Mafia, al via il processo a Saverio Romano: l'accusa del p.m. Di Matteo

Mafia, al via il processo a Saverio Romano: l'accusa del p.m. Di Matteo

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Palermo, 3 lug.- Iniziato questa mattina, nel nuovo Palazzo di giustizia di Palermo, il processo, con il rito abbreviato, a carico dell'ex ministro l'Agricoltura Saverio Romano, oggi deputato nazionale del Pid, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. 

A chiedere il rito abbreviato, ammesso dal gup Ferdinando Sestito, era stato lo stesso ex ministro, attraverso i suoi legali, gli avvocati Franco Inzerillo e Raffaele Bonsignore. "Mi fido del fascicolo del Pm, non c'e' ragione per non scegliere questo rito", aveva detto l'ex ministro dell'Agricoltura Saverio Romano, al termine dell'udienza del marzo scorso

Romano e' accusato da diversi collaboratori di giustizia di essere stato a disposizione della cosca di Villabate.

Il Gup Sestito ha anche fissato il calendario delle udienze per il processo all'ex ministro dell'ultimo governo Berlusconi.

Oggi, a partire dalle 9.30, si terra' la requisitoria dei Pm Nino Di Matteo e Ignazio De Francisci, il 10 luglio tocchera' invece alle difese e infine per il 17 e' prevista la sentenza.

Nell'ultima udienza, durante la quale Romano ha scelto di essere processato con il rito abbreviato i difensori avevano chiesto l'acquisizione di una serie di articoli di giornale del 2005 nonche' di una sentenza della Corte d'Appello di Palermo, documenti con i quali mirano a sostenere la tesi dell'inattendibilita' dei pentiti Campanella e Lo Verso.

Da questo momento in poi le udienze si svolgeranno a porte aperte per espressa richiesta dell'ex ministro: "Mi sembra giusto vista la mia funzione pubblica", ha detto piu' volte Romano sempre presente durante l'udienza preliminare.

"Prima da esponente Dc, poi da autorevole componente del Ccd e del Cdu, infine da parlamentare, Saverio Romano ha contribuito al sostegno e al rafforzamento di Cosa nostra, intrattenendo rapporti diretti e mediati con rappresentanti di spicco dei clan come Angelo Siino, Giuseppe Guttadauro, Nino Mandalà e Mimmo Miceli".

Comincia così la requisitoria del pm Nino Di Matteo, pubblica accusa insieme all'aggiunto Ignazio Defrancisci, al processo per concorso esterno in associazione mafiosa, all'ex ministro dell'Agricoltura Saverio Romano.
 

Saverio Romano e Salvatore Cuffaro, e le loro "carriere politiche parallele all'insegna di una comune clientela mafiosa", sono al centro della requisitoria del pubblico ministero Nino Di Matteo, pubblica accusa al processo per concorso esterno in associazione mafiosa all'ex ministro dell'agricoltura del Pid Saverio Romano.

Per il magistrato non è possibile comprendere la vicenda Romano se non si analizza alla luce del contesto comune con quella dell'ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro condannato per favoreggiamento aggravato alla mafia a 7 anni di carcere.

Un'impostazione, che spinge il pm a partire da lontano: da quando nel '91 Saverio Romano e Salvatore Cuffaro andarono a chiedere i voti per le elezioni ad Angelo Siino, l'uomo che ha gestito gli appalti, per anni, per conto di cosa nostra.

Ma per il pm l'anno decisivo nella carriera dei due politici é il 2001: anno in cui Cuffaro viene eletto governatore di Sicilia e Romano deputato nel collegio di Bagheria. "E' l'anno - precisa Di Matteo - in cui Romano deve onorare le cambiali staccate quando da giovane corteggiava e blandiva i boss per acquisire spazio ed esercitare potere".

 

fonte: Adnkronos

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