Interdizione della Prefettura all'associazione antiracket "Libero Futuro" di Bagheria per infiltrazioni mafiose

Interdizione della Prefettura all'associazione antiracket "Libero Futuro" di Bagheria per infiltrazioni mafiose

cronaca
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La notizia viene riportata in prima pagina dall'edizione online di Repubblica ed è di quelle destinate a fare molto discutere. L'associazione antiracket Libero Futuro di Bagheria è stata raggiunta dal provvedimento di interdizione per infiltrazioni mafiose da parte della prefettura di Palermo, per la presenza al suo interno di impreditori definiti "border line".

La  Commissione parlamentare antimafia sta indagando sul fenomeno ormai acclarato dell'infiltrzione della mafia nel "business" delle associazione antiracket e antimafia. A Palermo ci sono già due casi eclatanti scoperti dal prefetto Antonella De Miro attraverso il certosino lavoro di monitoraggio fatto dalle forze dell’ordine. Nei giorni scorsi, l’associazione “LiberoJato” è stata cancellata dalla lista delle associazioni antiracket della prefettura di Palermo. E un’altra associazione non è stata ammessa. Si tratta di “Libero Futuro - associazione antiracket Libero Grassi Bagheria Valle Eleuterio”, che nel 2015 aveva ricevuto l'uso per 3 mesi,  dal sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, di un bene confiscato con una procedura di affido diretta. Immobile poi assegnato in via definitiva all'associazione in seguito alla pubblicazione di un bando pubblico, in ottemperanaza a quanto previsto dal regolamento sui beni confiscati approvato dal consiglio comunale.

E' emerso dalle indagni che alcuni imprenditori contigui a Cosa nostra hanno cercato di avvicinarsi al mondo delle associazioni antiracket per ottenere appalti e finanziamenti. Una notizia che deflagra come una bomba nel mondo dei movimenti antiracket palermitani.

La Commissione parlamentare antimafia vuole fare  chiarezza sulla vicenda, soprattutto perché alcuni di questi imprenditori border-line sono stati raggiunti da provvedimenti di interdizione per infiltrazioni mafiose da parte della prefettura di Palermo. Ovvero, i contatti equivoci non si sarebbero mai interrotti. Sarebbe questo il caso dell'Associazione  Libero Futuro Bagheria, che chiedeva di entrare nella lista della prefettura di Palermo, la lista che è un lasciapassare per finanziamenti, appalti e soprattutto per le costituzioni di parte civile, di questi tempi diventate l’unica attività di tante associazioni.

Fra i soci fondatori di Libero Futuro Bagheria ci sono gli imprenditori bagheresi dell'edilizia e movimento terra Di Salvo, che stavano ristrutturando il palazzetto dello sport di Palermo, poi, scrive La Repubblica,  è scattata l’interdizione della prefettura, che ha rilevato i rapporti con i Virga, imprenditori a cui sono stati sequestrati i beni.

Vicenda LiberoJato: Tra i soci fondatori di LiberoJato ci sono i figli di Giuseppe Amato, l’imprenditore edile di Partinico che diede la sua carta d’identità al capomafia Leoluca Bagarella, il cognato di Totò Riina. Amato è stato anche esattore del pizzo per conto dei Vitale di Partinico, ha subito un sequestro di beni, ma ha continuato a gestire le imprese di famiglia intestate ai figli. Poi, all’improvviso, qualche anno fa, Giuseppe Amato ha oi deciso di denunciare un esattore del pizzo, in aula disse: «Ho deciso di cambiare vita». 

Nella foto il bene consegnato all'associazione Libero Futuro il 26 gennaio 2016 in via Massimo D'Azegio 50 a Bagheria ex complesso Sicis

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