Morto un bagherese in un incidente a S.Flavia sulla strada maledetta, ferito gravemente il figlio

Morto un bagherese in un incidente a S.Flavia sulla strada maledetta, ferito gravemente il figlio

cronaca
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Erano da poco passate le 14 di questo pomeriggio quando, proprio davanti il cimitero di Santa Flavia sulla S.S. 113  il rumore delle lamiere per l'urto violento tra i due mezzi ha  fatto soprassalire i residenti delle villette che si sono precipitati in strada per vedere quanto fosse accaduto.

Un furgone modello Citroen Jumpy della 'SDA Express Courier' che andava in direzione di Santa Flavia si era scontrato quasi frontalmente con un'Ape Piaggio che viaggiava in direzione opposta,  a meno di cinquanta metri dal cimitero di Santa Flavia, ed alla cui guida si trovava un uomo, Nicolò Grado, 29 anni, abitante in contrada Monaco in via Impastato, che si guadagnava la vita raccogliendo ferro vecchio e con altre piccole attività di trasporto.

Lo spettacolo che si è presentato ai primi soccorritori è stato agghiacciante: il conducente dell'Ape incastrato tra le lamiere della parte anteriore del mezzo che è andato letteralmente in frantumi.

Nicolò Grado ( nella foto) è morto probabilmente subito dopo il terribile impatto ed il figlio che viaggiava con lui, era rimasto gravemente ferito, ma  vivo.

Scatta l'allarme, accorrono Polizia, Carabinieri, ambulanze del 118 e soprattutto  Vigili del fuoco, e saranno loro a dover compiere la parte più pietosa e più difficile: estrarre il corpo del conducente dell'Ape  e cercare di salvare il bambino, che pur in condizioni gravi, però era ancora vivo.

Il ragazzino  è stato portato proprio qualche decina di minuti fa intorno alle 15.30 a Palermo tramite l'elisoccorso, e si spera di salvarlo: stando all'impressione di qualcuno dei soccorritori potrebbe farcela.

Sul luogo arriva il corteo di familiari e conoscenti che, increduli per quanto accaduto, non sanno darsi pace.

Il loro congiunto uscito di casa poche decine di minuti prima , adesso è la, coperto da un brandello di lenzuolo.

Nessuno che non l'abbia provato può riuscire a descrivere lo strazio di questi momenti: medici, forze dell'ordine, amici che abbracciano i congiunti e che cercano se non di lenire, almeno di tenere sotto controllo la loro disperazione.

Le donne soprattutto, ma anche uomini grandi e grossi piangono come bambini, si abbracciano, tremano come foglie per questo colpo di maglio che li ha colpito alla testa e al cuore.

Per il resto le scene di sempre: medici e infermieri che si affannano a cercare di dare un minimo di sollievo, e polizia, carabinieri e vigili del fuoco che pure ne hanno visto tante, stavolta hanno le facce sconvolte.

Le scene  che hanno appena visto sono state troppo forti anche per loro.

Il traffico naturalmente è stato interrotto sulla 113 e bisognerà attendere l'arrivo del magistrato che dovrà autorizzare la rimozione del cadavere.

A qualche decina di metri il 31 marzo, domenica di Pasqua, si era verificato  un altro gravissimo incidente dove aveva perso la vita un pescatore di Porticello, Antonino D'Acquisto, ed erano rimasti più o meno gravemente ferite altre sei persone, tra cui la figlia e la moglie del D'Acquisto.

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Aggiornamento.

Il piccolo Alessandro, 11 anni, è stato ricoverato al Reparto di rianimazione all'Ospedale dei Bambini ( e non all'ISMETT come avevamo scritto in un primo momento) dove in questo momento viene sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, ma le sue condizioni sono molto gravi.

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