessandro Carollo, secondo quanto scrive il quotidiano diretto da Ezio Mauro, lo scorso anno avrebbe dato un contributo non secondario collaborando con la Procura di Palermo nella indagine 'Lost Pay' che portò al sequestro di 72 agenzie di poste private e qualcuna anche a Bagheria, che mise nei guai Nunzio Giangrande titolare di 'Servizi postali' e Graziella Torrisi di 'Posta più' che avrebbero senza l'autorizzazione della Banca d'Italia, effettuato nelle loro agenzie servizi di pagamento bollettini.

A Carollo è arrivata la solidarietà dell'on Franco Ribaudo del PD, che era stato tra i primi a segnalare la parentopoli alle Poste, però il sottosegretario Antonelli Giacomelli in risposta ad una interrogazione presentata dal deputato Ivan Catalano, è sempre Repubblica che lo scrive, ha precisato che non c'è stato nei confronti del Carollo alcun comportamento 'fortemente penalizzante e vessatorio' da parte dell'azienda; ne sarebbe prova il fatto che il giudice del lavoro di Palermo ha già respinto i due ricorsi presentati da Carollo, nel frattempo trasferito dall'incarico di direttore che prima ricopriva, al servizio di filatelia. 

Insomma una storia che presenta aspetti  controversi e che sicuramente avrà degli sviluppi.

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