Cambiare nome a piazzetta Verdone? - di Mimmo Aiello

Cambiare nome a piazzetta Verdone? - di Mimmo Aiello

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Gentile Direttore, ho letto e sentito sugli organi di informazione che il Consiglio comunale o altri avrebbero deciso di intitolare la piazzetta Verdone al cardinale Pappalardo e che sarebbe già pronto un busto per decorare o arredare il luogo prescelto:

ovviamente io non niente in contrario rispetto al fatto di ricordare, anche nella toponomastica, l'illustre e coraggioso vescovo ma non capisco perchè ciò debba essere fatto a detrimento della memoria storica locale.
Credo che Bagheria abbondi di spazi nuovi che avrebbero soltanto vantaggi ad avere una intitolazione così prestigiosa come quella appena proposta.

Il problema è che tutti parlano dell'importanza della memoria, della tradizione e persino dell'identità di Bagheria,però nei fatti smentiscono tutto ciò o per ignoranza ( la migliore delle ipotesi ) o per sciocca e bovina piaggeria nei riguardi di chissà chi.

Riteniamo tutti che persone come Giuseppe Verdone, imprenditore e giornalista, esponente di quella Bagheria operosa di cui tutti lamentano la scomparsa, vadano ricordate , almeno con una frase, un rigo appena...

Peraltro in piazza Verdone e nella casa con il terrazzino , ancora visibile, visse la famiglia Guttuso almeno sino agli anni Quaranta, come ricorda Salvatore Di Benedetto nel suo libro"Dalla Sicilia alla Sicilia", pubblicato da Sellerio qualche anno fa.

Capisco benissimo che Bagheria ha mille problemi e tutti molto più gravi dell'intitolazione delle strade o delle piazze a questo o a quello ma l'Amministrazione ha fatto dei passi ( qualcuno anche falso ) in merito all'importanza di ricordare personaggi bagheresi e non , famosi e non, per le giovani generazioni.

Penso che rispetto ai quasi irrisolvibili problemi baarioti proprio sul tema della cultura l'Amministrazione qualche merito l'abbia guadagnato : un ulteriore passo falso, peraltro facilmente evitabile, è la decisione di rimuovere dalla memoria collettiva anche un nome su una piccola piazza.

Possiamo fare qualcosa , noi semplici e attoniti cittadini, per indurre chi o coloro che hanno preso la decisione per farli recedere e magari piazzare il busto di S.E. Salvatore Pappalardo in un altro luogo degno di avere un nome così illustre?

Mimmo Aiello

 

Ci permettiamo di aggiungere qualcosa.

 

Condividiamo in pieno l'opinione di Mimmo Aliello per due, tre ordini di motivi.

Il primo è che, come giustamente osserva Aiello, i nomi delle strade sono il primo libro di memoria e, aggiungiamo noi di storia , che sin da piccoli ci ritroviamo sotto gli occhi.

E la storia non si può riscrivere o rileggere ad ogni piè sospinto, o dai vincitori di turno. La storia buona o cattiva appartiene ad una comunità e deve essere comunque conosciuta, spiegata e se neccessario trarre da essa insegnamenti per non ricadere negli stessi errori.

Questo per chi voleva cambiare nome  a corso Umberto o a Via Togliatti.

Ed ancora: l'onomastica stradale porta riferimenti a fatti, luoghi, mestieri, vicende, circostanze che sono quel bagaglio "culturale" che comunque ci appartiene. per cui ribattezzare, (come inopinatamente e arbitrariamente fu fatto due decenni fà, e a cui seguirono gli opportuni ripensamenti) Via Passo del Carretto in Via San Giovanni Bosco, o Via Francesco Paolo Perez in Via Ignazio Mineo, o anche, come è stato fatto più di recente Via Città di Palermo in Viale ingegnere Giuseppe Bagnera, è una operazione culturalmente e socialmente sbagliata.

Condividiamo naturalemente l'idea di dedicare al fu cardinale di Palermo, Salvatore Pappalardo, la cui parola e il cui esempio segnarono una vera e propria linea di demarcazione della posizione della Chiesa sul tema del giudizio e della lotta contro la mafia. E' cosa giusta opportuna e doverosa.

Un'ultima raccomandazione che facemmo anche tempo fa: le targhe delle nostre strade a parte la loro antiesteticità, sono un libro dei misteri, riportano solo i nomi ( in certi casi anche storpiati) e nient'altro.

C'è gente che abita in Via Erodoto, in Via Senofonte o in Via Neruda, e gli piacerebbe anche sapere chi era costui. Bene si aggiunga almeno l'attività e le date di nascita e di morte, degli uomini e delle donne cui sono intitolate le strade a Bagheria.

Servirebbe più di mille discorsi e seminari sul valore della cultura.

 

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