Cronaca

Si è costituito intorno alle due di questa notte all'Ospedale civico di Palermo, manifestando un malore e dichiarando la propria identità, Carmelo Bartolone, sottrattosi il 7 dicembre dello scorso anno al regime dell'obbligo di firma presso il Commissariato di Polizia di Bagheria: nei giorni successivi malgrado le ricerche attivate dalle forze di Polizia, non essendosi presentato alla firma, è stato emesso un mandato di cattura che gli è stato notificato questa notte stessa e immediatamente eseguito, con contestuale traduzione al carcere di Pagliarelli. 

E' stata la Polizia ad informare la famiglia che il congiunto si era costituito.

Bartolone allorchè aveva finito di scontare i sette anni di carcere cui era stato condannato nel processo Grande Mandamento, era sottoposto come dicevamo all'obbligo di firma.

altSulle motivazione dell'allontanamento volontario e del suo ritorno si possono fare solo ipotesi: nelle carte dell'operazione Argo, che vedevano Bartolone destinatario di un ulteriore  mandato di cattura, i carabinieri erano arrivati alla conclusione che Bartolone temeva di restare vittima delle tensioni esistenti all'interno della famiglia mafiosa di Bagheria, dove pare che la sua spregiudicatezza e la voglia di crearsi uno 'spazio' proprio avevano incontrato le resistenza del capofamiglia Gino Di Salvo e del suo braccio destro Sergio Flamia.

Bartolone avrebbe percepito questa ostilità e i rischi che comportava la sua presenza e per questo si sarebbe allontanato: la sua costituzione in una struttura sanitaria farebbe pensare che il periodo di latitanza si stesse rivelando poco compatibile con una patologia cronica, il diabete, della quale soffre Carmelo Bartolone.

In questo senso ancora non c'è nulla di chiaro: nei prossimi giorni Bartolone verrà ascoltato dai magistrati che hanno emesso il provvedimento restrittivo nei suoi confronti, e forse se ne potrà sapere di più.

 

 

 

 Bartolone Carmelo

 

Le Fiamme Gialle della Compagnia di Bagheria hanno scoperto nella cittadina un centro scommesse clandestino, denunciando all’autorità giudiziaria 2 soggetti per l’organizzazione abusiva di scommesse sulle partite di calcio e procedendo, nel contempo, al sequestro di ben 58 apparecchiature informatiche costituite da PC, stampanti, monitor, modem ed altre attrezzature, che componevano, in totale, 14 postazioni telematiche, oltre a 800 euro in contante.

Anche in tal caso, come in altri della Provincia di Palermo,  è stata riscontrata la totale assenza delle autorizzazioni di P.S. ed il collegamento a siti gestiti da bookmaker esteri non autorizzati e, inoltre, si è appurato che le giocate non venivano effettuate sul conto-gioco del singolo cliente, bensì su quello intestato al titolare della sala giochi, in violazione della normativa di riferimento che prevede che la singola giocata venga pagata attraverso il diretto addebito sul rispettivo conto-gioco prepagato, di modo da tracciare i pagamenti effettuati dai giocatori sulle singole scommesse, con il duplice effetto di contabilizzare fiscalmente le giocate e, contestualmente, monitorare fenomeni di riciclaggio di danaro.

L'operazione è stata realizzata nell’ambito di un più vasto piano di controllo disposto dal Comando Generale della Guardia di Finanza a livello nazionale ed in coincidenza con l’avvio della stagione calcistica di serie A, i Reparti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo hanno effettuato nelle ultime settimane numerosi interventi a contrasto dei fenomeni di illegalità ed abusivismo nel settore dei giochi e delle scommesse, soprattutto on line.

Complessivamente, nella città e nella provincia di Palermo, sono stati impiegati circa 80 finanzieri, controllati 28 esercizi di sale gioco e scommesse, segnalati 8 soggetti all’Autorità Giudiziaria e sequestrate 3 sale gioco, con relative postazioni e apparecchiature informatiche. Per altri 5 esercenti sono scattate le sanzioni amministrative per detenzione di apparecchi non forniti di nulla osta di distribuzione e/o di messa in esercizio dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nonché altre sanzioni per violazioni di natura amministrativa.

I controlli effettuati nel capoluogo dai finanzieri del Gruppo di Palermo hanno riguardato 13 sale giochi situate in via Cappuccini, via Corradino di Svevia, via Domenico Guerrazzi e in via Goethe ed hanno portato al sequestro penale di 13 postazioni informatiche collegate ai siti stranieri, sprovviste della necessaria autorizzazione rilasciata dai Monopoli; nei cestini dei rifiuti all’interno dei locali, i finanzieri hanno recuperato una considerevole quantità di ricevute di giocate su siti non autorizzati, che hanno confermato la raccolta abusiva di scommesse e che consentiranno, una volta che i dati acquisiti verranno elaborati, anche di quantificare le imposte evase al Fisco, dal momento che tutte le giocate su siti illegali erano effettuate in evasione d’imposta.

Segnalati alla Procura della Repubblica di Palermo 2 titolari delle sale giochi e sottoposti a sequestro preventivo 2 locali, al fine di evitare la prosecuzione del reato.

I finanzieri della Compagnia Guardia di Finanza di Termini Imerese, unitamente a personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli - Ufficio Regionale Sicilia – sono invece intervenuti in un esercizio commerciale sito ad Altavilla Milicia (PA), ove sono stati rinvenuti e sequestrati 2 apparecchi denominati TOTEM KIOSK, privi del nulla osta di messa in esercizio e/o distribuzione, che, mediante l’uso di smart card previamente caricate attraverso un apposito dispositivo elettromeccanico presente sull’apparato, permettevano l’accesso a giochi d’azzardo quali poker, roulette, slot-machine, in quanto tali vietati. Il responsabile, un 59enne palermitano, è stato denunciato a piede libero alla locale A.G.
 

 

Si tratta di due pregiudicati della provincia di Agrigento, M.A. ed M.V., di 29 e 22 anni, che pare siano dei professionisti della truffa dello specchietto; operano in trasferta secondo un programma prestabilito che prevede varie tappe ed utilizzano quattro-cinque auto per raggiungere il loro intento, che è quello di scroccare cinquanta-cento euro agli automobilisti particolarmente deboli, donne e anziani soprattutto, per il modo aggressivo e talvolta violento con il quale avanzano le loro pretese.

Il metodo lo abbiamo già descritto da tempo in altre occasioni: una strada stretta, magari traffico lento e un pò caotico, sorpassi al limite ed una botta violenta data con la mano o con altro strumento alla fiancata dell'auto accanto, che fa sobbalzare il conducente: oddio ! ch'è successo!

Il  malcapitato/a scende dall'auto, i tizi cominciano ad inveire per il danno ricevuto, lo specchietto appunto, qualcuno si intimorisce, e di fronte alla proposta di transazione, anche per evitare di metteer in mezzo l'assicurazione si preferisce pagare e liberarsi di questi loschi figuri.

A Bagheria, ma anche  a Palermo è da circa due anni che si ripete questo giochetto, che si svela per quello che è, e cioè un tentativo di truffa, anche perchè  non appena l'automobilista coinvolto chiama Vigili, Polizia o familiari, allora i due compari si dileguano.

L'ultimo colpo a Bagheria nello scorso mese di agosto scorso sul far della sera in via San Giovanni Bosco: i due truffaldini ora denunciati, a bordo di una Peugeot 206 ci hanno provato con una donna quarantenne al volante di un auto, la quale  però, vista l'antifona, ha chiamato subito il marito, che arrivato sul posto si è rivelato un tipo che non si faceva mettere la mosca sul naso.

Ne nasce una discussione animata e i due giovinastri tirano fuori un coltello: finisce bene perchè altri automobilisti si mettono in mezzo.

Qualche traccia ben evidente però debbono averla lasciata perchè la Polizia, come dicevamo in premessa, li ha denunciati con l'accusa di truffa, minacce tentata rapina

Intorno alle 13 di oggi a Fondachello uno degli occupanti una delle villette di Porto di Spagna ( cosiddetto perchè pare che durante una tempesta diversi secoli fa in questo golfo si sia ridossata una flotta spagnola) ha notato qualcosa di strano: la lancia di un pensionato frequentatore del luogo che era solito 'suggiri' in quel posto la sua imbarcazione era ormeggiata solo a prua: un fatto strano per un pescatore.

Si è allora fatto più attento, ha guardato intorno  ed ha notato in acqua il corpo del pescatore proprietario dell'imbarcazione che ben conosceva; lo ha tratto subito a riva ma non c'era più nulla da fare perchè l'uomo era morto per annegamento.

Era stato visto al mattino intorno alle dieci mentre pescava a circa cinquecento metri dal ridosso di ormeggio, poi più nulla sino al ritrovamento del cadavere.

E' quasi certo che durante le manovre di ormeggio il pescatore abbia avuto un malore e abbia fatto il tentativo di scendere dalla lancia ma non ce l'ha fatta ad arrivare sulla spiaggia.

Sono stati subito allertati il 118,  la Guardia costiera e la Polizia,  l'uomo è stato identificato per Giovanni D'Amico, 78 anni di Porticello.

Sul posto sono accorsi il comandante della Guardia costiera Nicola Silvestri, il maresciallo del Circomare Giuseppe Gargano, ed il responsabile della squadra investigativa della Polizia di Stato di Bagheria Antonio Oliveri

Giovanni D'Amico in paese lo conoscevano un pò tutti, per il suo vespone, per il suo singolare casco e ne conoscevano  lo straordinario  attaccamento per il mare: da sempre, tutto il suo tempo libero era dedicato a questa passione per il  mare e la pesca.

Abitava in quello che chiamano il villaggio, quel gruppo di case sulla S.S.113 , sul curvone maledetto.

Sono stati subito informati i figli  ed è cominciato il mesto corteo di familiari e conoscenti che non potevano darsi pace di fronte ad una fine così improvvisa: mentre scriviamo il corpo è ancora sulla spiaggia in attesa del medico legale, anche se non ci sono dubbi sulle cause della morte.

nella foto la barca di Giovanni D'Amico sul luogo del ritrovamento

 

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