Decoro urbano e senso civico: valori da riscoprire

Decoro urbano e senso civico: valori da riscoprire

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Proprio da una chiacchierata con Vincenzo Lo Meo, poco meno di tre mesi fa, a conclusione dell' intervista televisiva  di presentazione della candidatura, che gli facemmo per Teleone,  venne fuori l'espressione la "squadra dai piedi buoni".

Si ragionava sul fatto che in alcune città, Agrigento in particolare, malgrado la ristrettezza di risorse e di trasferimenti da stato e regione, pur tuttavia gli amministratori erano riusciti a realizzare cose importanti.
E dall'esempio del calcio nacque quella frase che tanto piacque a Lo Meo, al punto da adottarla quasi come slogan elettorale.

Un po' tutti giochiamo (o abbiamo giocato) al calcio. Ma c'è giocatore e giocatore, e così come in tutte le attività, anche in politica c'è chi è più bravo degli altri, ha più idee e più chiare degli altri, ha più capacità realizzativa degli altri: insomma i famosi giocatori dai piedi buoni.

Questo ci fa pensare che malgrado il cruccio di un bilancio ormai all'osso, esistono sempre margini di creatività, di capacità operativa, di buona volontà, che sia pure in una situazione finanziariamente difficile possono consentire di realizzare eccellenti risultati.

Partiamo dalla prima.

Diremo cose ovvie, forse addirittura banali, ma dettate dal buon senso, e non ce ne vorranno i soloni della politica, che presi dai grandi progetti, trascurano il quotidiano.

Questa è una città in cui espressioni antiche e desuete come "decoro urbano" e "senso civico" debbono ritrovare significato e sostanza.

Partiamo da una abitudine inveterata e decisamente incivile che adottano ogni giorno una larga parte dei nostri commercianti, a ragione della quale suggerimmo al tempo all'assessore Gino Di Stefano, quando si occupava di attività produttive, di concerto con le associazioni di categorie, di far emanare al sindaco una ordinanza ( ma forse già esiste) che obblighi i commercianti (tutti i commercianti) che nel momento in cui vanno a scopare come ogni mattina fanno, davanti al loro negozio, non buttino carte e cartacce pacchetti vuoti di sigarette e quant'altro nella cunetta o nelle "conche" degli alberi, trasformandole in ricettacolo di sporcizie.
No!
Semplicemente che usino dopo la scopa una paletta e ripongano l'immondizia accumulata in un sacchetto che conferiranno poi, nelle ore serali dentro i cassonetti.

E' difficile? Costa tanto? Si chiede la luna? Certo che no.

Si chiede semplicemente di fare a Bagheria quello che anche nei paesi siciliani più civili avviene ogni giorno.
E che, se non lo facessero e venissero colti in "flagranza di reato", verrebbero sonoramente multati.

Basterebbe coinvolgere le associazioni di categoria, qualche settimana di informazione, di volantini recapitati anche a mano ai soggetti interessati, un po' di pubblicità sui media, e qualche santa mazzata, sotto forma di sanzione, a chi fa il furbo e forse vedremmo a Bagheria quello che vediamo nei paesi normali.

Ma c'è un ulteriore passo avanti che si può e si deve fare rispetto a questo: occorre nello spirito da tutti richiamato in campagna elettorale, della "sinergia" pubblico-privato, incentivare i commercianti a farsi carico in prima persona di curare gli spazi antistanti le loro attività commerciali, vie, spazi, slarghi, piazze e piazzette eccc

Gli esempi potrebbero essere centinaia: vediamo già che qualche volenteroso lo fa: dico piazza Sepolcro, piazza Madrice, piazzetta Batìa, piazzetta IV novembre, piazzetta Cutò, ampie zone di via Mattarella, ampie zone di via Dante.

O ancora: abbiamo visto nascere negli ultimi tempi  decine di chioschetti di bar o giornali.

Bene: si imponga a chi ne ha ottenuto la concessione e l'uso di farsi carico della pulizia e della manutenzione dell'area circostante.

Sono centinaia, credeteci, le aree che possono essere affidate alla cura e alla tutela di privati con adeguate contropartite, per esempio la sistemazione di panchine o di cestini portarifiuti che riportino la pubblicità delle aziende che si stanno occupando della cura di quell'area o con uno sconto su alcune imposizioni fiscali, così come oggi avviene per la formula del caffè concerto.

Si tratta di stilare un regolamento e una convenzione tipo all'interno della quale calare poi le specificità, con l'obiettivo strategico di trasferire via via nel tempo la responsabilità della buona tenuta della città ai cittadini.

Non possiamo pretendere di avere il diritto di sporcare e insozzare, solo perché paghiamo, (quando le paghiamo), le tasse.
Non sarà una strada facile, non ci  vogliono però tanti soldi, ma occorrerà charezza di idee, convinzione e tenacia, ed alla fine sarà una strada pagante.

 

Angelo Gargano