Paolo Audia, autotrasportatore bagherese era stato arrestato il 1 marzo del 2011 nell'ambito dell'operazione 'Lampara' dove vennero arrestati i responsabili di un maxitraffico di cocaina tra Spagna, Campania e Sicilia: assieme a lui venne arrestato Giò Giò, soprannome di Giuseppe Lo Coco, commerciante flavese di pesce.
Nelle intercettazioni si parlava appunto di 'cassette di pesce' , espressione che per gli inquirenti mirava a dissimulare i reali traffici.
Paolo Audia, che gestiva una piccola azienda di trasporti nel frattempo fallita in conseguenza anche del suo stato di detenzione, si era sempre professato innocente, tant'è che la prima sezione del Tribunale gli aveva dato credito assolvendolo nel novembre del 2012, ma l'uomo aveva comunque trascorso 12 giorni in carcere e 248 giorni ai domiciliari.
Adesso, assitito dall'avv. Gabriele Butera ha ottenuto dalla Corte di Appello un risarcimento di 40.000 euro per ingiusta detenzione, in quanto secondo la Corte, c'erano già tutti gli elementi per accertare ancora prima della sentenza l' assoluta estraneità di Audia ai reati che gli venivano contestati.
Risarcimento per ingiusta detenzione per un autotrasportatore di Bagheria
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