Vigliacchi anonimi- di M.zio Padovano

Vigliacchi anonimi- di M.zio Padovano

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Carissimo Direttore, e ancor più caro Angelo, ho rimuginato per un paio di giorni sull'opportunità di proporti questo intervento.

Le ragioni del no sembravano avere la meglio quando riuscivo a ruminare con distacco su quanto letto; ma scomparivano quando non riuscivo a separare la passione per la mia città dal freddo raziocinio che, da solo, non è mai foriero di buone scelte.

Insomma, la preoccupazione di ciò che potrebbe attenderci nei prossimi mesi - nel complicato mondo della comunicazione mediatica locale - mi ha spinto a dire la mia. Ancora una volta mettendoci faccia, nome e cognome. Cosa non secondaria, come fra poco tenterò di spiegare.

Come sai bene, qualche giorno dopo Natale il tuo sito ha ospitato - e colgo qui l'occasione per ringraziarti pubblicamente del rilievo che sempre dai ai miei sporadici interventi - una Dichiarazione di intento di voto a favore della Prof.ssaVittoria Casa.

Preciso, ancora una volta, che quella Dichiarazione, sebbene firmata soltanto a nome mio, è stato frutto di un lavoro collettivo, condiviso, che ha visto crescere attorno all'idea della candidatura a sindaco di Vittoria Casa un gruppo di persone che, sebbene non faccia politica di professione, non ha rinunciato a esercitare la cittadinanza attiva.

Il problema però, caro Angelo, non è il merito di ciò che quella Dichiarazione esprime. È il metodo, se mai, con il quale su Bagherianews - e sulla stragrande maggioranza di siti web di informazione che io conosca - si consente facilmente diritto di replica a chiunque sia fornito si un nickname, fosse anche a sfregio permanente dell'opera di uno dei più grandi scrittori viventi.

Mi sto riferendo, lo hai già compreso, a due repliche apparse in coda al mio intervento: una a favore e una contro.

Ebbene, non ho problemi ad affermare che mi dispiacciono entrambe, in egual misura.

Le lettere anonime, si diceva un tempo, screditano tanto chi le scrive quanto chi le prende sul serio.
Io sono più che certo che, se tu, nella veste di Direttore di questo Giornale che ancora oggi mi ospita, accogli le mie riflessioni, lo fai perché sei profondamente convinto che quelle riflessioni portino, in maniera civile sebbene talvolta risentita, un contributo al dibattito pubblico nella nostra città.

Ma se poi - come è stato fatto in passato, come continua a verificarsi oggi - consenti il diritto di replica a vigliacchi anonimi, ecco che allora trasformi l'intervento pubblico di un privato cittadino nel gioco del soldato: in cui chi si espone e scrive, paradossalmente, è costretto a prendere schiaffi da una folla anonima e, in gran parte, in malafede.

Con ciò, ovvio, non sto chiedendo che ai miei interventi non si replichi, anche contestandoli: soltanto gli sciocchi cercano il plauso preventivo.

Ma ti chiedo di consentire il sacrosanto diritto di replica soltanto a chi vuole farlo con nome e cognome, certificando in maniera indubitabile - fotografica, aggiungo - la propria identità (anche rendendo noto, a te Direttore e gestore del sito, tutti i dati personali, compresi i documenti ufficiali di identità, che rendano credibile l'accreditarsi a rispondere).

Se non sarà così, nei prossimi mesi di campagna elettorale, contribuiremo tutti non a un dibattito aperto e franco, di cui la città ha bisogno, ma a una camarilla indegna di tutti contro tutti, nella quale i cecchini della maldicenza avranno da divertirsi.
So, caro Angelo, di star prendendo di petto un problema che non ti trova indifferente.

Del resto, recentemente sul Bagherianews un ottimo articolo di Stefano Fricano sottolineava e chiariva - molto meglio di quanto sto facendo io - l'importanza della relazione virtuosa (o viziosa) tra informazione, politica e web.

Negli ultimi cinque anni a Bagheria, tra testate cartacee tradizionali e testate online, sono stati offerti spazi di dibattito pubblico prima impensabili, per qualità e numero.

Bagherianews, tra queste, ha acquisito uno spazio di primaria importanza. Proprio per questo è necessario che Bagherianews intervenga a dare l'esempio nel regolamentare i modi di intervento nel dibattito pubblico.

La campagna elettorale - con tutto il corallario informativo che si porterà appresso - può essere un ottimo banco di prova.

A te, come Direttore, l'onere e l'onore di fare scelte chiare.

Caro Angelo, concludo con un po' di perentorietà, ad onta del mio cecchino anonimo: da cittadino e da uomo libero, non ho mai amato equidistanze e gattopardismi.

Sarò del secolo scorso, ma per me esistere significa schierarsi, parteggiare, avere una visione del mondo sebbene criticabile e incompleta, e soprattutto non rinunciare a dire la propria, pur riconoscendo spesso agli avversari buone ragioni, e condivisibili.

Con ciò comunico ai cecchini anonimi - se ancora malauguratamente ve ne saranno - che il mio impegno per Vittoria Casa sarà di quella lealtà e di quella coerenza che l'amicizia sempre, la politica talvolta, rende indispensabili.

Non sarò candidato come consigliere comunale nelle Liste che appoggeranno la candidatura di Vittoria, perché non ce n'è bisogno. Non mancheranno le persone per bene da votare, né in quelle liste né in quelle degli altri candidati a sindaco.Di questo, ne sono sicuro.

Sostenere un amico non significa pensare che il mondo si riduca al tuo orizzonte: significa, però, essere convinti che quell'orizzonte sia il migliore possibile per te e per la città. A viso aperto, senza infingimenti e senza stupidi e vili pseudonimi.

Solo a queste condizioni, caro Angelo, potrò continuare con piacere per la polemica e amore per la città a partecipare al dibattito pubblico che tu promuovi.

Nel frattempo, continuerò a fare quello che, con certo spregio, il mio cecchino anonimo definisce mestiere: cioè, l'insegnante.

Non sa però il mio spregiatore - ah, l'eterogenesi dei fini! - di avermi fatto un gran complimento.

Ho sempre ritenuto, infatti, che il mio lavoro si possa fare al meglio solo se lo si intende come mestiere: e ricordo ad Aureliano Buendia (il cecchino anonimo) che mestiere è l'attività appresa, in genere, con la pratica e il tirocinio, che si esercita quotidianamente a contatto con altre persone che crescono insieme a te, e anche grazie a te, in una bottega meravigliosa che si chiama classe.

Ciò che si tenta di produrre, in quella bottega, sono persone libere, e capaci di portare con orgoglio il proprio nome e cognome, di renderlo pubblico senza sentirsene schiacciate.

Persone e cittadini che non hanno bisogno di pseudonimi.

Sinceramente
Maurizio Padovano

P.S. Capisco che il fascino della letteratura sia irresistibile, però, caro cecchino anonimo, la prossima volta che vuoi maledire di qualcuno, ti prego, non sfregiare la memoria di Aureliano Buendia o di qualche altro grande personaggio romanzesco. Anche perché TU, a differenza del personaggio di G.Garcia Marquez, non farai mai i conti con un plotone, benché scalcinato, di fanteria andino: l'unica salva di esplosioni che ti si addice è quella di più prosaiche sarabande intestinali.

 

Ci eravamo riproposti di affrontare con un articolo nei prossimi giorni, e l'intervento di Maurizio Padovano lo rende ancora più urgente, l'atteggiamneto e la funzione del nostro giornale, circa la completezza, la imparzialità e la pluralità dell'informazione che vogliamo garantire sempre, ma in particolare durante la campagna elettorale. La questione che solleva Maurizio Padovano sarà una di quelle sulle quali ci concentreremo. Angelo  Gargano

 

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