Cronaca

Si cominciano a chiarire le ragione dell'accoltellamento che è accaduto ieri sera a Porticello: alle origini della vicenda ci sarebbe una relazione troncata da un giovane, G.D. 17.nne, con la propria ragazza anche lei minorenne, peraltro già incinta.

Secondo una prima ricostruzione, dopo l'inevitabile iniziale sovrapporsi delle voci e delle notizie, il padre della ragazza S.F. di 43 anni, avrebbe chiesto ragione al giovane del perchè avesse troncato questo rapporto con la figlia; a spalleggiare il giovane sarebbe intervenuto il padre, G.R. di 42 anni,  e ad un certo punto qualcuno, pare accertato che sia stato il figlio, avrebbe tratto fuori un coltello e ferito con diversi fendenti alla spalla il padre della ragazza, uno dei colpi avrebbe colpito un polmone. 

A soccorrere il padre della ragazza un agente di polizia municipale che ha cercato di tamponare la copiosa perdita di sangue che fuoriusciva dalle ferite.

I due padre e figlio, resisi in un primo momento irreperibili, sono stati rintracciati dai Carabinieri in nottata e sono in atto  sottoposti a fermo di polizia giudiziaria con l'accusa di tentato omicidio, che dovrà essere convalidato dal GIP, ma mentre il padre si trova alle carceri 'Cavallacci' di Termini Imerese,  il figlio minorenne è stato associato al carcere di Malaspina.

L'uomo ferito è stato operato e rimane in prognosi riservata. A Porticello l'accaduto ha suscitato grande impressione.

Le indagini vengono condotte di concerto tra i militi della Stazione di S.Flavia e il Nucleo investigativo della Compagnia di Bagheria.

I Carabinieri della Stazione di Bagheria hanno proceduto all’arresto di COMITO Roberto, nato a Palermo il 16/04/1987, residente a Bagheria Via Tripoli, volto noto alle forze dell’ordine, libero vigilato, colpito da un’ordinanza di custodia cautelare con l’applicazione della misura degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale Ufficio Gip di Termini Imerese, poiché gravemente indagato di tentata estorsione continuata.

altL’attività’ investigativa svolta dai militari della Stazione Carabinieri di Bagheria, trova conferma anche grazie al supporto delle immagini estrapolate dal sistema di video sorveglianza che, consentiva di accertare che il COMITO Roberto, nel conseguimento di un unico disegno criminoso, in due circostanze, con minaccia e violenza, vantando anche conoscenze con esponenti mafiosi del luogo, nel mese di aprile 2015 e in data 21 maggio 2015, pretendeva delle somme in denaro, rispettivamente di 50,00 € e 100,00 €, nei confronti del dipendente di una tabaccheria del centro cittadino di Bagheria.

I due tentativi di estorsione non riuscivano nel suo intento solo per la resistenza opposta dall’esercente, all’interno dell’attività commerciale.

 

Il fatto è accaduto nel pomeriggio di oggi, domenica 7 giugno, nella zona delle giostre in piano Stenditore, mentre in paese si stava svolgendo la processione del Corpus Domini. 

C'è stata una animata discussione tra due componenti di uno stesso nucleo familiare che è degenerata, al punto che uno dei due ha colpito con una coltellata alla spalla l'antagonista.

La rissa inizialmente nata tra due cognati avrebbe successivamente coinvolto altri componenti della famiglia.

Tra i primi a intervenire in soccorso del ferito sono stati gli agenti di Polizia municipale di servizio nella zona, che hanno immediatamente soccorso il ferito che perdeva molto sangue; ma, contrariamente a quanto avevamo scritto, e cioè che la ferita non rivestisse particolare gravità, pare invece che la punta del coltello abbia raggiunto il polmone.

Sono stati subito chiamati gli operatori del 118, quindi la volante della Polizia ed i Carabinieri di Santa Flavia agli ordini del maresciallo Fragano, comandante della stazione dei CC, che hanno subito avviato le indagini e le ricerche per individuare l'aggressore, resosi irreperibile, ed accertare i motivi che lo hanno spinto a questo gesto.

In questo momento vengono interrogati i familiari dei protagonisti della rissa e i numerosi testimoni che a quell'ora si trovavano in quella zona.

Gentile Direttore, faccio seguito alla conversazione avvenuta ieri per le vie brevi e, come d’accordo, in relazione agli articoli pubblicati ieri sul vostro quotidiano on-line “Elenco dei beni sequestrati a Francesco Raspanti….” - “Bagheria: i CC sequestrano beni per un valore di otto milioni di euro a Francesco Raspanti….”, Vi segnalo alcune precisazioni della Sig.ra Pedone Anna Rita, moglie di Raspanti Francesco, al fine di meglio delineare la vicenda relativa al sequestro effettuato senza enfatizzazioni che vanno oltre il diritto di cronaca:

1) Raspanti Francesco è soggetto che non ha mai subito condanne passate in giudicato in ordine a reati di allarme sociale ovvero relativamente a reati di criminalita’ organizzata e, allo stato, trovasi agli arresti domiciliari in quanto imputato nell’ambito di un unico procedimento penale che ancora non si è concluso, con la conseguenza che, fino a quando non intervenga un’affermazione di responsabilita’ penale con sentenza irrevocabile, vige in suo favore il principio della presunzione di innocenza.

2) Il valore di otto milioni di euro attribuito al compendio di beni sottoposti a sequestro è assolutamente privo di alcun fondamento con la conseguenza che la notizia di cronaca divulgata, sul punto, non risponde alla realta’ dei fatti ed infatti:

a) Raspanti Francesco aveva subito di gia’ un sequestro di beni (decreto misure di prevenzione del 12-11-14) nell’ambito del quale erano stati sottoposti a sequestro gli immobili elencati nell’ulteriore sequestro oggetto del vostro articolo;

b) l’unico cespite oggetto di nuovo sequestro è costituito dal complesso di beni aziendali della “Centroedile s.r.l.” che il Raspanti aveva venduto, con regolare atto notarile, a terzo soggetto nel maggio del 2010 ma per un importo documentato di trecentomila euro, certamente ben lontano dagli otto milioni di euro cui si accenna nell’articolo;

c) la partecipazione al 45% del capitale sociale della “Societa’ Dilettantistica Bagheria Calcio s.r.l.”, societa’ senza alcun scopo di lucro, ha un valore di circa € 1.125,00 ove si consideri che tutto il capitale sociale ammonta ad € 2.500,00, conseguentemente si contesta l’articolo nella parte in cui si fa riferimento al fatto che “L’odierno provvedimento ha interessato anche una cospicua quota di partecipazione ad una societa’ calcistica locale” .

3) Il fratello di Raspanti Francesco, Raspanti Giancarlo, è soggetto assolutamente incensurato e privo di alcuna pendenza giudiziaria ed è stato socio del fratello per una quota minoritaria del 20% soltanto per tre anni, con la conseguenza che tranne che per tale periodo non è mai stato cointeressato alle attivita’ imprenditoriali del fratello Francesco.

Tanto vi dovevo nell’interesse dei miei clienti.

Cordiali saluti.
                                                                                      Avv. Calogero Vella

Gentile avvocato, pubblichiamo per completezza di informazione la sua precisazione al nostro articolo, aggiungendo però a margine tre  brevi considerazioni:

- il nostro articolo riprende  in buona sostanza, ed in certi passaggi in maniera assolutamente fedele all'originale, un comunicato dell'ufficio Stampa Provinciale dei Carabinieri, laddove le  affermazioni riportate, (compresa quella sul valore di otto milioni di euro di valore dei beni posti sotto sequestro), discendono da indagini espletate dal Nucleo Provinciale dell'Arma e vengono condivise e sottoscritte dalla Magistratura. Peraltro le stesse affermazioni, pressocchè negli stessi termini,  sono state riportate ieri su quasi tutti i siti on line regionali di informazioni, sui notiziari televisivi ed oggi sulla carta stampata. Quindi nessuna enfatizzazione, e niente che non sia già scritto nei comunicati ufficiali dei CC.; quanto affermiamo è peraltro facilmente verificabile.

- Non ho alcun motivo nè  elemento per pensare che quanto Lei affermi non sia vero; però non ho alcun titolo per potere esprimere, ed in questa sede, un'opinione nel merito; posso solo limitarmi a registrare le cose che Lei, avvocato difensore di un imputato, riporta.

- Infine l'esperienza di precedenti, similari provvedimenti e dei  processi che ne sono seguiti, accaduti nel passato, recente e meno recente, anche a Bagheria, mi portano a pensare che la Magistratura giudicante sarà in grado di accertare la verità dei fatti e di esprimere un giudizio sereno e fondato.

Angelo Gargano, direttore responsabile di bagherianews.com


 

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