Donne, se non ora, quando? di Rosa La Camera

Donne, se non ora, quando? di Rosa La Camera

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Una coincidenza positiva mi ha portato domenica mattina 14 luglio a Siena -in realtà ho fatto di tutto per esserci tranne che piantare (per il 13) in un'altra città figli e marito-

dove si erano date appuntamento le donne di "se non ora quando?".

Un convegno di due giorni dove sono però arrivata solo alla fine del secondo giorno, con le lacrime agli occhi per la rabbia, e di quella esperienza ho respirato appena l'atmosfera gioiosa e vivace, nonostante il caldo e la stanchezza che si poteva leggere sui visi delle partecipanti, molte delle quali si portavano dietro gli zaini e le borse per il viaggio di ritorno.

In giro per la città, non solo a piazza Sant'Agostino dove è stato allestito un palco, c'erano ancora i palloncini, gli stands, i fiocchi rosa attaccati ai vestiti.

Mi sono persa, ahimè, i più di cinquanta interventi di cui mi hanno parlato le organizzatrici- tra queste Perla la quale mi ha consolata e assicurata che troveremo in rete tutto il materiale prodotto durante la manifestazione al sito http://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com/,- la musica, le letture, i dibattiti, i fischi e gli applausi, esperienze in parte vissute anche a Palermo il 13 Febbraio scorso; in più, tante partecipanti illustri, molte delle quali siedono in parlamento e alle quali è stato detto che il movimento non appartiene a nessun partito, in particolare dalla Rosy Bindi alla Flavia Perina, da Livia Turco a Silvia Buongiorno.

Trombette e applausi ci sonno state anche per Susanna Camusso che ha parlato di lavoro e della misoginia dei tagli ai servizi per le donne.

Cristina e Francesca Comencini, insieme a Lunetta Savino, sono state le animatrici fino allo sfinimento di questa manifestazione, tanto che il discorso finale è stato pronunciato, in sostituzione della Comencini da Serena Sapegno che lavora all'università e che non conoscevo.

Ha espresso la sicurezza di un'affermazione del movimento perché esso si apre a tutte le donne impegnate in modo diverso nella società, a tutte le associazioni che fino ad ora, separatamente e senza contatti, hanno cercato di rispondere al desiderio di contare e di trasformare la politica (è successo anche a noi!).

Un movimento di donne, non un partito. Un patto tra donne diverse, una rete stabile e autonoma.

Mi è stato chiaro che si trattava delle stesse motivazioni che hanno spinto noi (donne bagheresi) a "Emergere dal silenzio" e creare perciò un gruppo donne qui a Bagheria.

E vorremmo che ci provassero tante altre, anche loro stanche della politica fatta male.

Della politica che gira sempre attorno ai problemi senza mai risolverli, che si preoccupa solamente di salvaguardare gli interessi di pochi e non si cura del bene dei tanti. Anche noi siamo stanche di vedere i nostri diritti fondamentali di persone e di cittadine calpestati, stanche di stereotipi e negligenze maschiliste che ci penalizzano e ci offendono, di una politica inetta agita da individui egoisti, pavidi e amorali.

Stamani, mentre ancora mi aggiravo fra valigie da disfare, lavatrici da caricare e polvere da eliminare ho pensato ancora alle duemila donne che si sono incontrate nel prato di Sant'Agostino, per ricordarsi di essere di fatto un movimento Politico.

Penso a quelle quarantenni, cinquantenni e più, che sanno il fatto loro, che hanno accumulato sapienza e cultura nonostante tutto, nonostante lo sfacelo culturale e sociale del nostro paese che impedisce alle più giovani e alle più scettiche di sentirsi altrettanto sicure, altrettanto protagoniste.

Stamani, ho ripensato alla reazione di mia figlia quattordicenne che mi ripeteva che a lei Siena e le sue donne non la interessavano - e però poi si dispiaceva del mio dispiacere per non essere arrivata in tempo per l'intera manifestazione.

Vedo stoffa in lei, come nei nostri giovani.

Perciò dobbiamo "lavorare tale stoffa" e dimostrare loro che è possibile essere diverse ed essere felici del nostro impegno, del nostro lavoro quotidiano, del nostro corpo, della sapienza al femminile, della nostra fatica per progettare il futuro per tutti noi.

Rosa La Camera

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