Cultura

Il volume edito da ISSPE Istituto siciliano di studi politici ed economici è un racconto per immagini e poesie della frazione marinara di Bagheria, che verrà presentato nell’ambito dei festeggiamenti del Santo patrono di Bagheria sabato 2 agosto, alle ore 21.00 a piazza Monsignor Cipolla.

Alla presentazione, organizzato dai GRE (Gruppi di ricerca ecologica) l’ISSPE, Thue Cultura e dall’associazione Pro-infanzia Margherita Visconti, saranno presenti oltre all’autore, il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, l’assessore alla Cultura Rosanna Balistreri, il presidente della circoscrizione di Aspra, Gerardo Lorenzini e lo sceneggiatore Paolo Pintacuda, figlio del noto fotografo Mimmo Pintacuda. Coordina la serata la giornalista Marina Mancini.

Nell’ambito dell’evento verrà inaugurata la mostra fotografica “Aspra” che propone alcuni degli originali ripresi nel volume. La mostra potrà essere visitata anche domenica 3 agosto.

“Aspra – Album di una comunità marinara” è un salto nella storia che Umberto Balistreri compie con un attenta e circostanziata ricognizione etnoantropologica, grazie all’apporto di alcuni collezionisti.

Dal volume: “Aspra si mostra in questo album della memoria nelle sue tappe che ne sottolineano la vocazione marinara, l’abilità e la pazienza dei pescatori, la perizia degli artigiani, le barche e le scogliere, i monumenti, le case, le dimore insieme alle Pirriere e ai pirriatori”.

A corredo della presentazione del libro, la mostra fotografica è allestita in una particolare scenografia che ricorda gli strumenti e i mestieri che i pescatori d’Aspra svolgevano nei tempi addietro: una barca, “i balatuna” delle pirriere messi a disposizione dallo scultore Stefano Balistreri insieme agli strumenti di lavoro che verranno posti su piazza Monsignor Cipolla tra i cavalletti che espongono le foto d’epoca.

Un secolo e mezzo di storia e vita di Aspra è raccontato per immagini nel volume e nella mostra. Un appuntamento da non perdere per gli amanti della frazioni.


Un’Italia ferma da vent’anni su posizioni retrograde ed etnocentriche. Colpa di una politica sorda ai richiami di una società sempre più multiculturale. Una situazione che si riflette anche a scuola, dove quasi nulla è stato fatto per garantire vera integrazione e intercultura. Una riflessione per una scuola più aperta alle esigenze del reale ce la offre Giusto Catania, ex deputato di Rifondazione Comunista al Parlamento europeo (attualmente assessore a Palermo nella giunta Orlando), nel suo ultimo libro: A lezione di antirazzismo. Elogio della scuola indisciplinata, interculturale e di frontiera, Istituto Poligrafico Europeo Casa Editrice, 154 pp. 12 euro.

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Meno nozionismo e più cittadinanza attiva, è questa la ricetta per la scuola interculturale e di frontiera che Catania, nelle vesti di neo Dirigente Scolastico, delinea nel suo interessante saggio. Invece, “L’Italia manca di un’idea di scuola e mostra un proliferare di pulsioni razziste e xenofobe”.

Eppure una circolare del 1994 aveva chiaramente espresso un’apertura verso una vera integrazione in cui si legge che “ l’educazione interculturale nelle sue articolazioni costituisce la risposta educativa alle esigenze delle società multiculturali.” Circolare per lo più disattesa e poi dimenticata dalle varie riforme, in primis quella Gelmini, miranti al contenimento della spesa pubblica con tagli selvaggi e istituzionalizzazione del precariato. La scuola non può limitarsi alle nozioni e alle competenze, continuamente richieste anche dall’assillo INVALSI, ma, come sottolinea Catania, deve preparare gli alunni ad essere cittadini del mondo. 

Così come prevedono le otto competenze chiave che dovrebbe avere ogni studente italiano al raggiungimento del 15 esimo anno di età. Competenze che vanno dal progettare, elaborare e realizzare progetti ad individuare collegamenti e relazioni tra fenomeni, eventi e concetti diversi, passando per una lettura critica delle informazioni acquisite. Più parole che fatti: quante istituzioni scolastiche, infatti, possono oggi in Italia vantare tale traguardo? Ma soprattutto: quanti quindicenni di oggi mostrano di avere tali capacità analitiche? Eppure, tali competenze possono maturare solo in una scuola che insegni a pensare la complessità, che aiuti l’incontro, promuova la multiculturalità.

Che ce ne facciamo di un diplomato con 100/100 se è poi omofobo e razzista? Solo una scuola multiculturale può dare la possibilità di ampliare le prospettive, educare alle differenze. In ogni caso è questa la scuola del futuro sia perché abbiamo bisogno di alunni stranieri, sia perché la cronaca del quotidiano ci consegna la realtà di un’ Europa sempre più terra di immigrati.

E in questo, certamente, i media in Italia non aiutano, creando, spesso, inutili allarmismi, con cronache che, nel migliore dei casi, inducono all’intolleranza e rendono ancora più difficile, anche nell’immaginario collettivo, la costruzione di una vera politica di accoglienza. Che fare dunque? Innanzi tutto cercare di allargare il proprio concetto di identità a qualcosa che è in continuo divenire, che può solo arricchirsi del contributo delle altre culture. Smetterla con l’etnocentrismo, promuovere la formazione permanente, aprirsi alla contaminazione culturale. A tal riguardo, potrebbe essere utile, per i docenti, un piccolo esperimento che l’eretico neo Dirigente propone a chiusura del suo libro: sospendere per un mese il programma delle materie letterarie e leggere in classe gli autori stranieri contemporanei che scrivono nella nostra lingua.

Ne propone anche una piccola e interessante antologia alla fine del libro. Un modo per uscire anche dai compartimenti stagno delle discipline e dei programmi. Ed è questo il significato e il senso di una scuola indisciplinata e, in buona parte, del saggio in questione. Una lettura interessante per genitori, docenti e anche per coloro che intendono affrontare il prossimo concorso per Dirigente Scolastico. Tutti, infatti, debbono concorrere alla formazione di una scuola che deve fare politica nel senso più alto del termine: costruire il cittadino della grande polis del futuro.

Maria Luisa Florio
 

Non poteva essere intitolata altrimenti la mostra del pittore Renzo Meschis nella suggestiva cornice della sala degli Specchi di villa Palagonia che si potrà visitare sino a venerdì.

La Sicilia paradigma e filo conduttore della sua arte, i colori, le case, i paesaggi, i dammusi, i sapori; guardando le sue opere ci si scopre a fantasticaree percorrere sulle ali della fantasia i mille luoghi unici di questa nostra terra, fatta di mare, isole, scogli, bagli con pietra lavica, alberi e arbusti rigogliosi, tegole color della terra.

Realismo figurativo certo, e non si può non riconoscere l'originale ispirazione guttusiana che tanto rappresenta per Meschis, ma c'è una rilettura moderna che non sfugge ai lettori più attenti delle opere del grande maestro palermitano: le sue opere messe assieme, ed a villa Palagonia sono circa 25, rimandano ai racconto di cantastorie, ad un album fotografico che consente di raccontare la Sicilia senza tempo che lui ama, e si vede, anche se i suoi soggetti non prevedono mai, non negli ultimi venti anni, la presenza di personaggi di nessun genere, niente figure, nessun volto.

La Sicilia senza tempo, in cui le immagini sembrano fissare l'immobilità e l'eternità dei paesaggi e dei manufatti.

Orrmai da due anni e con ritmo "produttivo"da eterna giovinezza, Meschis è pervenuto ad una pittura assolutamente fantastica, dove il rimando a qualsiasi tipo di somiglianza è del tutto abbandonato, per quanto a volte evocato da titoli o iscrizioni volutamente paradossali, con una poetica della leggerezza, in totale discontinuità, con la sua storia personale di artista.

Una esplosione di colori, un gesto di amore verso la sua terra, terra senza tempo; una mostra che merita di essere visitata.

E' ormai chiaro che il benessere psicologico può influire positivamente, fra le altre cose, anche sull'intesa di coppia.

In ambito clinico e ambulatoriale mi capita spesso di trattare un iniziale disagio psicologico che interferisce successivamente anche sulla sfera dei rapporti intimi nell'ambito della coppia.
Risulta chiaro che alcune problematiche psicologiche possono generare certe situazioni di criticità, che partendo dal singolo si estendono poi al partner e alla sfera più intima.
In altri casi situazioni che riguardano patologie organiche (prostatiti ad esempio negli uomini o dispareunia nelle donne) possono comportare un marcato grado di malessere psicologico allargato poi alla coppia.

Ad esempio il vaginismo nella donna può talvolta favorire problemi come l'eiaculazione precoce nel partner.
Negli ultimi anni mi è capitato di trattare sempre più spesso problemi specifici attraverso una terapia sessuologica e fra questi l'eiaculazione precoce è sicuramente tra i più diffusi (tra il 20% e il 30% della popolazione).
E' facile immaginare quanto questo disturbo possa generare frustrazione nella coppia.

L'incapacità di controllare come si vorrebbe il riflesso eiaculatorio comporta un elevato disagio ed ansia che genera a sua volta ulteriori problemi e un deterioramento della qualità di vita, dell'autostima e della fiducia in se stessi. Questa situazione ha un impatto negativo non solo nell'uomo ma anche nella donna, tanto che quasi la metà delle partner di uomini con eiaculazione precoce afferma di aver perso ogni desiderio sessuale.

Il training psicoterapico, da affiancare se necessario anche al sostegno farmacologico (Dapoxetina e modulatori della serotonina), ha in questi casi l'obiettivo di aiutare a ritrovare l'affiatamento della coppia e la soddisfazione sessuale di entrambi i partner, attraverso un miglioramento della consapevolezza e del controllo sulla fase di emissione ed aiutando i pazienti a controllare l'ansia da prestazione, anche attraverso opportuni training di rilassamento.

Dott. Francesco Greco
Tel. 392 2965686
http://www.consulenzapsicologicaonline.blogspot.it
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Il Dott. Francesco Greco, Psicologo e Psicoterapeuta, è specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Svolge attività clinica per i disturbi d'ansia, depressione, disturbi dello sviluppo, consulenza di coppia e familiare a Bagheria (Pa).
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