Cronaca

E' stato il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco ad evitare che l'incendio scoppiato questo pomeriggio inrtorno alle 17, in un appartamento al civico 3 di corso Baldassare Scaduto, proprio accanto al Supermercato Todis, potesse avere conseguenze più gravi.

Pare che sia stato un bambino, che occupa con la famiglia un appartamento al primo piano del piccolo complesso edilizio, a dare l'allarme  ai genitori che per fortuna si trovavano in casa, gridando: 'Mamma, papà, ha preso fuoco la maglietta', o qualcosa del genere.

I genitori subito accorsi nella stanza del piccolo hanno trovato le fiamme già difficili da controllare: si sono premurati quindi di dare subito l'allarme, allertando anche i vicini che hanno dato una mano nel portar fuori dall'appartamento la bombola del gas.

Nel frattempo dopo avere praticamente distrutto i mobili della stanza del bambino, il fuoco si è propagato alle altre stanze, pavimentate con il parquet che alimentava l'incendio, creando un allarme generale nel condominio i cui residenti si sono precipitati per strada terrorizzati.

A tentare di mettere ordine e regolare il traffico caotico ci hanno pensato gli agenti della Polizia Municipale.

Sono stati i Vigili del fuoco prontamente accorsi, a domare le fiamme , ma il danno a mobili, tende e suppellettili varie era già fatto, tant'è che parte degli arredamenti bruciati è stata portata in strada.

Sul luogo era accorsa anche l'ambulanza del 118, ma per fortuna non c'è stato alcun ferito da soccorrere

Secondo una prima ricognizione l'immobile non avrebbe riportato danni alle strutture, a parte il fumo che ha invaso e annerito tutte le stanze diffondendosi anche agli appartamenti vicini.

Nell'appartamento sono invece rimasti gli agenti di Polizia e i Carabinieri, perchè in casa, legalmente detenute si trovavano armi, almeno cinque tra fucili e pistole, con il relativo munizionamento.

Per sicurezza gli agenti li stanno inventariando e trasferendo al locale Commissariato.

 

Sarà il carcere di Opera a Milano, dotato di un centro medico attrezzato per diagnosi e terapie,  ad occuparsi dell'assistenza dell'ex tycoon della sanità siciliana Michele Aiello, che pur soffrendo di una grave patologia, il favismo, non è però in pericolo di vita.

E' questa la sentenza assunta, dopo una serie di controverse perizie mediche e di rinvii, dal Tribunale di sorveglianza di Palermo, presieduto da Alberto Bellet.

Da ieri Aiello ha lasciato la propria casa di Bagheria, dove aveva scontato un anno di pena ai domiciliari, per raggiungere  Milano.

Si ricorderà che la sentenza del tribunale di sorveglianza dell'Aquila, di assegnare per un anno Aiello agli arresti domiciliari, le cui condizioni erano state giudicate incompatibili con il regime di vita carceraria, e che quindi nel carcere di Sulmona non avrebbe potuto avere adeguata assistenza, aveva creato un certo sconcerto nell'opinione pubblica, ed era stata oggetto di polemici commenti anche da parte di alcuni autorevoli magistrati, che avevano avuto un ruolo nelle indagini su Michele Aiello.

La questione era esplosa dal punto di vista mediatico quando il conduttore Massimo Giletti aveva polemizzato duramente durante la trasmissione 'Domenica in' con i giudici che avevano concesso i domiciliari, chiedendo l'intervento del ministro di Grazia e giustizia. 

Da quella denuncia erano partita due inchieste, una del Ministero di grazia e giustizia  e una del DAP (Dipartimento amministrazione penitenziaria), che avevano portato al traferimento del direttore del carcere di Sulmone,  a Pescara.

Adesso la competenza sulla permanenza o meno ai domiciliari di Aiello, era passata sotto la competenza del Tribunale di Palermo.

Aiello condannato a 14 anni nel processo "Talpe in procura", e difeso dall'avv. Sergio Monaco, anche durante la fase di arresto preventivo aveva goduto dei domiciliari, e sempre per la sua grave patologia.

Sono poco più di una decina i ragazzini dai 10 ai 15 anni, maschi e femmine, che ormai si stanno facendo conoscere per i vandalismi, i danneggiamenti e gli scherzi di cattivo gusto che mettono in atto anche in pieno giorno.

Il loro territorio privilegiato è quello del quartiere Verdone, a ridosso delle vie D.co Sciortino, Via Diaz, via Fricano, via Verdone: durante il pomeriggio fanno degli scherzi, diciamo così innocenti, del tipo di rubare le chiavi delle auto o delle moto che qualche residente ha lasciato imprudentemente inserite nel cruscotto, magari davanti casa propria e poi le buttano a qualche decina di metri di distanza.

Al calar delle tenebre, allargano il raggio di azione, e compiono veri e propri atti di vandalismo e danneggiamenti: rompono specchietti retrovisori, lunotti, fari e frecce di auto, imbrattano con le vernici case, muri e quant'altro capita loro a tiro.

Ieri hanno chiuso dentro i locali del sindacato il responsabile della Cisl, avendo trovato le chiavi appese all'esterno della porta di ingresso ( e per fortuna non si sono portate via le chiavi), e subito dopo hanno invece rubato la chiave dall'auto di un anziano che l'aveva appunto lasciata inserita.

Il poveraccio ha dovuto sudare le tradizionali sette camicie per potere rientrare a casa.

Nella ricerca, che ha dato peraltro esito infruttoso, della chiave dell'auto del pensionato, sono state ritrovate proprio in vicinanza della sede della Cisl, diverse altre chiavi di moto.

Pertanto se qualcuno le avesse avuto sottratte in quella zona, le potrà ritrovare presso gli uffici della Cisl, dove vengono custodite.

La banda è ormai nota alla Polizia e i soggetti sono già stati identificati: ma quando ne acciuffano qualcuno, considerata l'età, non sono punibili, e vengono pertanto riaffidati ai genitori.

Pare che qualcuno abbia situazioni difficili in famiglia, ma altri sono ragazzi come si suol dire "assolutamente normali" che per divertirsi e combattere la noia debbono fare i teppisti. 

la foto di copertina è tratta dal web

Dall'alba i Carabinieri del Gruppo di Monreale  stanno conducendo una vasta operazione antimafia nell'area occidentale della Provicnia di Palermo. 

Più di 300 sono i Carabinieri impiegati, supportati dall'alto da due elicotteri, che hanno proceduto all'arresto di una quarantina di persone.

Le indagini, coordinate dalla DDA di Palermo e avviate nel 2010, documentano la costiutuzione del nuovo "Mandamento di Camporeale", nato dall'unione degli 'storici' mandamaneti di 'San Giuseppe Iato' e 'Partinico'.

Un super mandamento capace di imporsi con la forza sulle altre articolazioni mafiose palermitane.

Antonino Sciortino, Salvatore Mulè, Giuseppe Speciale, Giuseppe Libranti, Francesco Lo Cascio,

Giuseppe Lombardo, Giuseppe Marfia, Francesco Matranga, Giuseppe Micalizzi, Francesco Vassallo,

Giuseppe Antonio Vassallo, Salvatore Tocco, Vincenzo Madonia, Christian Madonia, Antonio Badagliacca,

Davide Buffa, Francesco Sorrentino, Salvatore Romano, Santo Porpora, Domenico Billeci,

Carmelo La Ciura, Onofrio Buzzatta, Vincenzo La Corte, Ignazio Grimaudo, Giovanni Rusticano,

Salvatore Lombardo classe 1922, Giuseppe Abbate, Antonino Giambrone, Angelo Cangialosi, Giacomo Tinervia,

Sergio Damiani, Calogero Caruso, Valica Buzila, Giovanni Longo e Sebastiano Bussa, Salvatore Prestigiacomo, Giuseppe Lo Voi. 

Più tardi gli aggiornamenti.

Guarda il video dei Carabinieri (livesicilia)

Fonte Ufficio Provinciale Stampa dei Carabinieri

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