L'ipotesi di reati penali, in particolare violazione di due articoli del Codice Penale riguardanti la tutela ambientale, emerge chiaramente dalla relazione conseguente agli accertamenti compiuti sull'impianto della Vini Corvo
Le violazioni riscontrate, se fosse stata usata la mano pesante, avrebbero potuto portare addirittura alla sospensione dell'attività che viene realizzata nell'impianto, e cioè la derivazione dei mosti delle uve e della loro successiva fermentazione, in questo periodo peraltro nel pieno della campagna.
Nel sopralluogo estremamente approfondito e meticoloso effettuato dal personale del Nucleo tutela del mare della Capitaneria, dai tecnici dell'ARPA e dai vigili del NOPA, vengono fuori una serie di anomalie riscontrate all'interno dello stabilimento e che vengono puntigliosamente elencate.
A partire dalla presenza di un pozzo di acqua di cui non viene rintracciata la concessione all'eduzione e all'uso da parte della Prefettura, e sempre a proposito di acqua non veniva neanche esibito copia del contratto di fornitura con l'A.P.S.
Ma a parte questi aspetti formali, veniva invece riscontrate la presenza di canalicoli di raccolta, condotte varie, pozzetti e quant'altro che convogliando scarti di lavorazione delle uve accumulati all'esterno, reflui di lavaggi di cisterne e varie, durante le piogge, portano queste acque a confluire nella condotta urbana delle acque piovane e da li come è stato accertato in maniera rigorosa e incontrovertibile direttamente nel mare del Sarello.
La Vini Corvo ha invece una autorizzazione allo scarico per le acque reflue in pubblica fognatura, ma dopo che le acque, tutte le acque, siano passate dall'impianto di depurazione dell'azienda.
La vicenda era nata con la segnalazione alla Capitaneria da parte di alcuni bagnanti del mare "colore del vino" al Sarello, fenomeno che ogni anno in questo periodo si ripropone, e da un allarme lanciato dall'Associazione Baghering e ripreso dal nostro giornale.
Cosa succederà adesso?
Dopo gli accertamenti uno di pozzetti incriminati è stato murato con cemento, ma l'azienda dovrà mettere in campo tutti gli adempimenti perché quanto accaduto non si ripeta. Tant'è che un altro accertamento è stato programmato tra qualche settimana.
Poi ci sarà la Magistratura che dovrà trarre le proprie conclusioni.
Quello che lasci perplessi è che una azienda nota in tutta Europa e con un "brand" così importante, anche solo per sciatteria e approssimazione si faccia cogliere in fallo su questioni di tale importanza rischiando in un periodo cruciale la chiusura dello stabilimento.