Appunti sul Museo Guttuso, Ginevra e il futuro - di Valerio Gruessner

Appunti sul Museo Guttuso, Ginevra e il futuro - di Valerio Gruessner

cultura
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La riapertura del Museo Guttuso a Villa Cattolica ha dato nuova stimolo al dibattito sullo stato culturale di Bagheria. Essendo l’arte e la cultura strettamente legate alla mia professione, vorrei contribuire al dibattito offrendo alcune considerazioni.

Vorrei partire con questa foto scattata qualche giorno fa.

i funerali di togliatti

Si tratta de “I Funerali di Togliatti” ed è il masterpiece del Mambo di Bologna, uno dei musei dal maggior successo del capoluogo emiliano. Da bagherese è buffo scoprire che i due quadri di maggior pregio all’interno di questo museo siano, per l’appunto, di Guttuso. Il museo è a conduzione pubblica, espone al suo interno una mostra permanente di meno di 80 quadri e grazie ad una gestione virtuosa, è in grado di pagare il proprio direttore una cifra che sfiora i 100 mila euro annui. Meritatissimi!

Qui in basso invece è possibile vedere il museo d’arte contemporanea di Ginevra.

museo geneve

Un museo che sicuramente non ha fatto fortuna per la bellezza dell’edificio che lo ospita. La forza del Mamco sta tutta dentro le sue mura. Basti pensare che sono meno di 3 i mesi di ciclo di ogni esposizione.

Detto ciò, azzardo il paragone con il Museo Guttuso di Bagheria, che per collezione ed edificio, potrebbe senza alcun problema misurarsi con le gallerie sopra citate.
Telegraficamente:
⦁ Il Museo Guttuso per come si presenta oggi è un NON-Museo (come giustamente ci ricorda E. Tornatore: un contenitore imponente e un contenuto eccezionale, non fanno di per sé un museo).
⦁ Il contenitore, Villa Cattolica, ed il contenuto, l’invidiabile collezione Guttuso, sono di un valore inestimabile. Con una tale collezione si potrebbero far scintillare anche 3-4 diverse mostre sparse per il mondo.
⦁ L’allestimento offerto con la riapertura è penoso ed imbarazzante tanto quanto lo era durante le amministrazioni passate. Pareti stracolme di quadri, fili volanti di tv non funzionanti, contro-pareti dipinte di un improbabile giallo, nessun percorso esplicativo della storia e delle fasi del pittore, nessuna spiegazione dei collegamenti fra i vari artisti e tanti altri problemi.

Cosa fare domani mattina?

⦁ Ripensare la governance di questa istituzione. Sono due le opzioni: rimanere ente pubblico ma con autonomia di bilancio, o in alternativa, come indica P. Canzoneri privatizzare tout court.
⦁ Indire bando pubblico aperto per la figura di direttore (scegliendo in base a competenze, collaborazioni passate ed esperienze fuori dal territorio). A supporto della nuova direzione garantire un team che copra compiti di comunicazione, grafica, video e promozione culturale.

Apriremo bar e book shop...

Per piacere, fermatevi e riconoscete i vostri limiti (non tanto personali, piuttosto burocratici-istituzionali). Immaginate un punto ristoro o un book shop gestito da personale comunale. Un film dell’orrore.

Anche qui: bando pubblico, regole chiare e concessioni legate al mantenimento dei patti. Immaginate un punto ristoro gestito da uno chef come Tony Lo Coco o un book shop da qualcuno che in questo campo ci lavora da sempre, vedi Liliana Caminiti. Non si tratta di fantascienza, basta fare un salto a Cefalù e pranzare alla Galleria Letteraria collegata al Museo Mandralisca.

Cosa fare dopo domani?

image per articolo

Mentre il Museo Guttuso si riorganizza, il Comune deve accelerare su arte, cultura e qualità della vita.
Ad oggi a Bagheria esiste un museo veramente ben organizzato e si trova a Villa S. Isidoro.
Il problema numero 1 del Museo Sant’Isidoro è l’accesso. La Villa è praticamente circondata da discariche a cielo aperto.
Il Comune dovrebbe bonificare il tratto di Via Sant’Isidoro che parte dalla Villa e arriva alla Statale 113 (per intenderci la strada dell’ex Mercatino settimanale). Si tratta di 1 Km oggi abbandonato e non trafficato.
Trasformarlo in zona pedonale e parco urbano, con piste ciclabili, spazi per bambini e un grande muro che diventi ispirazione per street artists ... Sarebbe una ventata di aria freschissima.

E Poi?

Ci sono innumerevoli opportunità per il rilancio culturale di Bagheria. Pensate se al nuovo direttore del Museo Guttuso si desse mandato di gestire anche gli spazi interni di Palazzo Cutò. Magari organizzando una mostra sui personaggi “meno noti” che hanno reso Bagheria quella che è (in questo modo stimoleremmo un po’ di senso di comunità).
Per quanto riguarda gli spazi esterni invece basterebbe pulire il giardino, dotarlo di servizi essenziali e cederlo attraverso un bando ad un’associazione che garantisca, attraverso un “caffè turistico”, l’accoglienza di visitatori in arrivo dalla stazione ferroviaria.
Inoltre, Il giardino si presta benissimo ad eventi musicali. Giusto per fare degli esempi: concorsi di musica classica o jazz, concerti, spettacoli teatrali e tanto altro. Fate un salto a Castelbuono e prendete ispirazione.

Questo “triangolo” culturale comprendente parco urbano, “caffe turistico”, Museo Guttuso e Museo S.Isidoro creerebbe posti di lavoro, sarebbe da stimolo al turismo e migliorerebbe la qualità della vita di tutti noi.

Abbiamo fra le mani qualcosa di un valore straordinario. Insomma, Ginevra è molto più vicina di quanto pensiamo. Andateci, magari passate anche da Berlino e Parigi e una volta ritornati nei vostri uffici scrollatevi di dosso questo brutto provincialismo e allungate lo sguardo verso l’orizzonte. Noi l’Europa la vogliamo qui, adesso.

Dott. Valerio Gruessner - Imprenditore del settore Turistico

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