Cultura

Dopo la paventata chiusura del Museo Guttuso, giustificata dalla considerazione che un Comune in dissesto finanziario come Bagheria non può permettersi un museo che ha introiti di 20 mila euro annui a fronte di costi di gestione pari a 480 mila euro, l'amministrazione comunale sembra che abbia segnato un decisivo cambio di passo.

altUn'inversione di tendenza sulla gestione del Museo che ha avutto un prologo nella nomina, lo scorso 18 febbraio della Dott.ssa Dora Favatella Cascio, già direttrice del Museo Guttuso, a consulente a titolo gratuito per seguire due importanti progetti finanziati nell'ambito del F.E.R.S. Sicilia 2007-2013 ( per un valore di circa 4.700.000 di euro) e finalizzati alla rifunzionalizzazione e ristrutturazione del complesso monumentale di Villa Cattolica.

Il punto di svolta che rende manifesta l'inversione di tendenza, è stata la maniìfestazione opportunamente organizzata il 15 marzo u.s. dall'assessore alla Cultura Rosanna Balistreri, per promuovere l’immagine del Museo e farlo conoscere anche al di fuori del territorio bagherese.

L'iniziativa organizzata con la collaborazione delle associazioni "CulturaLab", "Lirum Larum , "Apertura a strappo", "GTA" (associazione di categoria guide turistiche) ha registrato un notevole successo in termini di presenze e gradimento da parte del pubblico e un'eco mediatica rivelante (servizio sull'iniziativa del TG3 regionale). Ricordiamo che il Museo Guttuso esiste da 41 anni grazie alle donazioni del maestro Guttuso che fece in vita a partire dal 1974 e protratte nel corso degli anni fino alla morte del pittore.

Nel 1998, dopo i lavori di ristrutturazione che resero il museo più sicuro per il patrimonio pittorico, il figlio adottivo del Maestro, Fabio Carapezza Guttuso, fa una transazione con la quale riconosce la donazione del maestro e integra la donazione già presente di 268 con altri 72. Parte centrale della collezione del Museo è quindi rappresentata dalla raccolta delle opere di Renato Guttuso, in esposizione permanente. In un percorso di tredici sale, questi quadri offrono una panoramica sulla vita e la carriera del pittore e sono contornati da opere di altri artisti che sono entrati in contatto con Guttuso, quali Quattrociocchi, Tomaselli, Mafai, Scarpetta, Sanfilippo, Accardi e Perez. Negli spazi museali troviamo anche una sezione sul manifesto cinematografico degli anni dal 1928 al 1983, frutto di una donazione della famiglia Lo Medico. 

Nel giardino della Villa, tra l'altro, dal 1990 sono conservate le spoglie del celebre pittore, all'interno di una monumentale arca realizzata dallo scultore e amico Giacomo Manzù. Il rilancio del Museo è fondamentale per l'immagine e le prospettive di uno sviluppo turistico integrato del nostro comprensorio, in quanto il Museo Guttuso rappresenta un forte ed importante attrattore culturale di valenza quantomeno regionale.

Va dato comunque atto all'amministrazione, che con i numeri delle presenze degli ultimi anni, ( 6.728 nel 2010, 6550 nel 2011 e 6434 nel 2012) non si va da nessuna parte e per raggiungere gli obiettivi dell'autosostenibilità e sufficienza economica stabilita in 300 visitatori giornalieri, il lavoro da svolgere è tanto. Innanzitutto occorre attivare i servizi collaterali (guardaroba, vendita di guide e di pubblicazioni, visite guidate, caffetterie, book-shop, sale multimediali interattive etc..) e soprattutto vi è la necessità di aggiornare la formazione di professionisti per l’acquisizione di competenze e conoscenze manageriali innovative per la corretta efficace ed efficiente gestione dei nuovi servizi posti in essere.

altIl settore dei beni culturali sta attirando quote sempre maggiori di interesse, potendo diventare traino di un economia locale in forte crisi. Infine, tale attenzione non manca di trovare una evidente giustificazione negli importanti effetti occupazionali ed anticongiunturali del settore sull’intera economia. I beni culturali devono essere considerati come un prodotto da vendere e sul quale, dunque, bisogna investire con lo scopo di realizzare guadagno e di incrementare l’occupazione. La strada da percorrere è sicuramente tanta ed il lavoro immane, ma la volontà, la deterrminazione e la passione dimostrate dall'assessore Balistreri e dalle ultime scelte dell'amministrazione Cinque fanno ben sperare.

 

Michele Balistreri
 

Petralia Soprana sarà più bella e più accogliente grazie alla collaborazione dei cittadini. Con questo obiettivo la Giunta Comunale ha approvato il piano delle aree verdi ad uso pubblico da concedere a privati mediante contratto di sponsorizzazione. L’affidamento delle aree avverrà secondo il regolamento varato dal Consiglio Comunale che ne stabilisce anche le modalità di gestione. Il Piano prevede 6 zone con 39 aree di cui 13 nel centro storico e le altre nelle frazioni Madonnuzza (6), Pianello (8), Fasanò (6), Sabatini (2) e Raffo (4).

Con questa iniziativa – afferma l’assessore all’urbanistica Francesco Gennaroci proponiamo di migliorare il decoro e l’aspetto estetico delle aree pubbliche poste all’interno del centro urbano con il coinvolgimento dei cittadini che potranno così partecipare direttamente alla valorizzazione e tutela del proprio paese.  Non dobbiamo dimenticarci che Petralia Soprana è tra i Borghi più belli d’Italia e quindi deve presentarsi in tutto il suo splendore ai visitatori." 

alt"Mi auguro conclude Gennaro - che siano in tanti a fare richiesta di affidamento mediante sponsorizzazione delle aree che abbiamo individuato.” Il contratto di sponsorizzazione prevede l’affido dell’area al soggetto privato che provvede alla sistemazione e alla manutenzione ordinaria. Lo sponsor dovrà eliminare la vegetazione infestante e mettere a dimora piante o fiori secondo il progetto proposto, dovrà irrigare ed eseguire le piccole riparazioni. Di contro avrà la possibilità di esporre cartelli pubblicitari o propri loghi che pubblicizzano la sua attività senza pagare alcuna imposta sulla pubblicità. Una sorta di “Do ut des” che potrà avere una durata variabile da tre a sei anni. L’iter da seguire per la presentazione della domanda è scritto nell’avviso pubblico che è stato affisso in tutto il territorio e fissa anche la scadenza di presentazione delle richieste al 16 aprile prossimo.

Abbiamo dato una scadenza – afferma il sindaco Pietro Macaluso per accelerare in tempi in vista del festival nazionale dei Borghi più belli d’Italia, che si terrà nei primi di settembre, che ci vedrà protagonisti.”

Da anni sosteniamo, inascoltati, che questa potrebbe essere la soluzione per le aree a verde degradate e abbandonate a Bagheria. Ma tutte le amministrazioni sinora susseguitesi sono rimaste sorde al nostro appello

Redazione bagherianews.com

nella foto Municipio di Petralia Soprana

Per la prima volta in Sicilia, organizzata da Pippo Balistreri, direttore di palco delle più note trasmissioni Rai tra le quali spicca Sanremo, si terrà a Bagheria, a villa Ramacca, dal 28 marzo al 1 aprile 2015 una suggestiva mostra mineralogica a cura del ricercatore ed esperto in materia Vladimiro Mauro.

Padrino d’eccellenza della mostra che verrà inaugurata alle 16.00 per la stampa, alle 17 per il pubblico, del 28 marzo 2013, Mario Tozzi geologo, giornalista, ricercatore del CNR e divulgatore scientifico.

La mostra esporrà nella sontuosa cornice di villa Ramacca una selezione degli oltre diecimila cristalli iridescenti di proprietà di Vladimiro Mauro, dentista prestato alla passione, che lui stesso definisce maniacale, per i minerali che provengono da tutto il mondo.

Certosino è il lavoro di ricerca scavando nella dura roccia delle profondità della terra, ma altrettanto certosino in lavoro per mettere in mostra questi che sembrano essere a tutti gli effetti dei gioielli, un sapiente uso della luce, le teche di vetro allestite nella sala settecentesca, esalteranno i colori e i tagli delle pietre in mostra che arrivano da Tucson in Arizona, Monaco di Baviera, Tanzania e diversi altri paesi del mondo.

La mostra che potrà essere visitata gratuitamente a villa Ramacca, al Km 143 della S.S. 113 a Bagheria dalle ore 11.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00, è patrocinata dal Comune di Bagheria, dal Rotary club, dal Consiglio nazionale dei geologi e dall’Ordine regionale dei geologi.

Sono previste anche visite guidate destinate alle scuole contattando Roberto Valoroso, presso la direzione di Villa Ramacca contattando il numero telefonico 091 932860.

All’inaugurazione saranno presenti il giornalista e geologo Mario Tozzi, il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei geologi Gianvito Graziano, l’ingegnere capo del distretto minerario di Caltanisetta Michele Brescia, il gemmologo Francesco Protopapas, il collezionista e ricercatore di minerali Vladimiro Mauro, l’assessore alla Cultura Rosanna Balistreri, il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque.

mostra_mineralogica

“E’ questo l’ennesimo esempio di collaborazione tra pubblico e privato – spiega l’assessore Balistreri – io credo molto in questo connubio per promuovere la città”. Il Comune fornirà la logistica con la sicurezza attraverso la polizia municipale e la protezione civile.

Sul sito web del Comune sono state pubblicate anche le interviste video a Vladimiro Mauro, Pippo Balistreri e Rosanna Balistreri.

“Bisogna che i monumenti cantino. E’ necessario che essi generino un vocabolario. Creino una relazione, contribuiscano a creare una società civile. La memoria storica, infatti, non è un fondo immobile in grado di comunicare comunque, bisogna sapere come farla riaffiorare, va continuamente rinarrata. Anche perché se il patrimonio culturale non entra in relazione con la gente, declinando linguaggi diversi e parlando a tutti, rischia di morire, incapace di trasmettere senso e identità a una comunità.” Paul Valery.

I monumenti dovrebbero cantare, le pietre parlare, il patrimonio culturale che appartiene a tutti deve entrare in relazione con i fruitori. Ecco il compito della valorizzazione dei beni culturali. Un bene culturale si conserva, fa la storia, diventa davvero un “bene comune” solo se viene fruito e la fruizione non può prescindere dalla sua valorizzazione. Sembrano concetti banali, eppure non lo sono, se solo analizziamo i contesti delle nostre città. Questo vale per la Sicilia, dove troviamo un’enorme concentrazione di beni culturali, ma anche per tutte le altre regioni d’Italia, per le grandi città come per Bagheria.

I Beni Culturali sono prima di tutto vissuto. Prima di essere conoscenza, prima di diventare memoria e patrimonio collettivo, un bene culturale si caratterizza in quanto vissuto. Se così non fosse, allora un bene culturale rischierebbe di diventare sterile, di non rappresentare e di comunicare troppo poco. Questo vissuto va messo in relazione con l’utente, da questa relazione deve scaturire emozione, sintonia. 

Quindi, valorizzare il patrimonio culturale può significare partire dal presupposto che esso possa emozionare e coinvolgere un soggetto umano, secondo modalità che non sono soltanto quelle della conoscenza, del sapere intellettuale ed erudito, ma che riguardano anche un ambito “altro” del conoscere e dell’esperire. Il patrimonio culturale va valorizzato ma anche comunicato.

Comunicare il patrimonio è un’esigenza ineludibile, perché le tracce materiali e immateriali presenti nel territorio assumono un senso patrimoniale solo se, attraverso la fruizione e la comprensione, vengono riconosciute come beni culturali, acquisendo, quindi, significati e valori. Il patrimonio che non si comunica e non comunica, non viene concepito come tale e dunque non esiste nella coscienza degli individui e della collettività.

La corretta ed efficace comunicazione del patrimonio permette di rendere comprensibili i significati e i valori che ne compongono il senso condiviso dalla collettività, nonché i criteri interpretativi e di ricerca della comunità scientifica.

La comunicazione del patrimonio deve coinvolgere tutti, in primo luogo i membri della comunità che in esso si riconoscono, con lo scopo di incoraggiarli ad acquisire consapevolezza ed esercitare responsabilità. Un’efficace e corretta comunicazione dipende anche dall’idea che chi comunica ha del patrimonio, non solamente dall’adeguatezza delle strategie e dei mezzi impiegati.

In questo momento particolare per la nostra città e per il mondo intero, in un periodo storico in cui le forze del terrore colpiscono le culture e vogliono distruggere e annientare la storia, serve una nuova presa di consapevolezza, necessita ripartire dalla cultura e dalla bellezza, spesso profanata, trascurata, violentata, ignorata e sottovalutata.

Dobbiamo educarci al patrimonio, perché educare al patrimonio significa anche recuperare il concetto di identità che deve essere riabilitato soprattutto in un momento in cui le nostre comunità vivono una modernità liquida, un processo di sfaldamento dei punti di riferimento su cui ogni individuo fondava la propria identità. Educare al patrimonio significa introdurre i nostri cittadini alla cittadinanza attiva e democratica.

Grazie al Fai, alla professoressa Giuseppina Greco, pasionaria  instancabile, grazie a tutti gli alunni di ogni ordine e grado, ai docenti, ai genitori, grazie perché il vostro entusiasmo ci da speranza, la vostra determinazione ci stimola a poter e dover fare meglio. E anche in questa città davvero riusciremo a sentire l’odore della primavera.

Emanuele Tornatore, archeologo

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