I fratelli Scaduto respingono le accuse: Carbone è uno psicopatico

I fratelli Scaduto respingono le accuse: Carbone è uno psicopatico

cronaca
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Salvatore e Pietro Scaduto non ci stanno ad accollarsi le accuse di correità loro rivolte dal nuovo pentito del mandamento di Bagheria, il casteldaccese Giuseppe Carbone, nella vera e propria mattanza in cui sono stati eliminati i due ispano-canadesi Fernando Pimentel e Juan Ramon Fernandez Paz: e questo secondo quanto scrivono il Giornale di Sicilia e la Repubblica in edicola oggi

E' un 'accusa che, se provata, li candiderebbe ad una pena pesantissima, forse addirittura l'ergastolo. Anche perchè il racconto di Giuseppe Carbone è stato estremamente circostanziato anche nei dettagli , e nei ruoli che i tre protagonisti avrebbero avuto nella eliminazione dei canadesi.

Per questo, dvanti al GIP Maria Pino ed al pm Francesca Mazzocchi, piuttosto che tacere e avvalersi della facoltà di non rispondere, secondo il solito clichè mafioso, Salvatore e Pietro Scaduto difesi dagli avvocati Tommaso e Giuseppe Farina si difendono e si dicono disponibili a qualsiasi confronto o accertamento che i giudici vorranno fare.

Non solo, ma non risparmiano insulti all'uomo che li accusa di avere ucciso, assieme a loro, i due narcos del cartello canadese, ritrovati cadaveri nelle campagne di Casteldaccia, definendolo un pazzo psicopatico.

Sia Pietro  che Salvatore Scaduto ammettono di aver ben conosciuto Ramon Fernandez, allorchè dopo l'assassinio del padre avvenuto durante la sanguinosa guerra di mafia a Bagheria del 1989, avevano deciso di allontanarsi da Bagheria, e di andare aToronto in Canada.

In quell'anno ricordiamo furono oltre dieci i delitti che si snodarono tra il mese di marzo e il mese di luglio, quando tra gli altri furono uccisi il vecchio capomafia ottantenne Antonino Mineo, il reggente del tempo della famiglia mafiosa di Bagheria, Franco Baiamonte, il padre degli Scaduto, Antonino Bartolomeo,  inteso Ninu u carabinieri che fu ucciso assieme ad Onofrio Tutino, un fratello di Gino Tutino, anche lui attualmente in carcere per traffico di droga e colpito da un provvedimento restrittivo nell'ambito dell'operazione Argo.

Quindi una conoscenza che datava da tempo quella con Ramon Fernadenz, racconta Salvatore Scaduto, nata durante un comune periodo di detenzione a Toronto, quando l'ispano- canadese lo aveva aiutato a mettersi in comunicazione con i parenti in Italia. 

E così quando Ramon, indicato come uomo del clan Rizzuto, è arrivato a Bagheria, Scaduto si è "messo a disposizione" in segno di riconoscenza. Non avrebbe avuto dunque alcun motivo per decide di ammazzarlo. Nega naturalmente  l'accusa di omicidio anche il fratello Pietro.  

E il pentito? Gli Scaduto lo conoscono bene. Uno dei due fratelli, Salvatore, ha detto al giudice che c'erano stati dei motivi di forte contrasto con il neo dichiarante, questioni di interesse legate alla loro attività di allevatori e pare anche di donne: le accuse nei loro confronti, argomentano gli Scaduto, potrebbero essere una ritorsione del pentito per queste ruggini pregresse.

Ma c'è qualche dettaglio che non quadra: a partire da una lussazione alla spalla che Pietro Scaduto si sarebbe fatto curare in day hospital qualche giorno dopo il duplice omicidio, e che sarebbe stata causata secondo quanto avrebbe riferito Giuseppe Carbone dalla manovra che avrebbe tentato il conducente della Clio Fernando Pimentel quando ha capito che erano caduti in un agguato.

Pietro Scaduto l'ha giustificata dicendo che è stato il calcio di una mucca. Purtroppo le mucche non parlano.

Emergono comunque nuovi dettagli sulla vicenda del Rolex d'oro, che ha rappresentato il bandolo dell'intricata matassa e che gli investigatori avevano visto nelle intercettazioni video al polso di Fernandez e che poi uno degli Scaduto, Pietro, secondo quanto ha dichiarato Carbone, dopo gli omicidi gli avrebbe consegnato per venderlo.

Già all'uscita del Compro oro di Palermo Carbone però aveva trovato ad aspettarlo  i Carabinieri, che gli avevano sequestrato il Rolex, e naturalmente gli avevano chiesto come mai fosse in possesso di quell'orologio.

Insomma Carbone ha capito  che ormai era solo questione di tempo e quando mercoledì ha avuto notificato il mandato di fermo, ha preso piena coscienza che era inguaiato ed ha deciso di vuotare il sacco.

C'è ancora però qualche tassello da mettere a posto: innanzitutto la Clio noleggita dai due canadesi, bruciata e abbandonata nei pressi della discarica di Bolognetta subito dopo gli omicidi, secondo quanto dichiarato da Carbone, ancora non è stata ritrovata.

Chi l'ha fatta sparire?

Ed ancora il capitolo più importante, e cioè la comprensione delle dinamiche interne alla famiglia mafiosa bagherese e al mandamento: che ruolo avevano i due canadesi? 

Erano sicuramente amici di Sergio Flamia con il quale  pare stessero per organizzare un traffico di droga alla grande, ma pare anche che gli Scaduto volessero soppiantare Gino Di Salvo e Sergio Flamia nei loro ruoli di vertice.

Ma non è finita: perchè gli Scaduto avevano, sempre secondo il pentito Carbone, pensato di uccidere Michele Modica, attualmente in carcere perchè  nel luglio 2008 aveva progettato al tempo assieme ad altri, tra cui un fratello dell'attuale pentito, di eliminare l'allora reggente Pietro  Lo Iacono ?

Ed in questo contesto come si colloca e si spiega la scomparsa volontaria di Carmelo Bartolone?

Tutte domande cui gli inquirenti sperano di trovare risposta dalle cose che ha ancora da raccontare Giuseppe Carbone.

 

 

 

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