Cultura

Anche quest’anno nei giorni 6 7 e 8 Settembre ad Altavilla Mìlicia si svolgeranno i festeggiamenti della Patrona, La Madonna della Mìlicia. La festa, giunta alla sua 390° edizione, si fonda su un complesso e secolare sistema di riti e tradizioni, finalizzati alla evocazione del potere taumaturgico della Madonna.

 La volata degli angeli, la processione dei doni, La Salita del Carro Trionfale i pellegrinaggi notturni, costituiscono i principali riti che collegati ad un insieme di manifestazioni di contorno, in parte organizzate dall’Amministrazione Comunale per allietare i Pellegrini che in questi giorni giungono alla Milìcia da ogni parte del mondo, determinano un’atmosfera mistica che si respira in tutto il centro abitato durante i tre giorni della festa ma più in generale durante tutto il mese di Settembre.

Quest’anno, a seguito della mancata realizzazione di un complesso e costosissimo lavoro di Restauro, il carro trionfale della Milìcia non potrà essere allestito dal locale Comitato dei festeggiamenti, pertanto L’Amministrazione Comunale di Altavilla al fine di Assicurare il rito, ha chiesto e cordialmente ottenuto gratuitamente dall’Amministrazione comunale di Palermo la disponibilità a fare sfilare per le vie cittadine il quadro della Madonna della Mìlicia sul Carro di Santa Rosalia, custodito dentro il Recinto della Cattedrale di Palermo. Si è così organizzato un trasporto Senza Precedenti che ha visto nella notte tra il 02 e il 03 Settembre il Carro della Santuzza lasciare per la prima volta nella sua Storia La Città non prima, ovviamente, di avere lasciato in Custodia all’interno della Cattedrale la statua di Santa Rosalia, cosi come concordato con il Parroco Padre Filippo Sarullo.

Si è così spontaneamente generato un corteo di altavillesi e palermitani, che hanno scortato il carro da Palermo sino ad Altavilla Milicia attraversando i comuni di Villabate, Ficarazzi, Bagheria, Santa Flavia e Casteldaccia, per giungere infine nel nostro paese, nei pressi dello svincolo con la SS 113.
Lì il Carro è stato sceso dal Carrello su cui era posto per essere trainato sulle proprie ruote sino al Belvedere di Altavilla dove, nel frattempo, si era radunata una folla di fedeli che hanno accolto con un lunghissimo applauso il Carro di Palermo che Trionfalmente entrava in Paese. 

Quanto sopra detto, ha reso ancora più forte il legame molto stretto già esistente tra il carro trionfale di Santa Rosalia ed il carro trionfale della Mìlicia, considerato che i documenti attestano che i milìcioti guardavano al carro di Santa Rosalia come modello da imitare. E non a caso Paolo Amato, che progettò nel Settecento uno dei carri di Santa Rosalia, fu tra i progettisti del carro di Altavilla e proprio a lui si deve l'attuale struttura con torre.
Infatti all'inizio il carro della Mìlicia era molto piccolo e aveva una forma di scafo per evocare l'assalto dei pirati e la leggenda del ritrovamento del quadro trasportato dai buoi ad Altavilla.

altLa nascita di questo legame è riconducibile a un’incursione dei barbareschi del 1636, quando la Madonna della Mìlicia risparmiò la città di Palermo da un assalto dei corsari.

Le fonti storiche confermano che la terra feudale di Altavilla, il 15 luglio del 1636, fu attaccata dai corsari barbareschi e che il quadro ricevette offesa con “corpa d’accetta”, quattro fessure prodotte dalle scimitarre dei pirati e ancora visibili sul retro dell’icona.

La concomitanza dell’attacco dei barbareschi alla Mìlicia con il popolare festino di Santa Rosalia a Palermo, e la sospensione della processione della Santa per paura di un imminente arrivo dei musulmani, amplificarono l’episodio attribuendo probabilmente la fuga dei pirati e la liberazione della città palermitana all’intervento miracoloso della Vergine.
Così come Santa Rosalia aveva liberato la città dalla peste nel 1624, la Madonna della Mílicia aveva salvato Palermo dai corsari musulmani.
La Madonna della Mìlicia diventò custode dello spazio a difesa dei pirati barbareschi e Le si attribuì grande potere taumaturgico.

È questo uno schema interpretativo, ma durante la processione della Vergine il fercolo sosta in direzione di Palermo, in segno di protezione verso la città. Inoltre i confrati palermitani, che portano a spalla in processione la Madonna, sono tuttora i più numerosi, circa cinquanta su ottanta.

I confrati provengono soprattutto dai quartieri marinari di Palermo, dall’Arenella, dalla Bandita, da Vergine Maria, da Sferracavallo, da Roccella, ma anche da Santa Maria di Gesù e da Gurnaschelli

La Congregazione della Bara della Madonna della Mìlicia o di Loreto costituita nel 1856 contava fin dalla sua nascita diversi iscritti palermitani, mentre esisteva una numerosa congregazione, detta fratia, composta sempre da devoti palermitani che venivano alla Mìlicia per condurre in processione la Sacra Immagine.

La devozione dei palermitani a questa Madonna si è manifestata in varie forme, da quelle individuali a quelle pubbliche, intrecciandosi con alcuni particolari momenti della storia della città di Palermo.

Numerosi dipinti votivi conservati nel santuario della Madonna della Mílicia sono stati ordinati dai palermitani e dipinti nelle botteghe della città.
Nelle tavole sono presenti Santa Rosalia, i santi Cosimo e Damiano, San Francesco da Paola, ma anche l’ Ecce Homo, la Madonna dell’Assunta e le Anime Sante del Purgatorio, tutte figure sacre che avevano molti devoti nei quartieri storici della città.

La testimonianza di una religiosità profonda e sentita, in tutte le classi sociali palermitane, verso la Madonna della Mìlicia era rappresentata anche dalle edicole votive fatte costruire nei vari rioni di Palermo. Le edicole furono erette tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, in concomitanza con la maggiore diffusione del culto della Madonna della Mìlicia, appellata in quel periodo prevalentemente con il nome di Loreto o Lauretana. Ecco l’ubicazione delle cappelle storiche nelle vie della città/ quartieri: Cortile San Giovanni alla Guilla, via Giosafat, via Porta di Castro, via Fassomalo, via Requiesenza al Borgo Nuovo, via Spezio al Borgo vecchio, via dei Crociferi, via San Giorgio dei Genovesi, Acqua Santa e Arenella.

Per quanto ci riguarda quindi, La presenza del carro di Santa Rosalia alla Mìlicia assume un grande valore, non solo per il legame storico sopra meglio descritto, ma anche perché sfilerà per Altavilla il carro della festa patronale più importante della Sicilia, (Santa Rosalia). Tutto questo ovviamente si è potuto realizzare da un lato, grazie alla intuizione degli amministratori Altavillesi che hanno così assicurato il rito del carro trionfale ai pellegrini di tutto il Mondo presenti ogni anno durante l’evento, e dall’altro grazie alla grandissima sensibilità dell’amministrazione Comunale di Palermo in particolare del Sindaco Orlando e dell’Assessore alla Cultura Francesco Giambrone, ai quali va la gratitudine dei Milicioti, oltre ovviamente alla disponibilità della Curia di Palermo rappresentata da sua eminenza Cardinale Romeo che ha accolto positivamente questo splendido esempio di gemellaggio religioso.


Vincenzo Lo Bosco Assessore alla Cultura del Comune di Altavilla Milicia.

 


 

Domenica 8 settembre 2013 l'Associazione SiciliAntica, nell'ambito dell'operazione conoscenza, organizza una visita guidata alle Gole di Tiberio e a Gangi. La partenza è prevista alle ore 8,00 da Palermo (Piazzale Giotto-Lennon) e alle ore 8,30 da Termini Imerese (Piazza S. Antonio).

In territorio di S. Mauro Castelverde, attraversando l’antico borgo rurale di Tiberio, e percorrendo un sentiero costituito da circa 400 gradini, si raggiungere il greto del fiume Pollina. Visita guidata alle Gole di Tiberio, uno dei siti Geoparks Network riconosciuto dall’Unesco per le sue valenze geologiche. 

Uniche in tutto il comprensorio madonita, profondamente incise nel tempo dalle impetuose acque del fiume, esse costituiscono un ambiente di straordinario impatto paesaggistico e di notevole interesse naturalistico.

Le Gole nacquero nel triassico superiore, circa 200 milioni di anni fa. Nei pressi del letto del fiume vegetano oleandri, euforbie, salici, giunchi e canne.

Alle ore 13,00 è previsto il pranzo all’Agriturismo Casalvecchio. Nel pomeriggio visita guidata di Gangi, la cittadina che fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia.

Si inizia con la Chiesa Madre intitolata a S. Nicolò di Bari a tre navate il cui primo impianto si fa risalire al XIV secolo.

All’interno della chiesa è possibile ammirare il “Giudizio Universale”, capolavoro di Giuseppe Salerno (detto lo Zoppo di Gangi) e varie statue dello scultore gangitano Filippo Quattrocchi. Interessante è l’Oratorio del SS. Sacramento, affrescato nel Settecento, e la cripta contenente le mummie di alcuni sacerdoti comunemente detta “A fossa di parrini”.

Attaccata alla chiesa madre si trova l’imponente Torre dei Ventimiglia che, con le sue arcate, fa da vestibolo all’ingresso principale dell'edificio. La torre in stile gotico è una grande costruzione di forma quadrata, sostenuta da quattro grossi pilastri, formanti un portico. Si visita poi Palazzo Bongiorno del XVIII sec. All’interno, le volte del piano superiore sono dipinte con allegorie di soggetto sia sacro che profano.

Visita di Palazzo Sgadari, tra i più antichi palazzi del paese.

Dal 1995 il palazzo ospita il Museo Civico, nel quale sono conservati dei reperti archeologici di varie epoche, ritrovati soprattutto nel vicino monte Albuchia e a Gangi Vecchio, inoltre il museo ospita una collezione di armi e, nella pinacoteca, le opere donate dal pittore siciliano Gianbecchina.

Inoltre visita alla Chiesa della Catena, alla Chiesa di S. Cataldo e alla Chiesa della Badia al cui interno si possono ammirare opere di Giuseppe Salerno e Filippo Quattrocchi.

L’escursione avrà luogo con mezzo proprio. Per informazioni Tel. 346.8241076.

Cultura, cultura, cultura. Se ne parla sempre ma in realtà si agisce davvero poco per fare in modo che questa attecchisca nelle menti dei cittadini, che ormai, purtroppo, si fanno trascinare da eventi che di culturale hanno ben poco.

Bagheria potrebbe essere emblema della cultura, eppure non è così. Ma perché?

La città dorme e la gente, spesso, si adagia su questa situazione di stallo, pensando che gli unici illustri personaggi siano quelli del passato come Ignazio Buttitta e Renato Guttuso, che sono diventati rappresentanti della poesia e dell’arte bagherese, solo dopo la loro morte.

Non si apprezzano, quindi, i giovani e meno giovani che oggi si affacciano al mondo dell’arte e del sapere, rimanendo fortemente radicati nel loro territorio.
Molti artisti, hanno preferito abbandonare la nostra città per trovare il loro fulcro culturale altrove.

Personaggi come Giuseppe Tornatore e Ferdinando Scianna hanno lasciato la loro terra e se ne sono distaccati in qualche modo fisicamente ma mai con il cuore.

Tuttavia, proprio Giuseppe Tornatore, nel suo film “Nuovo Cinema Paradiso” esprime questo concetto quando Alfredo consiglia al giovane Totò di andarsene via da questa “Terra maligna!”

Ma è proprio vero che questa terra è destinanta ad offire sempre minori opportunità e al punto che bisogna varcarne i confini per aspirare a dei legittimi riconoscimenti ?

A Bagheria fioriscono spesso talenti che hanno avuto e continuano a riscuotere riconoscimenti fuori dalla Sicilia ma pochi ne hanno conoscenza, forse solo per incuria, presunzione o invidia o magari perché non si ha voglia di osservare con maggiore curiosità il nostro orizzonte culturale.

Bisogna che la città riparta da questi personaggi, che lavorano per far emergere il loro amore per il sapere. Bisogna dar loro la possibilità di far conoscere anche a coloro che non sono abituati a nutrirsi di cultura; è necessario, quindi, investire sui talenti locali in questo territorio, dar loro la possibilità di crescere, di insegnare a chi non sa, in modo da accrescere sempre più il desiderio di sapienza.

Questa città vanta un elevato potenziale culturale che molti altri territori invidiano.

L’obiettivo da perseguire, quindi, è quello di investire sui giovani, sulle associazioni culturali, in una sola parola sull’arte e su tutte le sue potenziali declinazioni.

Tutti coloro che appartengono all’universo culturale e che varcano le porte di questa città potrebbero quindi scoprire e riscoprire un fiorire di attività e di talenti che andrebbero valorizzati anzi che mortificati.

Questi ultimi fino a quando rimarranno oscurati da una miope mentalità ottocentesca e non saranno liberi di muoversi sulla nobile falsa riga lasciata da personalità come quelle di sua sopra.parlavo.

Se si verificassero queste auspicabili condizioni di rinascita finalmente Bagheria potrebbe comunicare alla pari con altre città non solamente nazionali che usano la cultura al meglio.

Adalberto Catanzaro

Gaspare Richichi aveva annunciato il lancio di 1400 monete euro da uno dei più importanti palazzi della città di Palermo.

La sua performance, avvenuta lo scorso 2 agosto, si apre con la lettura di un comunicato, trasmesso con amplificazione audio, da uno dei balconi dei Quattro Canti di Palermo.

Sul balcone, al centro, esposto il calice contenente le 1400 monete euro. Ai lati, Richichi da una parte, dall’altra il curatore Andrea Mineo. Alle due estremità del balcone due uomini della sicurezza.

L’artista consegna al suo curatore una busta ed inizia la lettura del comunicato. Il curatore esordisce pronunciando alla piazza “Mr. Richichi” e poi legge: “Mr. Richichi, comunica che il lancio delle 1400 monete euro gli è stato vietato a causa di problemi di pubblica sicurezza…. Ma la gente, avrà i suoi denari.”

Quando il curatore termina la lettura del comunicato, Richichi prende il calice esposto sulla colonna e lo alza in alto. Poi lo stringe al petto e seguito da due uomini della sicurezza esce dal Palazzo dirigendosi verso la fontana sottostante al balcone.

Lungo il percorso, accade che un barbone blocca il passaggio dell’artista ma  Richichi ferma l’intervento della sicurezza e dona una manciata di monete del calice. Giunto davanti la fontana, gli uomini della sicurezza si dispongono ai lati, l’artista alza nuovamente il calice in alto e si versa addosso le 1400 monete da 10 e 20 centesimi di euro.

Con questo gesto restituisce i 172 euro che la gente aveva pagato, un euro a testa, per vedere la sua installazione a palazzo Costantino.

Dopo il bagno di flash, Gaspare Richichi si allontana, la gente inizia a raccogliere le monete e lui fa qualche battuta sulla crisi economica a coloro che lo fermano.

L’artista dice: “La crisi è fondamentalmente di natura psicologica, il mio lavoro può essere perfino terapeutico perché agisce sul rapporto col denaro”.

 

La foto di copertina è di Ilenia Bartolone

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