TAR e Tribunali per governare la scuola? di S.re Provenzani

TAR e Tribunali per governare la scuola? di S.re Provenzani

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Il decisionismo di questo Governo molto gradito agli Italiani, così come i sondaggi dicono, illude i cittadini sul fatto che “mostrare i muscoli” andando avanti senza curarsi degli opposti pareri, possa essere equivalente all'efficacia dell'azione del governo medesimo
. Nel settore della scuola questo agire sta creando situazioni difficili al punto da mettere in seria discussione la possibilità di realizzare le riforma che sono state “varate” con tanta autorità e pubblicità.
Realizzando le diverse sequenze e le necessarie procedure incentrate sulla emissione di pareri che sebbene non ostativi, tuttavia sono necessari e comunque chiaramente indicativi dell'umore che li emette, emerge un diffuso malessere ed un dilagante dissenso del quale occorre assolutamente tenere conto, maggioranza o no.

Ad essere obiettivi questo atteggiamento nel governare è stato diffuso nel nostro paese a prescindere dagli orientamenti politici degli schieramenti al governo.

Non si è mai capito sufficientemente che ciò che conta nelle riforme non è l'etichetta di chi le realizza, ma che siano nel modo più ampio, condivise.
La scuola, la giustizia, la salute non potranno mai essere di destra o di sinistra sono degli italiani.
Anche il precedente Governo Prodi ebbe queste debolezze.
Proprio durante il ministero Fioroni venne deciso che i Docenti di Religione dovessero a pieno titolo partecipare alle operazioni di scrutinio ed incidere nella quantificazione dei cosiddetti crediti che sono la base con cui gli studenti si presentano agli esami di stato.

La decisione ministeriale era chiaramente un ammiccamento nei confronti del Vaticano.

Nessuno si fa sfuggire l'occasione di essere gradito alla Santa Sede.

Era altrettanto evidente che tecnicamente e giuridicamente il provvedimento non avrebbe retto di fronte ad un giudice amministrativo.
La decisione di Fioroni peraltro per ovvi motivi, era anche condivisa dall'opposizione e dunque.....si poteva fare.
La disposizione ministeriale giunse nelle scuole e fu naturalmente molto gradita ai Docenti di Religione che in tal modo ritennero di crescere in potere......politico all'interno del consiglio di classe e della scuola.
Oggi la sentenza emanata dal Tar del Lazio ha rimesso le cose a posto!
Molti gruppi dissenzienti ed associazioni laiche avevano proposto il ricorso che evidentemente era assolutamente fondato proprio per le ragioni giuridiche che il Governo aveva deliberatamente sottovalutato.
Questa continua oscillazione da una norma all'altra, il Tar ha detto la sua sul maestro unico, sui libri di testo, sui regolamenti, sulle modalità di comporre l'organico ed ora sui docenti di Religione.

Spostando dalla naturale sede, che è il Parlamento, il necessario dibattito ed il confronto fra i partiti per materia così coinvolgente come la scuola e governando con atti unilaterali che escludono la fase necessaria della concertazione, per esempio con le Organizzazioni sindacali, è naturale che i cittadini ricorrano alla magistratura amministrativa.
Il magistrato sembra essere l'unico soggetto abilitato a fermare il procedere del Governo e tutto questo non agevola la costruzione di un modo migliore di fare la scuola.

I Tar annullano i provvedimenti adottati e contestati e riportano l'orologio all'indietro, privando il sistema di quelle necessarie innovazioni che la gente reclama a gran voce. In questa ultima occasione il Tar ha cancellato un provvedimento che se studiato e pensato meglio poteva essere tranquillamente accettato.
Sarebbe stato necessario realizzare ciò che è stato pensato da sempre.
Avviare delle serie ed organizzate attività alternative all'IRC.
Se così si fosse fatto sarebbe venuto meno il difetto della discriminazione per chi non si avvale della Religione Cattolica ed avrebbe inverato un principio sacrosanto della nostra Costituzione e cioè la parità fra i Cittadini che dovrebbero avere tutti gli stessi diritti.

Questa disattenzione costante costringe i tribunali a sostituirsi alle camere parlamentari ed ad arrecare un serio vulnus al principio fondante della democrazia.


Salvatore Provenzani
Dirigente Scolastico I.T.C. “Don L. Sturzo” – Bagheria (PA)
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