Nino Zarcone nelle sue dichiarazioni ha rivelato la 'nostalgia' stragista della mafia di Misilmeri

Nino Zarcone nelle sue dichiarazioni ha rivelato la 'nostalgia' stragista della mafia di Misilmeri

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E' dai paesoni storicamente di mafia, ieri Bagheria e oggi Misilmeri, che sono venuti negli ultimi anni gli 'spunti' per tornare ai vecchi tempi: la ricostituzione della commissione  provinciale che era il pallino di Pino Scaduto e di alcuni suoi sodali di Villagrazia e Palermo centro, ed ora le rivelazioni di Nino Zarcone che lasciano intravedere degli scenari inquietanti, e cioè un tentativo almeno nelle intenzioni di rilanciare la vecchia mafia, quella delle stragi da Ciaculli a quella di Falcone e Borsellino.

In un articolo di Riccardo Lo Verso pubblicato su livesicilia.it di oggi si riportano i brani di alcune delle dicharazione del pentito bagherese Nino Zarcone, che agli inquirenti, parlando del vecchio padrino Francesco Lo Gerfo arrestato tre anni fa e condannato a 18 anni,  dice:

“... a livello stragista ... voleva ritornare ai vecchi sistemi... chiunque abbia la divisa si fa fuori, carabinieri, polizia... basta....”. Doveva essere una carneficina di rappresentanti delle forze dell'ordine. Una reazione a colpi di piombo contro lo Stato per la durezza del regime carcerario.

 Era a Misilmeri che si erano messi in testa di alzare il livello dello scontro per rispondere alle decine e decine di arresti di boss e gragri delle ultime operazioni; a Misilmeri padrino oggi sarebbe Giuseppe Vasta, 65 anni, subentrato a Francesco Lo Gerfo, già arrestato tre anni fa e condannato a 18 anni.

Secondo Nino Zarcone, come si riporta nell'articolo, sarebbe stato Lo Gerfo la mente del piano di morte. Prima di finire in cella, racconta il pentito, stava cercando di coinvolgere gli esponenti di altri mandamenti mafiosi. Per organizzare omicidi eccellenti ci voleva un ampio consenso.

“Il Franco (Lo Gerfo ndr) lamentava sta situazione di stu maltrattamento dicendogli a Tonino Messicati Vitale (boss di Villabate pure lui arrestato nei mesi scorsi) - mette a verbale a Zarcone - che le autorità si stavano prendendo ormai troppo lusso diciamo... ha una mentalità lui molto... non dico antica, però... a livello stragista... voleva ritornare ai vecchi sistemi - prosegue il racconto -, e di iniziare a reagire perché non si poteva più sopportare una situazione del genere, e di avere questi soprusi nelle forze dell'ordine... che lui su Misilmeri, nel suo mandamento, dice, bisogna reagire, se siamo d'accordo, ogni mandamento.., dice a caso, a caso a chiunque abbia la divisa si fa fuori, carabinieri, polizia ... basta ... a caso... na cosa a caso... dice... che iniziate a fare dei segnali pesanti ... e più a una guardia penitenziaria direttamente su Palermo”.

Sembrerebbe, dunque, che un “secondino” fosse già vittima designata.
 

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