Assolto Lucchese già titolare Conad Bagheria: nessun riscontro alle accuse del pentito Prestigiacomo

Assolto Lucchese già titolare Conad Bagheria: nessun riscontro alle accuse del pentito Prestigiacomo

cronaca
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La notizia che la Conad avrebbe pagato il pizzo, al tempo aveva suscitato parecchio scalpore per la notorietà del supermercato Conad, i cui punti vendita Carmelo Lucchese deteneva a Bagheria, a Belmonte oltre che a Palermo: le dimissioni da amministratore erano state necessarie per evitare il ritiro del marchio minacciato dalla stessa Conad; ma al processo per falsa testimonianza aggravato dall'avere agevolato cosa nostra, il G.U.P. Sergio Ziino, ha assolto  l'imputato, difeso dall'avv. Rosanna Vella,  che aveva scelto il rito abbreviato,  con la formula della insussistenza del reato

La motivazione è che non esistono riscontri alle accuse formulate dal pentito Onofrio Prestigiacomo, uno degli arrestati bagheresi nell'operazione Perseo del 16 dicembre del 2008, condannato a sette anni in primo grado, diventato successivamente collaboratore di giustizia, ed oggi libero.

Il Lucchese aveva deposto in aula come testimone durante il procedimento di 1° grado degli imputati dell'operazione Perseo negando di aver pagato il pizzo a cosa nostra bagherese.

I giudici poco convinti della testimonianza, avevano chiesto alla Procura di valutare la deposizione del testimone Lucchese, procura che a sua volta aveva inviato gli atti alla prima sezione della Corte di appello; in questo frattempo erano intervenuta la collaborazione del Prestigiacomo che aveva dichiarato che il titolare del supermercato oltre ad essere stato costretto ad assumere parenti di Sergio Flamia, aveva  dovuto affidare la ristrutturazione di un immobile ad una ditta vicina a cosa nostra e aveva  pagato grosse somme dell'ordine delle centinaia di migliaia di euro al capofamiglia di Bagheria del tempo Pino Scaduto che le aveva divise con Sandro Capizzi, mafioso di Altofonte.

Carmelo Lucchese in Tribunale di fronte alle contestazioni ha ammesso solo di aver pagato una 'mediazione lecita' di 25.000 euro, e di non aver avuto niente a che fare con mafiosi, nè di conoscere nè di aver partecipato ad incontri con esponenti di cosa nostra.

L'avvocato Vella ha fatto emergere nel corso della sua arringa difensiva la mancanza totale di riscontri alle affermazioni, pur circostanziate, del Prestigiacomo, e l'imputato è stato pertanto assolto.

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  avv. Rosanna Vella 

 

 

foto tratta dal Giornale di Sicilia