Nicola Stallone: un medico, un amico, un uomo di grande cuore, un vero comunista -di Giuseppe Saitta

Nicola Stallone: un medico, un amico, un uomo di grande cuore, un vero comunista -di Giuseppe Saitta

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Oggi sarà trascorso un mese dalla scomparsa del dottor Nicola Stallone: pubblichiamo volentieri questo ricordo inviatoci da Peppino Saitta, già fondatore e presidente della Cooperativa edile 'La Sicilia', perchè pensiamo che Bagheria, oltre a dovere risolvere vecchi e nuovi problemi pratici abbia anche necessità di ricostruire un patrimonio di storie, di uomini, di ricordi e di umanità condivisi per ridare consistenza alla nostra identità. 

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Il medico dei poveri, dicevano di lui molti braccianti agricoli e lavoratori edili che negli anni ’50 e ’60 non avevano assistenza medico-sanitaria.

Sì, perché a quell’epoca l’assistenza medica gratuita spettava solo a quei pochi che lavoravano ‘in regola’ ed avevano il libretto della Cassa Mutua timbrato e aggiornato periodicamente dal datore di lavoro. Paradossalmente erano pertanto i disoccupati che dovevano pagare visite e medicine.

Io ho scelto Nicola Stallone come medico nell’autunno 1960, e ricordo che quando gli diedi le mie generalità, disse “Tu, si baariotu comu a mmia”, e poi subito dopo, la scoperta che eravamo tutti e due a Bagheria per le stesse ragioni : Per le donne che amavamo e che abbiamo sposato.

Con Nicola ci vedevamo nelle riunioni della Sezione del P.C.I., e sempre nei suoi interventi denunciava la grave situazione del sistema sanitario ed i pesanti disagi per i lavoratori disoccupati.
Stallone provava una vera sofferenza allorchè si presentavano lavoratori o loro familiari che avevano bisogno di cure ed avevano il libretto della Cassa Mutua scaduto, e faceva tutto quanto era possibile per fare aver loro le medicine necessarie, dando spesso i ‘saggi’ che lasciavano gli informatori scientifici, e intanto teneva i contatti con i suoi colleghi medici, anche con quelli che avevano idee politiche diverse, al fine di fare pressioni verso i politici di riferimento per fare approvare una legge di riforma sanitaria, che arriverà poi verso la fine degli anni ’60.

Va anche ricordato che in quegli anni la C.G.I.L. organizzava in tutta Italia sul tema della riforma sanitaria incontri e manifestazioni.
A Bagheria Agostino Aiello, allora segretario convocò, nella nuova sede della Camera del Lavoro di via Lo Re, una riunione invitando alcuni medici.
All’invito risposero il dottor Nicola Stallone e il dottor Mimmo Lo Cascio, che si resero disponibili a fare due turni settimanali per visitare gratuitamente persone bisognose.

E fu così che Agostino Aiello mise a disposizione una stanza a primo piano della Camera del Lavoro, che in pochi giorni fu arredata con tutto l’occorrente per poter funzionare da ambulatorio medico.
In due anni furono centinaia i pazienti bisognosi che si avvalsero di questo servizio.

Nel 1964 la situazione economica andava migliorando, io vedevo spesso Stallone e, quando gli dissi che avevo portato a lavorare nella Cooperativa Ravennate alcuni lavoratori bagheresi (tra cui Salvatore Sparacino, Onofrio Buttitta, Agostino Cangelosi) egli mi manifestò la sua gioia, perché sapeva che sarebbero stati “messi in regola”; e quando, di lì a poco con l’assunzione di diversi lavoratori rendemmo operativa la ‘Cooperativa Edile La Sicilia’ fondata nel ’60 da Agostino Aiello, ma rimasta sulla carta sino ai primi mesi del 1965, Stallone fu così contento come se avessimo assunto dei suoi figli.

Stallone era un lavoratore instancabile, lavorava tantissime ore al giorno per assister i suoi pazienti, senza tralasciare l’impegno politico. Quando cessò ‘attività di medico, gli chiedemmo di concederci in affitto l’appartamento in cui aveva lo studio per ospitare la sezione del Partito, e lui, pur sapendo che difficilmente saremmo stati puntuali nel pagamento del canone pattuito.

La sezione del partito comunista rimase là per alcuni anni, sin quando fu riattivato lo studio medico per le sue figlie.
Il pagamento dell’affitto ‘saltava’ per diversi mesi, probabilmente non recuperava nemmeno le spese di luce, acqua e pulizie; qualche volta il caro Nicola si lamentava, ma in fondo era orgoglioso di vedere sventolare la bandiera del partito comunista italiano, sul balcone di fronte al Municipio.

Anche da pensionato Nicola Stallone non smise di partecipare all’attività politica e fino a quando le condizioni di salute glielo permisero, diede il suo contributo con acume e schiettezza; ricordo in particolare quando nell’aprile del 1995, a conclusione di una Assemblea di bilancio della Coop XXV Aprile, con alcuni dirigenti della Lega nazionale delle Cooperative, andammo nel luogo dell’uccisione del giudice Falcone per render omaggio alle vittime dell’eccidio di Capaci.

Durante gli anni in cui si aggravò la sua malattia, periodicamente continuai a fargli visita, e l’ultima volta che siamo riusciti a scambiare poche parole, fu nel gennaio del 2010, quando con Antonio Martorana andammo a trovarlo a Mongerbino; quando Nicola non parlò più io continuai rendergli visita anche se poi andavo via melanconicamente.

Il 23 dicembre 2014 intono alle 11 del mattino andai a Mongerbino e Nicola non era nel solito divano e la figlia Gabriella mi dice che papà è a letto e sta molto male; io insisto per vederlo e mi accompagnano nella stanza.

Nicola Stallone è in gravi condizioni, già incosciente, lo bacio come al solito ed esco sconvolto dalla stanza. Lo stesso giorno in serata mi giunge la triste notizia che il dottore Stallone non è più tra noi.
Sono orgoglioso di essere stato suo fraterno amico, e credo che la sua scomparsa sia stata una grande perdita per i lavoratori bagheresi, che lui aveva sempre amato e sostenuto.

Giuseppe Saitta

nella foto da sx Giuseppe Saitta, Nicola Stallone, Antonio Martorana
 

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