Protesta simbolica dei Presbiteri di Bagheria: "Il 2 novembre non celebreremo messa al cimitero"

Protesta simbolica dei Presbiteri di Bagheria: "Il 2 novembre non celebreremo messa al cimitero"

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Alla vigilia della celebrazione della memoria dei defunti abbiamo rivolto una esortazione alle nostre comunità parrocchiali perché il ricordo dei defunti venga vissuto non come una religione dei morti, ma come esperienza di fede nella risurrezione e come senso ultimo della vita nell’abbraccio con Dio.

Il nostro “ricordo” dei morti non può dare vita eterna, ma noi ci affidiamo al “ricordo di Dio” che solo può dare vita a un amore che ci lega tutti in una comunione che non può finire, “la vita eterna”. Si tratta di una raccomandazione a vivere la fede nella resurrezione dei morti in Cristo e non un culto dei defunti senza riferimento alla preghiera, alla eucaristia, alla coerenza evangelica. Abbiamo deciso di porre dei segni per richiamare l’attenzione e il rispetto dei morti e del luogo in cui i resti mortali trovano riposo. Prima che fosse presentata alla comunità durante le celebrazioni domenicali, la esortazione è stata inopportunamente pubblicata sul “Giornale di Sicilia” riducendo il suo carattere pastorale. Da alcuni è stata letta solo come una interferenza politica ed è iniziata sui media, da parte di persone incapaci di dialogo e piene di pregiudizi, una aggressione contro la Chiesa, contro il clero, anche con attacchi personali. Ci sembra opportuno rendere pubblica questa esortazione perché le nostre comunità siano direttamente informate sul senso di questo nostro intervento:

 

"Avvicinandoci alla Commemorazione dei defunti del 2 novembre, noi presbiteri della Chiesa bagherese sentiamo il bisogno di ricordare ai nostri fratelli e sorelle nella fede di vivere questo momento non solo come atto di tradizionale attenzione ai morti (pulire le lapidi, mettere un fiore…), ma come momento di consapevolezza che i nostri morti, che hanno vissuto nell’amore come dono di se stessi, sono ormai nel Signore e che noi possiamo vivere in comunione con loro solo se viviamo nell’amore verso e Dio e verso il prossimo, in modo particolare verso i più emarginati dalla società. “Chi ama conosce Dio, chi non ama non conosce Dio perché Dio è amore”, scrive s. Giovanni nella prima lettera. La fede nella risurrezione di Gesù di Nazareth coinvolge coloro che credono nella sua Parola che affida il senso ultimo della vita non al silenzio della morte, ma alla piena realizzazione di una relazione di amore che si abbandona all’abbraccio di Dio. Nel cristianesimo non si parla di reincarnazione, ma di morte e risurrezione perché è la totalità del nostro essere corpo e spirito che raggiunge la realizzazione di questo incontro personale con Dio. Il nostro corpo e il rispetto del corpo, sia in vita che in morte, assumono una importanza fondamentale del nostro vivere religioso e civile. E’ nella corporeità che noi viviamo la nostra esistenza e possiamo comunicare e costruire una vera comunione umana.

Rimane a noi l’obbligo di un rispetto totale per i resti terreni di coloro che amiamo. Ci preoccupa però l’affievolirsi dell’attenzione e la superficiale cura, come già nel recente passato è stato denunziato e ancora nel presente si verifica, verso quello che rimane dei corpi dei nostri morti, reliquie e memoria nello stesso tempo. Vogliamo pertanto richiamare le nostre comunità ecclesiali al rispetto e alla cura dei morti e del cimitero come luogo di riflessione e di preghiera. Vogliamo anche rivolgere un invito a coloro che hanno responsabilità amministrative a risolvere i problemi gravi del cimitero che vengono segnalati dall’opinione pubblica e che sono sotto gli occhi di tutti. Si tratta di problemi strutturali, di ampliamento e di restauro. Si tratta immediatamente della gestione delle sepolture e del decoro. Pur nella consapevolezza che la soluzione di questi problemi richiede impegno considerevole di risorse economiche e programmatiche, riteniamo che ne vale la pena affrontarli perché creano sofferenza a tante famiglie. E come spesso accade sono sempre i più poveri a soffrirne di più.

Perché questa problematica possa coinvolgere la coscienza di tutti, abbiamo pensato quest’anno di non celebrare la Messa il 2 novembre all’interno del cimitero, ma di celebrare nelle nostre chiese parrocchiali. Una concelebrazione con tutte le comunità parrocchiali di Bagheria si farà martedì 7 novembre alle ore 18,00 nella chiesa delle Anime Sante. Seguirà un pellegrinaggio al cimitero venerdì 17 novembre alle ore 15,30 con partenza dall’inizio di via S. Isidoro che si concluderà simbolicamente davanti al cancello del cimitero con la preghiera e la benedizione dei defunti.

Riteniamo che questo evento simbolico possa incidere sulla coscienza di tutti per ridare dignità, ognuno per la sua parte, a un luogo che per credenti e anche per non credenti rimane comunque luogo di umanità, di identità e di civiltà di una comunità umana.

Le indicazioni e gli appuntamenti dati alle comunità parrocchiali vengono pertanto confermati. Rimaniamo tuttavia meravigliati e stupiti delle reazioni di alcuni a una iniziativa che non ha pretese di destabilizzazione, ma ha un carattere prevalente di purificazione della religiosità, contaminata da nuove forme di modalità pagane che trasformano la vigilia di Ognissanti e dei defunti in una parata mostruosa e carnevalesca lontana dalla nostra cultura. Riteniamo invece che la nostra iniziativa possa contribuire alla crescita, nella nostra città, di una coscienza civile di rispetto della dignità dei defunti e, speriamo, di un comune impegno a cercare e realizzare il bene della nostra città".

Le comunità parrocchiali di Bagheria

Nella foto di copertina il cimitero di Bagheria dall'alto

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